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25 nov 2002Il Seminario di Berlino “Nuova rappresentatività: il ruolo degli organismi elett

- ZURIGO Il Segretario Generale del CGIE Franco Narducci ha inviato un indirizzo di saluto al Seminario di Berlino, per ringraziare l’Ambasciata d’Italia a Berlino per l’iniziativa che ha posto al centro del dibattito il ruolo futuro degli organismi elettivi delle comunità italiane residenti fuori dai confini nazionali. Un’iniziativa molto importante, poiché allarga il fronte di discussione, di analisi e valutazione sul “riordino” delle attuali forme di rappresentanza delle collettività italiane all’estero, un obiettivo che soprattutto non dovrebbe perdere di vista – anche se non è semplice – il futuro e quindi le giovani generazioni italiane.
Il Segretario Generale del CGIE ha ricordato che con le riforme costituzionali degli articoli 48, 56, 57 e con l’approvazione della Legge ordinaria n. 459 del 27 dicembre 2001, recante le “Norme per l‘esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all‘estero”, ha preso avvio – come era giusto attendersi – il dibattito sulle forme di rappresentanza degli italiani all’estero.
La riflessione non può evidentemente fermarsi alle succitate riforme e leggi, poiché la devoluzione in senso federalista dell’ordinamento statale e la modifica del titolo V della Costituzione allargano l’orizzonte del dibattito sulla ridefinizione della rappresentanza, e si deve considerare, al riguardo, che la Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE celebrata lo scorso mese di marzo ha focalizzato in svariati momenti e aree tematiche il maggior coinvolgimento delle autonomie locali negli organismi elettivi degli italiani residenti all’estero, regolati finora dalle leggi dello Stato. Quest’ultimo aspetto riguarda, nel breve periodo, soprattutto la riforma della Legge istitutiva del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che sarà oggetto di intenso dibattito nell’Assemblea Plenaria straordinaria convocata per i giorni 11, 12 e 13 dicembre prossimi.
Vista anche l’imminenza dell’Assemblea straordinaria, ritengo che il Segretario Generale debba evitare pareri o giudizi preventivi. Desidero richiamare, tuttavia, che sulla riforma della Legge istitutiva del CGIE il Comitato di Presidenza presentò all’Assemblea Plenaria dello scorso mese di luglio un “Documento d’indirizzo” molto dettagliato che inquadrava esaurientemente le diverse sfaccettature della questione.

L’Assemblea Plenaria di dicembre, dunque, formulerà una proposta di riforma all’indirizzo del Parlamento e del Governo, potendo contare sulle proposte di emendamento elaborate dalla competente Commissione tematica e dai singoli consiglieri o gruppi di essi. In tale direzione, ritengo che il documento d’indirizzo abbia contribuito con contezza agli scopi che lo avevano determinato.

In termini diversi, io credo, deve essere visto il dibattito sulla riforma della Legge dei COMITES, non solo per l’urgenza determinata dalle prossime elezioni per il loro rinnovo e dalle decisioni relative che dovranno essere assunte. Tutti concordano, infatti, che alla futura rappresentanza parlamentare degli italiani occorre affiancare “un CGIE con compiti ridefiniti, ed una versione riveduta e potenziata dei COMITES per raggiungere gli obiettivi di qualità che costituiranno il banco di prova in termini di valorizzazione della nostra rete di presenze all’estero, alla luce delle grandi trasformazioni sociali, culturali ed economiche che le hanno interessate”.

Giova ricordare, al riguardo, che la riforma della Legge non approvata nell’ultima legislatura si proponeva, oltre ad una trasformazione che li avvicinasse ai consigli comunali, di renderli più aderenti alle necessità attribuendo loro maggiori poteri e mezzi finanziari, e di migliorarne le possibilità operative nei Paesi caratterizzati da grandi distanze.

Il CGIE si è battuto a fondo in quest’ultimo anno per giungere alla riforma della legge, dopo aver ottenuto il rinvio delle elezioni (di un anno), ed aver effettuato un’ampia consultazione con i COMITES di tutto il mondo.
Purtroppo il testo di legge elaborato dal CGIE, inviato successivamente al Governo e al Parlamento affinché si desse avvio all’iter legislativo, è rimasto per molti mesi all’esame dell’Ufficio legislativo del MAE e soltanto poche settimane fa è approdato al concerto delle amministrazioni interessate. Il testo è stato sottoposto ad una riscrittura, utilizzando la tecnica redazionale imposta per gli atti amministrativi (legge 205 del 1985).

L’approssimarsi della scadenza elettorale per il rinnovo dei COMITES – prevista per il prossimo mese di giugno – e la certezza che in tal caso si dovrebbe votare con la Legge vigente, hanno dato la stura ad un dibattito molto acceso sull’opportunità di rispettare la scadenza già prorogata o di rinviare ancora di un anno l’elezione dei nuovi COMITES, in attesa delle nuova Legge.
Nuova Legge che, come detto, è fondamentale per ridare vigore e garantire strumenti nuovi ai COMITES. Vale la pena ricordare che gli istituti innovativi approvati dal CGIE e recepiti dall’Ufficio legislativo riguardano in particolare:
A)il Comitato dei Presidenti COMITES.la possibilità di nomina dei rappresentati del Comitato in città diverse da quelle sede dello stesso.il Comitato dei Presidenti COMITES, Rappresentanti parlamentari, membri CGIE, Ambasciatorela possibilità di assumere personale a contratto locale per le necessità di segreteria dei Comitati.l’allargamento dei compiti consultivi dei Comitati per ogni contributo di ogni genere che ogni amministrazione pubblica intende assegnare ad associazioni ed Enti presenti nella circoscrizione.
B)la creazione di un meccanismo di risoluzione delle contro-versie che dovessero crearsi tra autorità consolare e Comitato.la definizione delle risorse che annualmente vengono assegnate come “finanziamenti” e non come semplici “contributi”.

Per contro, l’Ufficio legislativo ha modificato il concetto contenuto nel testo del CGIE che definisce con chiarezza cosa sono i COMITES, qual è il loro scopo, ovvero la loro ragione sociale. Ma anche vari aspetti apparentemente parziali come, per esempio, la possibilità dei COMITES di collaborare con le autorità locali.

La Legge modificata consentirebbe anche di rinnovare i COMITES votando per corrispondenza, una possibilità concreta non solo per incrementare la partecipazione al voto, bensì anche per testare in ogni parte del mondo lo stato di attuazione delle anagrafi consolari.

Rinviare ulteriormente di un anno le elezioni per il rinnovo dei COMITES significherebbe però non tenere conto dello stato di ”stanchezza” che predomina ovunque, acuita dai continui ritardi nell’erogazione dei contributi, particolarmente gravosi nell’esercizio in corso, e significherebbe indebolire ulteriormente il grado di considerazione nei loro confronti.

Una possibilità percorribile potrebbe essere far slittare le votazioni per il rinnovo a fine settembre 2003, purché Governo e Parlamento s’impegnino ufficialmente ad approvare la Legge di riforma entro il 31 marzo prossimo.
Augurandomi di aver offerto un contributo alle riflessioni del seminario e alle conclusioni che se ne trarranno, saluto tutti con grande cordialità.




 
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