NEW YORK, 22 NOV. -(Italia Estera) - Leggendo l'articolo di Beppe Severgnini sul perché l'italiano all'estero non dovrebbe votare, pubblicato sul "Corriere della Sera" (17/11/05), ci si puó rendere conto della differenza che spesso esiste tra gli italiani in Italia e quelli all'estero. In Italia si sente spesso dire: "ma chi te lo fa fá". Per gli italiani all'estero invece: "se é difficile lo facciamo subito, se impossibile ci impieghiamo un pó piú di tempo".
Nell'articolo, Severgnini cita misericordiosamente solamente "tre ansietá, tre dubbi, tre rimpianti" (siamo abituati a molti piú affanni) che alcuni hanno in Italia.
Prima ansia: "I consolati non hanno le risorse".Risposta: Ci siamo abituati.
Seconda ansia: "Il numero di Italiani é ignoto".Risposta: Per forza, ci hanno sempre ignorato. Ora finalmente, con il tempo e la pratica, cominceremo a contare ed essere contati.
Terza ansia: "La legge potrá cambiare".Risposta: E noi cambieremo con la legge.
Primo dubbio: "I parlamentari esteri saranno potenti e tentati di usare la carica per curare i propri interessi".Risposta: Il pericolo di corruzione all'estero é infinitesimale rispetto a quello che succede in Italia.
Secondo dubbio: "La legge sul voto all'estero non aiuta la nuova emigrazione".Risposta: Lo stato dell'emigrazione dipende dalla salute del sistema socio-economico dell'Italia non dalla legge sul voto all'estero.
Rimpianto numero 1: "Gli italiani avrebbero dovuto votare nei collegi italiani cosí si sarebbero interessati alle cose italiane".Risposta: In questo caso i residenti all'estero avrebbero sbilanciato i risultati delle elezioni votando per un programma che non riflette le necessitá nazionali. Inoltre, non avrebbero avuto rappresentanti interessati all'italiano all'estero (non lo sono mai stati). Infine, chi dice che l'italiano all'estero non é interessato alle cose italiane, non conosce molto bene le cose italiane all'estero.
Rimpianto numero 2: "Chiedere agli elettori di farsi vivi presso i consolati; oggi sono i consolati che devono correr dietro a tutti".Risposta: É loro dovere e responsabilitá ed é la definizione di "servizio pubblico".
Rimpianto numero 3: "Conoscere la lingua italiana per ottenere la Cittadinanza". Risposta: Questo non é un rimpianto, visto che l'italiano all'estero vuole essere italiano al 100%, non al 15% come alcuni in Italia vorrebbero. In altre parole Severgnini ci da una descrizione sommaria del perché il voto all'estero non dovrebbe essere concesso agli italiani. Questo ben sapendo che é un diritto costituzionale e che tutti i Paesi democratici (inclusa la Croazia ed ora anche il Messico) lo permettono.(Italia Estera) -