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23 nov 2005Il XV Congresso dei Giovani di Feditalia

Riaffermata la volontà di partecipazione delle nuove generazioni
BUENOS AIRES, 23 NOV.(Italia Estera) - Il Congresso dei Giovani argentini di origine italiana che si è svolto l’ultimo fine di settimana alla Cristoforo Colombo, ha riaffermato la volontà di partecipazione delle nuove generazioni, “quale strumento per essere protagonisti della vita economica, sociale e culturale dell’Argentina”.  E’ quanto sostiene il documento finale approvato alla conclusione del XV Congresso organizzato dalla FEDITALIA, la Confederazione delle federazioni italiane dell’Argentina, al quale hanno preso parte duecento giovani provenienti da varie città dell’Argentina, così come dirigenti di Federazioni e di Comites di quasi tutta l’Argentina.
Alla cerimonia inaugurale, sabato mattina, ha preso parte il nuovo ambasciatore d’Italia in Argentina, Stefano Ronca, accompagnato dalla gentile consorte signora Maria Cristina. Presenti anche il console generale d’Italia a Buenos Aires, Placido Vigo e il consigliere per gli Affari Sociali e l’Emigrazione dell’Ambasciata Fabrizio Marcelli. Presenti anche il responsabile dei rapporti con le comunità della Legislatura della città di Buenos Aires Francisco Ursich e il vicedirettore del’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, Mario Poma.
Dopo gli Inni nazionali e il benvenuto del prof. Brunetta, vice preside della Scuola Cristoforo Colombo, ha rivolto un saluto il presidente del Comites di Buenos Aires Ricardo Merlo, il quale ha ricordato l’importanza dei Congressi nella via della partecipazione dei giovani, dando atto al presidente della FEDITALIA Luigi Pallaro di quanto è stato fatto, dell’importanza crescente dei Congressi e dei risultati che essi hanno portato ricordando che dirigenti come lui, sono nati e si sono formati nelle associazioni. Quindi ha invitato i giovani a farsi avanti per occupare i loro spazi nelle associazioni.
Da parte sua il console generale Vigo ha citato i casi di tre giovani presenti, quali esempio della vitalità delle associazioni: Karin Orlandi, segretaria generale di FEDITALIA, Silvio Bisognin, presidente della centenaria Associazioni Italiana di Pilar e Ricardo Merlo, presidente del Comites di Buenos Aires. Quindi dopo aver ribadito il valore dell’Associazionismo per la vita della collettività, ha parlato dell’importanza dell’appuntamento degli italiani all’estero con le elezioni politiche dell’anno venturo.
L’Ambasciatore Ronca si è detto felice di quello che è stato il suo primo appuntamento con la collettività italiana dell’Argentina e con i giovani “depositari dell’italianità in Argentina”. Quindi l’Ambasciatore italiano ha ricordato i valori che hanno apportato gli italiani: umanità, creatività, versatilità, relazioni familiari. Infine ha sottolineato l’importanza della partecipazione politica dei giovani, sia in Italia che in Argentina e ha manifestato la sua fiducia sull’apporto dei giovani per riaffermare i legami che uniscono l’Italia all’Agentina.
Da parte sua il presidente Pallaro, dopo aver dato il benvenuto al nuovo Ambasciatore (come avevano fatto in precedenza anche Merlo e Vigo) ha ricordato la storia della presenza italiana in Argentina, la mancanza di una politica per gli italiani all’estero da parte dell’Italia per oltre un secolo, le battaglie degli emigrati per vedere riconosciuti i propri diritti in parità con gli italiani residenti in Italia e l’intensa attività dell’Associazionismo italiano in questo Paese.
Pallaro ha inoltre sottolineato l’importanza del voto, che ha considerato una sfida per le nostre comunità, per una crescita nei rapporti con l’Italia, che non sia più solo basata sulle richieste al governo di turno, ma su una proficua collaborazione che serva all’Italia, all’Argentina e alla nostra comunità.
Dopo i saluti sono iniziati gli interventi degli esperti, tra cui il prof. Fernando Devoto, che ha parlato della storia dell'Associazionismo italiano in Argentina e dell’importanza che ha avuto per l’Argentina, anche se ha sottolineato che esso non è conosciuto nella società locale.
Altri interventi si sono susseguiti durante tutta la giornata di sabato e nella mattina di domenica, quando Stefano Casini della Rai Montevideo, ha parlato sull’esperienza  dei media riguardo all’informazione sulle comunità italiane all’estero.
Quindi è stato letto il documento finale che era stato redatto dalle varie commissioni di lavoro e che, con poche aggiunte, è stato approvato dall’assemblea.
In esso si sottolineano in sette punti, gli argomenti maggiormente discussi durante il Congresso.
Sull’Associazionismo si ricorda che le Associazioni italiane sono nate molte volte con l’arrivo dei primi abitanti in un certo posto e che ancora oggi, quando quelle località sono diventate grandi città, continuano ad operare nel mondo del volontariato essendo di grande contributo per la vita sociale e culturale di tali città. Per cui si chiede che le sedi storiche di tali associazioni, che fanno parte del patrimonio storico e artistico di tali località, siano protette e valorizzate dalle autorità comunali.
Sulla Partecipazione il documento sostiene che si tratta dello strumento con cui i giovani argentini di origine italiana  possono essere protagonisti della vita economica, sociale e culturale dell’Argentina, per diventare padroni del proprio destino, come fecero i loro genitori e nonni anni addietro. Sottolinea inoltre l’importanza del fenomeno associazionistico quale strumento di partecipazione, che va trasferito anche ai rapporti con le autorità argentine, anche per rilanciare i rapporti tra l’Italia e l’Argentina.
Sul Lavoro il documento ricorda la Riforma Biagi che consentì in Italia l’accesso di tanti giovani al mondo del lavoro e chiede una riforma in Argentina che abbia uguali risultati.
Sulla Formazione, sottolinea il documento finale che si tratta di uno strumento indispensabile per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro.
Un altro punto del documento finale del Congresso dei Giovani riguarda l’Economia e la Cooperazione. Sull’argomento si ricorda il processo di nascita e di crescita del Mercosur ispirato a quello dell’Ue e che fino al 1999 ebbe notevoli successi.
Per quanto riguarda la cooperazione ricorda la lunga storia della cooperazione dell’Italia verso l’Argentina, iniziata nel 1983, e che tra il  1986 e il 2000 realizzò nel Paese 132 programmi per un totale di 950 milioni di dollari di cui il 75% corrispondenti a crediti di aiuto allo sviluppo e il 25% a donazioni. A partire dal 2001 con lo scoppio della crisi, l’Argentina è caduta tra i Paesi con reddito medio e basso, per cui la Cooperazione italiana ha ricatalogato il Paese, scegliendo l’Argentina tra i Paesi ai quali destinare prioritariamente gli aiuti.
Sull’Istruzione, specialmente per quanto riguarda quella universitaria, sottolinea la presenza della sede dell’Università di Bologna a Buenos Aires che si caratterizza per consentire un importante interscambio tra giovani europei e latinoamericani.
Sulla Comunicazione, il documento finale sottolinea la necessità per l’Italia di disegnare una strategia perché in Italia ci sia consapevolezza del patrimonio culturale, economico, scientifico e professionale dei giovani argentini di origine italiana.
 



 
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