CITTA’ DEL VATICANO - (Italia Estera) - Uomo moderno stai attento, perché stai rischiando "l'atrofia spirituale". E' l'ammonizione di Benedetto XVI . Il millennio da poco finito ha segnato "tanti progressi in campo tecnico e scientifico", ma "l'uomo dell'era tecnologica rischia di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro a una atrofia spirituale, a un vuoto del cuore".
Dalla loggia delle benedizioni papa Ratzinger ha invitato l'uomo moderno a impegnarsi "nell'edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici". "L'umanità unita - ha detto Benedetto XVI - potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta".
Nel suo messaggio natalizio, il Papa ha poi indicato le priorità internazionali. "Pace e sviluppo integrale" per l'Africa, con un occhio particolare a "situazioni umanitarie" come il Darfur. "Pace e concordia" tra i "popoli latinoamericani". Pace per "Terra Santa, Iraq e Libano". "Processo di dialogo nella penisola coreana e nei Paesi asiatici". Per tutti ha chiesto pace il Papa , facendolo precedere da un altro appello di pace nel corso della sua prima messa di mezzanotte da Papa : "Pace in Terra Santa", quell' "angolo di terra dove è nato Gesu". "Diventiamo operatori di pace e contribuiamo così alla pace nel mondo". Un messaggio idealmente diretto al mondo, pronunciato nella Basilica Vaticana gremita di fedeli, ecclesiastici, ambasciatori, personalità civili e religiose. Il Papa ha proposto una omelia di contenuto strettamente spirituale nella quale ricorda tra l'altro che la terra dove è nato Gesù non vive ancora nella pace. Il Papa esorta inoltre i fedeli a "contribuire alla pace nel mondo" e chiede al suo Dio di far sì che "sgorghi la luce là dove dominano le tenebre". Il resto dell'omelia spiega i simboli di questa notte, santa per tutti i cristiani nel mondo, e in particolare il significato della luce che, ha spiegato il Papa, "significa soprattutto conoscenza, significa verità in contrasto col buio della menzogna e dell'ignoranza" e "significa anche calore, e amore: dove c'é amore c'é la luce del mondo, dove c'é odio, il mondo é nel buio".
Il Pontefice, indossando i paramenti dorati, ha celebrato il rito della messa della notte di Natale, una delle più suggestive della Chiesa, che fa rivivere la nascita di Gesù e per antichissima tradizione viene celebrata nel cuore della notte. A significare l’ universalità della Chiesa anche questa volta i testi delle letture erano in spagnolo, inglese e il Vangelo in latino. Si è invece pregato in francese, tedesco, swahili, filippino, polacco e portoghese. Dodici bambini da sette Paesi del mondo in rappresentanza di quattro continenti hanno portato sia i fiori davanti alla statua del bambinello sia i doni all'offertorio. I bambini sono due italiani, due tedeschi, una coreana, una indiana, due del Congo, due messicani e due filippini.
Dopo il messaggio Benedetto XVI ha salutato i presenti, auspicando che l'Italia mantenga vive le sue radici cristiane. "Buon Natale ai romani e agli abitanti dell'intera nazione italiana, alle autorità e ai responsabili delle pubbliche istituzioni, alle famiglie, alle diverse comunità e a coloro che vivono in ogni ambiente sociale", ha detto Benedetto XVI nel saluto in italiano, come sempre il primo dopo l'Urbi et Orbi. "Possa il popolo italiano mantenere sempre viva la memoria di questo evento su cui poggia quell'eredità cristiana che ha fecondato la tradizione, l'arte, la storia e l'intera cultura dell'Italia".
Il primo Urbi et Orbi natalizio di papa Ratzinger dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro ha rispettato la coreografia consolidata dalla tradizione, con le bande militari (pontificia e dei Carabinieri italiani schierate sul confine italiano e pontificio che hanno aperto la cerimonia e l'hanno conclusa eseguendo gli inni pontificio e italiano, e il reparto delle Guardie Svizzere in divisa di gala. Grande entusiasmo tra la folla,si calcola in quarantamila che ha acclamato e applaudito il Papa.
Per l'"Urbi et Orbi" ("alla città e al mondo"), seguito in 68 paesi del mondo grazie a 111 televisioni, papa Ratzinger ha scelto uno stile di meditazione molto diverso dai messaggi degli ultimi anni di papa Wojtyla . Per i saluti conclusivi ha scelto 33 lingue del mondo, oltre la metà della sessantina del predecessore. Come sempre ha chiuso la serie l'augurio in latino, per il quale ha scelto la stessa frase di sant'Agostino riprodotta nella immagine usata da Benedetto XVI per i suoi auguri natalizi: "expergiscere, homo, quia pro te Deus factus est homo" ("svegliati, uomo, poiché per te Dio si è fatto uomo"), e con la quale ha aperto il suo importante discorso alla curia romana di giovedì scorso. L'augurio in cinese è stato pronunciato molto presto nella lista.
Poche quarantamila persone, poche come sempre avviene la mattina di Natale, ma quest’anno anche la pioggia e il freddo hanno fatto da freno. Il Papa, come sempre sorridente, indossava un piviale dorato.