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06 dic 2005Bilancio Ue, Fini: ''Giudizio negativo su bozza Gb''

BRUXELLES, 6 DIC. - (Italia Estera) - Dopo la bocciatura del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso della bozza di bilancio presentata ieri da Londra, arriva oggi il no alla Gran Bretagna dei rappresentanti delle Finanze degli altri paesi membri. Stamani, prima di partecipare all'Ecofin, la maggior parte dei colleghi dell'eurozona si è infatti espressa in termini negativi riguardo al testo presentato ieri da Londra. E si può ben immaginare come sia stata accolta dai nuovi membri un compromesso che prevede tagli per 14 miliardi per i dieci stati Ue.
Dall'Italia un secco no arriva dal ministro degli Esteri Gianfranco Fini. In un intervento al Senato, il titolare della Farnesina ha infatti sottolineato che il nostro Paese dà ''un giudizio complessivamente negativo'' della proposta della presidenza britannica sul bilancio dell'Unione Europea. Fini ha comunque assicurato che il governo manterrà un atteggiamento ''costruttivo'' durante i negoziati, anche se ''non è disposto ad accettare qualsiasi accordo sul bilancio''. ''Un accordo sarà possibile - ha aggiunto il titolare della Farnesina - se la Gran Bretagna dimostrerà la volontà di partecipare su base equa ai costi dell'allargamento e di rivedere il rimborso, che è e resta l'unico vero problema tuttora da risolvere''.
 
Il giudizio del Governo sulla proposta di compromesso per il bilancio Ue per il periodo 2007-2013 presentata ieri sera dal governo britannico è "complessivamente negativo". L'eventuale fallimento del negoziato sul bilancio potrebbe provocare per l' Europa il pericolo di una paralisi dalla quale sarebbe arduo sottrarla". Lo ha affermato  il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini al Senato, aggiungendo che l' Italia parteciperà "con spirito costruttivo alla nuova fase del negoziato" anche se "il quadro è altamente incerto" e ogni previsione sarebbe azzardata".
Fini, nel suo intervento, ha precisato che sulla proposta è ancora in corso una "valutazione approfondita" ma ne ha voluto anticipare "gli aspetti più politicamente significativi". Per l' Italia la proposta britannica mantiene tutte le misure ad hoc a favore dei grandi contribuenti netti (Germania, Paesi Bassi e Svezia) previste dal cosiddetto compromesso lussemburghese e, "come unico elemento di novità", introduce "una parziale misura di contenimento del rimborso al Regno Unito", con un’una tantum di 8 miliardi di euro in sette anni. Da una parte, ha detto Fini, le richieste formulate dall' Italia "con la massima fermezza" nelle settimane scorse sia per la dotazione per le politiche di coesione, sia per il livello del nostro contributo lordo e di quello netto, "sembrano essere state prese in considerazione". Ma dall' altra "resta forte motivo di insoddisfazione la proposta di riduzione dei finanziamenti per lo sviluppo rurale che ci penalizzerebbe in maniera rilevante". Tutto questo - ha anche rilevato il titolare della Farnesina- "in un contesto completamente diverso" rispetto a quello dello scorso giugno, caratterizzato da un tetto di spesa "complessivamente più basso", da un bilancio "meno ambizioso", e, soprattutto, "nel quadro di una proposta che penalizza pesantemente i nuovi Stati membri". Sulla base della proposta britannica, in sostanza, è stato il ragionamento di Fini, "ci troveremmo a contribuire per un ordine di grandezza non diverso da quello previsto in giugno, ma "unicamente con l' obiettivo di risolvere il problema politico e finanziario di un paese come il Regno unito che continua di fatto a rifiutare di assumersi le proprie responsabilità nel contesto di una equa distribuzione dei costi dell' allargamentò. Inoltre, secondo "stime preliminari" a livello tecnico, l' Italia sarebbe chiamata a dare "un contributo netto superiore a quello della Francia e di gran lunga superiore a quello del Regno Unitò. Una situazione, per Fini, "politicamente non praticabile", dal momento che sempre si è sostenuto il principio che Paesi con simili livelli di prosperità debbano sostenere oneri simili nei confronti del bilancio della Unione. Lo spirito con il quale l' Italia si accinge ad affrontare la ulteriore fase del negoziato in vista del Consiglio del 15-16 dicembre, è "costruttivo". Ma per Fini, l' accordo è possibile solo se Londra manifesterà "fino in fondo e in maniera coerente" la " volontà di "partecipare su base equa ai costi dell' allargamento" e "la disponibilità a rivedere le proposte relative al rimborso britannico, unico vero problema tuttora da risolvere". Il governo italiano, insomma, "continuerà a difendere con la medesima fermezza la posizione tenuta sinora", contando "su un ampio sostegno di forze politiche e di parti economiche e sociali", " prova di maturità e responsabilità, in un negoziato in cui sono in gioco interesse cruciali per il Paese". Per la Ue il Governo- ha detto Fini - punta a un bilancio "ambizioso, all' altezza delle aspettative". Ma il compromesso finale dovrà tenere conto degli interessi essenziali degli Stati membri, in particolare dei grandi contribuenti, come l' Italia". Ed è necessario "assicurare una dotazione adeguata alle politiche di sviluppò e in particolare alla politica di Coesione", come assicurare "l' equa ripartizione dei costi dell' allargamento tra i maggiori contribuenti". "In nessun caso - ha concluso il ministro degli esteri- potremmo accettare un accordo che penalizzi l' Italia rispetto agli altri grandi Paesi. Sono punti sui quali "non siamo disposti a transigere". Un atteggiamento "costruttivo e responsabile" è necessario da parte di tutti", in primo luogo da parte della presidenza britannica "che deve 'ispirarsi a principi di equita' ". Perché l' Europa si avvicina a un "punto di svolta". Un accordo al prossimo Consiglio europeo sulle prospettive finanziarie "rappresenterebbe una potente iniezione di fiducia reciproca tra gli stati membri". Ma un nuovo fallimento "prolungherebbe pericolosamente il negoziato accrescendo i rischi di frammentazione e la tentazione di creare 'nuclei duri' e 'direttori'' fatali per la coerenza istituzionale e politica dell' Unione". Sarebbe una crisi finanziaria che, "sommata a quella costituzionale", "potrebbe precipitare l' Europa- ha detto Fini- in una spirale da cui sarebbe sempre più arduo tirarla fuori".
Sulla bozza britannica ha mostrato pessimismo anche il neo ministro tedesco Peer Steinbruek. ''Ho l'impressione - ha sottolineato - che ci siano poche possibilità che il compromesso, in questa forma, venga accettato dai paesi membri''. Il problema, ha spiegato, è che ''se guardiamo ai nuovi membri e ad alcuni dei Quindici, come Olanda e Francia, sarà molto difficile raggiungere un accordo al summit europeo di dicembre''.

