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22 dic 2005Berlusconi, in videoconferenza, con i contingenti italiani impegnati nel Mondo invia gli auguri di Buon Natale

"Siamo felici di rappresentare un Paese che sta svolgendo un ruolo storico"

ROMA, 21 DIC - (Italia Estera) - "Tutte le missioni italiane sono di pace, non per occupare o colonizzare. L'obiettivo è quello di aiutare, sostenere e proteggere le popolazioni locali. Non portate via nulla e lasciate lì molto operando per garantire la sicurezza della comunità internazionale. Il nostro paese è orgoglioso di voi, grazie a voi abbiamo riscoperto l'orgoglio di essere e di sentirci italiani
"Siamo felici di rappresentare un Paese che sta svolgendo un ruolo storico", grazie al Governo, alla maggioranza parlamentare, ma "soprattutto grazie a voi", portatori di pace e sicurezza "laddove ce n'é più bisogno". Dallo stato maggiore della Difesa, con a fianco il ministro della Difesa Antonio Martino e il capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, in videoconferenza con i contingenti italiani impegnati nel Mondo, Silvio Berlusconi invia gli auguri di Buon Natale ai nostri soldati che trascorreranno il Natale lontano da casa, dall'Iraq, all'Afghanistan, alla Bosnia, al Pakistan, al Kosovo, sino a quelli impegnati sulla Fregata 'Maestrale' al largo del Corno d'Africa, definendoli "portatori e operatori di pace".
Li ringrazia, il premier, per aver contribuito, con i loro comportamenti e il loro coraggio, a tenere alta la bandiera del "prestigio italiano nel Mondo": "Non c'é dubbio - scandisce il presidente del Consiglio rivolgendosi ai militari, - che i nostri successi, e la considerazione di cui godiamo all'Estero, siano merito vostro, della vostra umanità, del vostro coraggio, del vostro senso del dovere e dell'onore". Insomma, ripete Berlusconi ricordando come più volte leader di altri Paesi abbiano elogiato il comportamento delle nostre Forze Armate, "abbiamo il diritto e il dovere di essere orgogliosi di voi": "Voi - continua il premier - non siete lì per occupare e colonizzare. La nostra missione, di pace, è quella di aiutare, sostenere, proteggere le popolazioni locali" per garantire sicurezza e assistenza laddove è più necessario". Per questo, rimarca, "voglio che sappiate che siete circondati dalla gratitudine e dalla riconoscenza di tutti gli italiani: grazie a voi - quasi si commuove mentre pronuncia queste parole - abbiamo riscoperto l'orgoglio di essere e di sentirci italiani. Vorrei stringervi tutti in un abbraccio ideale, affettuoso e cordialissimo".
Poi il premier rivolge un saluto particolare ai tre militari italiani lievemente feriti ieri in Afghanistan, in collegamento dalla base di Herat, con il loro comandante, gen. Rossi. Mi permetterò, promette il presidente del Consiglio, di far avere attraverso l'ammiraglio Di Paola "un mio personale ricordo ai tre ragazzi. E non saranno scatole di cerotti - scherza - ma qualcosa di più interessante...".
A Kabul c'é il generale Del Vecchio, comandante della missione Isaf. Il premier si informa sulla situazione dell'ordine pubblico e della democratizzazione del Paese e loda ancora le missioni italiane: "Quello di avere 12000 soldati impegnati" ovunque nel mondo, ripete, è "un sacrificio che abbiamo il dovere di fare per trasformare i sistemi dittatoriali in democrazie e guardare ad un futuro di pace per noi e per i nostri figli".
Infine a Nassiriya, dal generale Ranucci, comandante della brigata Ariete. Berlusconi si congratula per l'alta affluenza alle urne dell'ultima tornata elettorale ("é anche un grande merito vostro", assicura) e scherza: "Ora siamo noi italiani a dover prendere esempio dagli iracheni...". Sottolinea ancora una volta la missione storica cui i nostri soldati sono chiamati ad assolvere, e auspica che il prossimo governo iracheno sia "composto da tutte le etnie" e che ci sia posto anche per i curdi e i sunniti, non solo per gli sciiti: "Solo così - afferma - potremo avere un Iraq democratico che non diventi uno stato troppo influenzato da quelle che sono le leggi islamiche". Insomma, "uno stato non confessionale", si augura Berlusconi, diversamente dal vicino Iran.
Tempo per altri collegamenti non ce n'é. L'ultimo pensiero, il premier, lo rivolge alle famiglie dei militari che trascorreranno il Natale lontano da casa: "Sappiamo bene - sottolinea - quanto sia difficile la vita dei vostri cari, che si accollano un duro e silenzioso sacrificio. Per questo - conclude - il mio augurio più fervido va a voi e ai vostri cari.
Buon Natale, di cuore. Evviva il vostro impegno, evviva le Forze Armate, evviva il nostro Paese".




 
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