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07 dic 2005LA FINESTRA DI ...

Un caro GRAZIE da qui al “NOSTRO” Presidente


BUENOS AIRES ,7 dic.-Tribuna Italiana/Italia Estera- Non era mai successo finora che, senza averne l’autorizzazione (ed assicuro che non accadrà più), facessi aprire ad altri la FINESTRA perché, meglio di me o di te e di tutti i lettori, esprimesse pensieri, sentimenti, aspirazioni, desideri, rivendicazioni, che quotidianamente sentiamo come “Italiani all’Estero”. Avrei voluto farlo migliaia di giorni fa (tanti!) piú di sette anni fa, quando ascoltai commosso una voce amica che, con tono di profonda tristezza, ci diceva: “L’Italia é stata del tutto avara verso i suoi figli all’estero...!

Era il 13 maggio 1999 l’Italia da oltre mezzo secolo, era la Repubblica di tutti noi italiani (nella Costituzione non c’è nessun cenno alla residenza e quindi a differenze che possano derivarne); quel 13 maggio senatori e deputati in una breve seduta e con larga maggioranza, avevano eletto Carlo Azeglio Ciampi, decimo Presidente della nostra Repubblica fondata sul lavoro, ma io (certamente non ero il solo fra gli italiani che operavano con laboriositá ed intelligenza in altri Paesi) avevo la sensazione che non fosse il decimo, ma il PRIMO NOSTRO Presidente, il primo e fino ad allora UNICO proprio per quelle parole che tanto efficacemente esprimevano l’amarezza di quella “avarizia dell’Italia in tutto, immeritata,malgrado l’ingiusta diaspora”.

Eletto il 13 maggio 1999: “L’Italia é stata avara in tutto verso i suoi figli all’estero.”
Nel suo primo messaggio di fine d’anno: “Cari italiani tutti, vi sento, vi vedo nelle vostre case cosí come voi fisicamente mi vedete. Vi vedo con le vostre gioie, con le vostre speranze, con le vostre sofferenze. Penso anche a voi italiani che, per scelta o per necessità vi trovate fuori dei confini della Patria, alla quale vi so strettamente legati, custodi gelosi di memorie e tradizioni, della stessa lingua d’origine...”

Il giorno dopo il suo insediamento al Quirinale: “...Nell’assumere le funzioni di capo dello Stato rivolgo un caloroso saluto ai tanti italiani che vivono all’estero, siano essi discendenti di coloro che cercarono altrove le opportunitá che in passato il Paese purtroppo non poteva offrire, siano essi i nuovi emigranti portatori delle moderne professionalitá che l’Italia contemporanea é in grado di esprimere”. E il giorno prima a Montecitorio aveva detto: “Sento la voce della piú larga comunitá diffusa nel mondo, in fiduciosa attesa di piú dirette vie di partecipazione politica e sempre pronta a dare alla madre patria una ricchezza di cultura, di conoscenza, di riconoscenza... Vorrei far pervenire a tutti voi l’apprezzamento più caloroso per il contributo fondamentale che con il vostro lavoro e il vostro impegno assicurate alla promozione e all’ulteriore espansione della promozione internazionale dell’Italia in tutti i suoi aspetti”.

Non precisó allora (né dopo) la differenza fra l’italianitá dei residenti e quella di noi, cui le circostanze imponevano di vivere il mondo in altri Paesi, ma credo che essa fosse nella nostra considerazione: italiani di Serie A i residenti che votano ed hanno propri rappresentanti in Parlamento; di Serie B invece quelli che il voto dovevano attenderlo per decenni! Che finalmente stanno per concludersi.

Dei nove predecessori di Carlo Azeglio Ciampi, nessuno aveva pensato che cittadini italiani vivevano in altri Paesi e non erano diversi dagli altri, nè avevano identità e titoli diversi!

Ecco perchè questa FINESTRA non l’ho scritta io, ma é scritta con le parole del NOSTRO Presidente che ha sempre saputo interpretarci. Ecco perchè si conclude con le parole che ha ribadito per conto nostro durante sette anni, fino a ieri quando ha ricevuto al Quirinale i membri del CGIE, sottolineando che: “Gli italiani all’estero sono una sola cosa con l’Italia” perchè ... “I nostri connazionali sono un ponte prezioso con culture diverse, mantenendo intatti i valori e i tratti distintivi dell'italianità: gli affetti familiari, l'amore per la terra, la dignità nel lavoro, una profonda umanità; la tenacia; l'ingegnosità. Condividono con gli italiani in patria la consapevolezza di essere parte di un'unica grande Nazione, indipendentemente dai confini geografici.

"Per la prima volta, tra pochi mesi - ha poi ricordato Ciampi -, i due rami della nostra Assemblea Legislativa si arricchiranno dell'apporto dei Rappresentanti dei nostri connazionali all'estero. Attraverso la voce di questi 12 Deputati e 6 Senatori, gli italiani nel mondo potranno contribuire ancor più direttamente al progresso civile e materiale del nostro Paese, facendosi portavoce non solo delle proprie istanze, ma anche del patrimonio di conoscenze maturate all'estero.

Si tratta di una svolta nella vita politica del nostro Paese...”

“Le nostre Comunità all'estero possono dare un contributo prezioso al dinamismo e alla diffusione del Sistema Italia. Possono agire da autentici moltiplicatori della presenza e degli investimenti italiani, favorendo l'interscambio, accordi di partenariato, la collaborazione tra le realtà economiche di residenza e le regioni di origine.

“Gli italiani emigrati in altri Paesi hanno sovente conquistato posizioni di prestigio. Si sono guadagnati stima e rispetto con il loro lavoro, la loro determinazione, i loro sacrifici. Col loro impegno, concorrono al progresso dello Stato di residenza e al tempo stesso ne consolidano i rapporti di amicizia con l'Italia.”

Ed ecco, infine, perchè - dopo aver chiesto scusa al NOSTRO Presidente, per aver redatto questa FINESTRA con le Sue parole - ti invito, caro Lettore, ad esprimergli la tua gratitudine per tanto affetto, tanto apprezzamento, tanta ammirazione per l’apporto generoso di opere, di intelligenza di cultura che in tanti Paesi abbiamo dato disinteressatamente.

GRAZIE, caro NOSTRO Presidente, con l’augurio che il nostro comune desiderio di una Italia più dinamicamente presente nel mondo attraverso di noi, possa compiersi.

Presto.

                                                            *********

E da me, caro NOSTRO Presidente un grazie speciale per aver deciso fin dal momento della sua elezione, di essere il NOSTRO Presidente, il primo e l’unico a dire quel che ognuno di noi avrebe voluto dire all’Italia amata, ma troppo lontana e forse per questo “troppo avara” con noi. Grazie per essere stato il PRIMO. Confido che non sia più l’UNICO. E grazie per questa FINESTRA.

MARIO BASTI




 
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