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28 gen 2006Ciampi alla Commissione parlamentare: Par condicio da subito

ROMA, 28 GEN. -(Italia Estera) -  Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in una lettera indirizzata al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, Paolo Gentiloni scrive:  Senza attendere la data di scioglimento delle Camere, la Rai deve garantire fin da ora una vera par condicio in tutte le trasmissioni radiotelevisive
Nella missiva il capo dello Stato si dichiara soddisfatto dell'impegno della Commissione parlamentare di vigilanza di intensificare i controlli ad essa affidati "con particolare riferimento alla campagna elettorale". "E' infatti compito precipuo della Commissione quello di garantire la concreta applicazione, da parte delle Rai, in ogni momento, indipendentemente dalla data di scioglimento delle Camere, e in tutte le trasmissioni radiotelevisive, del principio di equità e di sostanziale parità di accesso a tutte le forze politiche, nonché quello di assicurare il puntuale e scrupoloso rispetto delle norme che regolano la campagna elettorale". E’ una ferma raccomandazione del capo dello Stato.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai cronisti che gli chiedevano di commentare le parole di Ciampi, ha risposto: ''Che cosa devo dire... rispetteremo la legge''. Ma più tardi non è mancata l'occasione per definirla una ''legge bavaglio e illiberale''. ''La sinistra mi attacca. Grida allo scandalo. Ma io sono andato in tv molto meno di Fassino, D'Alema e Rutelli - ha dichiarato poi il Cavaliere -. Ora ci vado più spesso perché abbiamo la necessità assoluta che i cittadini conoscano tutte le cose che abbiamo fatto in quattro anni e mezzo di governo''.

Ed alla raccomandazione di Ciampi il leader dell'Unione Romano Prodi dice: ''Penso che vada assolutamente obbedito'', auspicando che il monito di Ciampi ''dalla commissione di Vigilanza passi alla presidenza della Rai e a tutte le reti e mi auguro che le altre reti televisive seguano la stessa logica e lo stesso principio''. In ogni caso, aggiunge ancora il candidato premier ''ci sono delle disparità anche fondamentali che la par condicio non risolve'' ma, osserva, ''ogni tanto nella vita ci si accontenta di qualcosa''.

Il leader del centrosinistra coglie poi l'occasione per replicare a chi lo accusa di non affrontare i dibattiti televisivi 'per paura'. ''Io vado in televisione per parlare di cose concrete agli italiani. Certamente non vado in tv - sottolinea Prodi - per parlare a vanvera''. E contro gli ultimi attacchi della Cdl l'ufficio stampa del Professore fa sapere che d'ora in poi non ci saranno più repliche agli insulti del centrodestra volti ''a screditare Romano Prodi da un punto di vista più personale che politico''.

E da Paolo Gentiloni arriva subito la risposta al capo dello Stato : ''Le parole del presidente della Repubblica sono un grande incoraggiamento per l'attività della Commissione di Vigilanza. Faremo ogni sforzo - assicura - per ottenere dalla Rai il rispetto della parità di condizioni non solo nella imminente campagna elettorale ma anche nei giorni che ci separano dallo scioglimento delle Camere e che non possono tradursi in un arrembaggio agli spazi televisivi del servizio pubblico''.

''Ringrazio il presidente della Repubblica - aggiunge ancora il presidente della Commissione di Vigilanza - per l'attenzione costante con la quale ha seguito l'attività del Parlamento nelle materie connesse con il pluralismo e la libertà di informazione''.
 
Il 18 gennaio scorso, il Capo dello Stato, ricevendo Gentiloni al Quirinale insieme ai componenti la Commissione, aveva indicato l'esigenza di "calibrare il regolamento per assicurare una parità effettiva nella prossima campagna elettorale". Alla Commissione Ciampi aveva raccomandato "una vigilanza attiva" e il compito di far rispettare la parità in modo sostanziale, al di là delle norme scritte, e in tutte le trasmissioni, anche in quelle di intrattenimento. L’altro ieri il capo dello Stato ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio Berlusconi e ha annunciato il calendario elettorale che prevede lo scioglimento delle Camere l'11 febbraio e il voto il 9-10 aprile. Siamo di fatto già in campagna elettorale.

