L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
BUENOS AIRES -Tribuna Italiana/Italia Estera -E’ cominciato il 2006, un anno che per gli italiani residenti all’estero sarà di grande rilevanza storica perché, per la prima volta, potremo votare ed eleggere tra chi come noi, risiede all’estero, i nostri rappresentanti al Parlamento italiano. Una conquista per molto tempo attesa. Un appuntamento importante che è stato ricordato anche dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi nel messaggio che ci ha rivolto per la fine dell’anno e che pubblichiamo a pagina 7: “Nella prossima primavera avrete l'occasione di votare, la prima volta, nelle elezioni politiche; è stato veramente un grande successo quello dell'approvazione, da parte del Parlamento, della legge sul voto degli Italiani all'estero. Mi raccomando, non lasciate cadere questa, che non è un'opportunità, ma dovete veramente sentire come un dovere, come un sentimento di attaccamento alla vostra Patria di origine! Sarà anche un momento di unione di tutti gli Italiani, in Italia e all'estero. Quel giorno, insieme, voteremo per il nuovo Parlamento Italiano. Ci sentiremo tutti, ancor più, corpo unico di un'unica realtà: l'Italia.”
Anche il Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia ha parlato dell’appuntamento elettorale in un messaggio di fine d’anno, anch’esso pubblicato a pagina 7), sottolineando che si tratta di un evento storico. Parole con le quali non si può non essere d’accordo. Il messaggio del ministro parla tra l’altro della conquista della “sua” legge e di essere orgoglioso di aver donato la democrazia a tutti gli italiani. Evidentemente preso dall’entusiasmo per la vicinanza del grande appuntamento, l’on.Tremaglia si è lasciato andare a espressioni di autoelogio di cui non ha bisogno, perché nessuno in buona fede può negargli i meriti decisivi che ha avuto nella lunga battaglia per la conquista del voto degli italiani all’estero. E tra essi, l’aver saputo impostare una politica di larghe intese, per coinvolgere praticamente tutti i partiti - di destra, di centro e di sinistra - nell’approvazione del lungo iter parlamentare che è stato necessario per raggiungere l’esito, compresa la modifica di tre articoli della Costituzione.
Come al solito il Presidente Ciampi ha dimostrato una grande sensibilità - e lo ha fatto anche rivolgendosi in modo particolare anche a noi italiani di Argentina come si può leggere a pagina 7 - verso gli italiani residenti all’estero e con il suo riferimento alla questione voto, ha giocato d’anticipo sul partito trasversale degli oppositori al nostro voto.
Partito trasversale che negli ultimi giorni si è manifestato attraverso interviste, articoli di opinione e servizi di penne famose come è il caso di Guido Rampoldi, inviato speciale di “la Repubblica”, che ha fatto un servizio pubblicato sul quotidiano romano col titolo "Quegli italiani d'Argentina che sognano Montecitorio".
Si tratta della solita minestra che da tempo bolle e ribolle nel calderone dei luoghi comuni. Sono argomenti vecchi, utilizzati dal partito trasversale che si oppone al voto degli italiani all’estero fondamentalmente per ignoranza della nostra realtà.
Una ignoranza della nostra realtà che portò alla chiusura, dopo poco tempo, dell’esperimento di “la Repubblica” stampata a Buenos Aires e in vendita col “Clarin” , sette-otto anni addietro.
Argomenti vecchi come quello di pretendere negarci il diritto di voto, perché non paghiamo le tasse, senza tener presente che il diritto fu sancito dalla Costituzione nel 1948, che l’approvazione ha riguardato solo l’esercizio di tale diritto e che a nessuno in Italia viene richiesto il pagamento delle tasse come condizione per poter votare. Senza dimenticare che per decenni gli emigrati hanno contribuito sostanzialmente all’economia italiana con le proprie rimesse e che lo fanno ancora, preferendo il prodotto italiano.
Argomenti usurati, come quello dell’insufficiente informazione o scarso interesse degli elettori residenti all’estero - e in particolare di quelli residenti nei lontani e strani Paesi del Sud America - sulle questioni italiane, come se tutti i quaranta milioni e passa di elettori italiani residenti in Italia fossero perfettamente informati sulla politica italiana, sula realtà del Paese e morissero della voglia di recarsi alle urne. A modo di test, va ricordato che i risultati dei referendum ai quali hanno partecipato gli italiani all’estero, e in particolare la nostra comunità, sono stati sostanzialmente uguali a quelli registrati in Italia e la voglia di partecipazione degli elettori qui residenti, è stata anche superiore a quella dei residenti in Italia o in altri Paesi.
Gli esponenti del partito trasversale degli oppositori al nostro voto, fanno notare anche che hanno poca fiducia nelle capacità dei nostri candidati, nella loro preparazione ad affrontare il difficile mondo della politica italiana. Nel Parlamento italiano ci sono esponenti di indubbio spessore intellettuale, uomini che sono o sono stati grandi protagonisti della storia italiana contemporanea, imprenditori di successo, e tanto altro. Ma non sono tutti da invidiare. Per amor di Patria preferiamo non ricordare i casi e i nomi di alcuni che certamente non hanno dato lustro nè al Parlamento, nè all’Italia. Ma sono stati gli elettori a portarli in Parlamento, sia quelli che ammiriamo, sia quelli che preferiamo dimenticare, Che siano gli elettori della Circoscrizione Estero a decidere chi sono i loro migliori rappresentanti è il minimo che si può pretendere dal diritto di voto.
Si dice e si scrive, che i nostri rappresentanti non saranno all’altezza, perché non preparati, quando dovranno prendere posizioni sulle più svariate questioni, dalla politica estera a quella sanitaria, dalla difesa all’economia, dall’ordine pubblico all’istruzione. Quanti politici, ci chiediamo, sono esperti di tutti questi temi? E se lo sono, perché vengono manifestate nel Parlamento le posizioni più disparate su questioni anche elementari?
Il Parlamento è espressione della società, della nazione, del popolo, con tutte le sue sfumature. Negare agli italiani residenti all’estero la capacità di sapersi scegliere i propri rappresentanti significa, nei fatti, negare il nostro legame con l’Italia.
Così gli esponenti del partito trasversale che si oppone al nostro voto, manifestano di non credere nelle sagge parole del Presidente della Repubblica, che ripetiamo quanto ci ha detto nel messaggio che ci ha rivolto a fine d’anno sul significato del voto degli italiani all’estero: “Sarà anche un momento di unione di tutti gli Italiani, in Italia e all'estero. Quel giorno, insieme, voteremo per il nuovo Parlamento Italiano. Ci sentiremo tutti, ancor più, corpo unico di un'unica realtà: l'Italia.”
MARCO BASTI