ROMA 28 NOV. (Italia Estera) - Che Casini si riferisse o no a Berlusconi , il fatto é che le dichiarazioni di ieri di Pier Ferdinando Casini ''sugli illusionisti e i prestigiatori'' non sono passate inosservate e oggi le precisazioni fatte dal presidente della Camera tengono banco nel dibattito politico. ''Penso che davvero gli italiani siano stanchi di illusioni e illusionisti. A chi si riferisse Casini lo può dire solo lui'' è il commento laconico del segretario nazionale della Quercia, Piero Fassino, per il quale comunque le affermazioni del presidente della Camera sono ''un'ammissione del fallimento del governo del centrodestra''.
Dall'opposizione si rileva inoltre che ''Casini è tornato a calcare le scene della politica attiva'' e Castagnetti, ora ''si pone un problema di compatibilità con la sua carica di presidente della Camera''. ''Non a caso - sottolinea il capogruppo della Margherita a Montecitorio - chiamo Casini 'onorevole' perché nelle ultime settimane si è comportato più da deputato che da presidente della Camera''.
Analoghi rilievi dal presidente del gruppo Ds alla Camera, Luciano Violante: ''Nel momento in cui uno diventa un dirigente politico di primo piano, diventa un po' più complesso presiedere un'istituzione complessa come la Camera. Vedremo quello che succederà''
Dalla maggioranza intanto continuano a emergere posizioni differenti. E se Forza Italia butta acqua sul fuoco, lo stesso non può dirsi per An e Lega. Per il vice coordinatore azzurro, Fabrizio Cicchitto, quella di Casini è stata una precisazione ''molto opportuna''. Dirada le nubi su eventuali tensioni nella Cdl il coordinatore degli eurodeputati di FI, Antonio Tajani. ''Nella Cdl non c'è alcun conflitto - dice - semmai c'è una sana competizione elettorale per vincere nel 2006 con Berlusconi leader''.
Un 'invito' a Casini arriva dal ministro della Salute, Francesco Storace, di An. ''Vorrei che il presidente della Camera capisse che l'avversario è Prodi e non Berlusconi'' afferma Storace ribadendo che ''la leadership di Berlusconi è sul campo. Il centrodestra ha scelto lealmente di affidare ai cittadini il compito di decidere. Chi deve guidare la coalizione a Palazzo Chigi sarà determinato dal partito che avrà più voti. Nel Paese la guida è Berlusconi. Per questo ci deve essere lealtà''.
Non usa mezzi termini il ministro del Welfare, il leghista Roberto Maroni, per manifestare il disappunto del Carroccio nei confronti dell'Udc e confermare ancora una volta la sua fedeltà al Cavaliere. ''In quel partito c'è un virus che gira e che ha colpito prima Follini e ora Casini e che fa perdere il valore della coalizione. Noi abbiamo già indicato come leader della Cdl Berlusconi - mette in chiaro Maroni - perché ci dà garanzie di mantenere gli accordi presi, come dimostra il via libera alla devolution. Se il Polo deciderà di cambiare, dovremo valutare i programmi perché noi non facciamo una questione di nomi ma di programmi''.