Gratitudine a Ciampi viene espressa anche dal presidente del Consiglio di Amministrazione della Rai Claudio Petruccioli e dal direttore generale Alfredo Meocci secondo i quali ''le parole del presidente della Repubblica sono, una volta di più, preziose per la Rai che deve assicurare sempre, e in modo particolare nel periodo elettorale, una informazione imparziale e completa e un trattamento paritario per tutte le posizioni politiche''
MA CHE COS' E'  QUESTA LEGGE  SULLA PAR CONDICIO?
La legge sulla par condicio, attualmente in vigore è la n. 28 del 22 Febbraio 2000 e promuove e disciplina, al fine di garantire la parità di trattamento e l'imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, l'accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica.
La legge promuove e disciplina altresì, allo stesso fine, l'accesso ai mezzi di informazione durante le campagne per l'elezione al Parlamento europeo, per le elezioni politiche, regionali e amministrative e per ogni referendum.
Nel 2001 la par condicio è stata applicata per la prima volta alle elezioni politiche, e con la stessa legge si è votato nelle elezioni europee del 2004. Definita "legge bavaglio" dagli esponenti di Forza Italia viene attaccata direttamente dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che sostiene: ''Non e' giusto che un partito come Forza Italia possa avere in tv lo stesso spazio di un partito che si presenta magari con un nuovo simbolo e per la prima volta''.

L'emendamento "Malan"
Il 16 gennaio 2006 Lucio Malan, vice presidente di Fi, in Senato, ha presentato un emendamento al decreto legge sul voto elettronico, all'esame della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, per prevedere tempi proporzionali alla consistenza parlamentare durante le trasmissioni informative della prossima campagna elettorale.

In pratica Malan propone che il 90% dei tempi dell'informazione gratuita sulla campagna elettorale siano ripartiti proporzionalmente alla consistenza parlamentare mentre un restante 10% sarebbe suddiviso in quote eguali. ''La mia proposta - dice Malan - e' di tener conto del peso elettorale delle forze politiche. Non e' altro che quanto prevedeva il ddl approvato dal governo D'Alema, il 4 agosto 1999. Insomma, ci vanno bene le norme previste da un governo dell'Ulivo. Dobbiamo porci il problema: se ci sono altre soluzioni, vediamole''.
L'emendamento di Malan interviene solo sulle informazioni radiotelevisive gratuite non prevedendo nulla per gli spot.
Malan spiega cosi' il suo emendamento: ''L'attuale formazione della legge-bavaglio, la cosiddetta par condicio, risulta impossibile da applicare anche limitandosi alle due coalizioni principali. Infatti, poiche' quasi certamente una avra' piu' liste del'altra, se si da' pari spazio alle liste, le coalizioni avranno un tempo diseguale e viceversa. Resterebbe la possibilita' di assegnare parte dello spazio alle coalizione e parte alle liste. In questo caso pero' una mini coalizione o addirittura una lista singola fuori da Cdl e Unione avrebbe lo stesso spazio delle due principali coalizioni''.
"Se queste regole fossero state in vigore nel 1994 Forza Italia sarebbe stata cancellata dagli schermi televisivi. Una competizione è democratica se garantisce a tutti le stesse condizioni di visibilità televisiva e di accesso ai mezzi di informazione”, commenta il senatore Antonello Falomi tra i promotori di Uniti a sinistra.
Il 17 gennaio Forza Italia, in prima commissione al Senato, ha ritirato l'emendamento sulla par condicio che era stato presentato ieri dal vicepresidente del gruppo azzurro Lucio Malan al decreto legge sul voto elettronico. La decisione di Forza Italia di ritirare l'emendamento sulla par condicio e' stata presa durante la conferenza dei capigruppo del Senato, in seguito all'annuncio di una dura opposizione da parte dell'Unione. Anche la Lega Nord e l'Udc si sono dichiarate contrarie.
C'è chi vuole tornare al 1993
''Gasparri ha perfettamente ragione: noi chiediamo da tempo di tornare alla legge del '93. Nessuno
pensa ad abolire le regole ma si puo' reintrodurre quella norma che fu approvata a larga maggioranza''. Cosi' il senatore azzurro Lucio Malan commenta l'ipotesi di un ritorno alla legge 515 del 1993 su par condicio e comunicazione in campagna elettorale. Una norma fortemente voluta dall'allora presidente
del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi e che, come ricorda l'esponente di Fi, regolamentava non solo la comunicazione elettorale, ma anche rimborsi elettorali e tetti di spesa.



 
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