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12 feb 2002Apre a Parma il piu’ grande museo italiano dedicato ai burattini

- PARMA - Questa storia vera, scritta nel grande libro dei sogni da uomini capaci di catturare la luce delle stelle, andrebbe narrata con l’incantata innocenza di una fiaba: “C’era una volta…” e c’e’ ancora, a Parma, il teatro dei burattini.
Parma e’ una citta’ che sa essere riconoscente a chi le regala un sorriso – commenta Stefano Spagnoli, assessore alla Cultura del Comune di Parma. Per questo l’Amministrazione comunale ha eretto ai suoi grandi affabulatori-attori-poeti il piu’ bel monumento che un uomo-bambino possa desiderare.
Ispirandosi proprio a una delle due definizioni classiche del teatrino (l’altra e’ “baracca”, da cui il modo di dire ”chiuder baracca e burattini”): il “Castello dei burattini”, dedicato a Giordano Ferrari e alla sua collezione, oggi di proprieta’ del Comune, nei Musei Civici di San Paolo, in via Melloni al 3/a, che svelera’ per la prima volta tutto il suo incanto sabato 2 marzo 2002.
Il professor Remo Melloni, docente al Dams e curatore scientifico del museo ce ne da’ un’idea in cifre e contenuti: senz’altro il primo in Italia per numero di pezzi acquisiti, ma anche per il loro valore storico, simbolico e perche’ no, sentimentale. Un’area museale di circa 300 metri quadrati, uno spazio “vivo”, dove, curiosita’, storia e tradizioni popolari, costume, passioni, e risate si percepiscano come una vibrazione dell’anima. Un patrimonio di 1.500 tra marionette e burattini, 400 scenografie, 200 copioni per lo piu’ manoscritti e circa 400 volumi sul teatro di figura, oltre a chicche come opere del ‘700 e dell’800, manifesti, locandine e oggetti di scena. Una dotazione totale di circa 3.000 pezzi che saranno esposti a rotazione.
Le cinque stanze ospiteranno rispettivamente la commedia dell’arte, i soggetti a tematica, le opere lombarde e quelle straniere contemporanee. Dinastie eccellenti come quella dei Campogalliani. Scenografie come quelle dei Concordia, acquistate dagli stessi Ferrari. Curiosita’ storiche: Michele Pirolo gia’ nel 1830 ottenne a Parma il suo primo teatro stabile di marionette; Palazzo Ducale ostacolava gli spettacoli popolari per via della satira contro il potere costituito, veicolata attraverso le battute apparentemente innocenti dei “fantocci”. E che dire dei piatti di scena, che a Parma non potevano che essere autentici (vero prosciutto, veri tortelli)?
E poi i Ferrari, che stanno alla petite capitale, come Arlecchino sta a Venezia o Pulcinella a Napoli. Ne sono diventati l’anima. Un’anima grande che riesce a stare tutta dentro un burattino. E’ una famiglia felice, questa, che infondendo alito vitale alle sue creature di legno, si diverte da generazioni e ha fatto divertire intere generazioni di esseri umani.
Jmmy Ferrari e’ figlio di Giordano e nipote del grande Italo (1877-1961), una dinastia di geniali “acchiappasogni”. Lui suona dodici strumenti, e’ un abilissimo intagliatore di “fantocci”, ha donato i suoi cromosomi di burattinaio Doc a figlia e nipote e si arrabbia moltissimo quando si fa confusione tra burattini e marionette (i burattini si manovrano solo con le mani!) o quando si sostiene che il teatrino dei burattini e’ nato per i bambini (dietro un burattino c’e’ la commedia dell’arte, dietro questa c’e’ il popolo e dietro il popolo c’e’ un cuore; un bambino non ha ancora i mezzi per capire tutto cio’).
La vita della sua famiglia e’ tutta un aneddoto: Una sera di molti anni fa, nonno dava spettacolo a Colorno, solo che il camioncino con l’allestimento scenico e i burattini non arrivo’; il teatro era strapieno e la gente rumoreggiava. Allora non era come oggi: molti venivano in bici o a piedi da sei o sette chilometri lontano. Nonno Italo li informo’ dell’inconveniente tecnico e senza batter ciglio esegui’ tutto lo spettacolo (un’ora e mezza!) con le nude mani e le mille intonazioni vocali che era in grado di modulare. Solo mani e voce. Li incanto’ tutti, erano come ipnotizzati. Grazie alla sua strabiliante abilita’ tutti videro quello che non c’era.
Italo e’ anche il creatore di “Bargnòcla”, la popolare maschera parmigiana, l’acchiappabotte che alla fine si ribella, il simbolo della gente dell’Oltretorrente, reso celebre da Giordano Ferrari, altro geniale innovatore. “Papà adoperava il fosforo per i suoi effetti speciali e
alcuni suoi trucchi, che lui dava per scontati, avevano fatto impazzire il macchinista del ”Lirico” di Milano”. Al “Castello dei Burattini”, il 2 marzo, per vivere altre mille fiabe vere come questa.
Il Castello dei Burattini restera’ aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 17.00, tranne il lunedi’. Biglietto € 2,5 intero (1,5 ridotto). Per informazioni: tel. 0521.239810 oppure Iat di Parma, tel. 0521.218889. E-mail: castellodeiburattini@comune.parma.it. Sito web:www.comune.parma.it/castellodeiburattini.
Inoltre, dal 1° al 16 marzo, le Biblioteche Civiche di vicolo Santa Maria 5 espongono libri e documenti posseduti dalle biblioteche comunali d Parma sull’argomento dei burattini. La mostra e’ gratuita. Orari: dal lunedi’ al giovedi’ dalle 9.00 alle 19.00, venerdi’ e sabato dalle 9.00 alle 13.30. Chiuso la domenica. Tel. 0521.218889.



 
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