E' più esplicito il collega belga Didier Reynders. ''Al momento non siamo in favore della proposta'', ha osservato, che ''potrebbe rappresentare un problema per molti stati membri''.

Ironico invece il ministro delle Finanze spagnolo Pedro Solbes. ''E' un testo meraviglioso....per la Gran Bretagna'' ha detto sorridendo. ''Senza modifiche - ha osservato - potrebbero esserci delle difficoltà ad accoglierlo''.

Stessa musica giunge dal collega portoghese Fernando Texiera dos Santos. ''A nostro avviso non è stata una mossa soddisfacente - ha detto - il taglio della spesa colpisce i paesi più poveri e non siamo d'accordo''.

Anche il ministro delle Finanze austriaco Karl-Heinz Grasser non ha nascosto le proprie perplessità. Il compromesso proposto dalla Gran Bretagna ''a prima vista sembra problematico'' ha affermato, auspicando comunque che ''si trovi una soluzione''.

In questa cornice, l'unica voce a levarsi in favore è stata quella dell'olandese Gerrit Zalm. ''Ci sono alcuni aspetti che ci piacciono come per esempio il basso tetto di spesa'' ha sostenuto, pur ammettendo che ''probabilmente non vi saranno felici risultati al 100%''.

Nessuna dichiarazione da parte del ministro francese Thierry Breton così come da Giulio Tremonti. Anche se ieri fonti diplomatiche italiane avevano fatto sapere che il testo della presidenza Ue ''a prima vista'' appare ''negativo''.

Le prospettive finanziarie non saranno comunque all'ordine del giorno della riunione dell'Ecofin, ma saranno sul tavolo dei ministri degli Esteri Ue, riuniti in conclave domani a Bruxelles. I ministri delle Finanze dei Venticinque da parte loro discuteranno, tra gli altri temi, di globalizzazione e dei i piani nazionali per il rilancio della strategia di Lisbona. Sul tavolo anche il libro bianco del commissario Ue per il Mercato Interno Charlie Mccreevy per la politica dell'Ue 2005-10 per il settore dei servizi finanziari. Si discutera' inoltre di Iva e di petrolio.
 



 
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