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25 nov 2002Nel CGIE dell’Argentina esplode il protagonismo? Un articolo de “La Comunità”

Ci viene segnalato questo importante articolo di Josè Tucci sul giornale "La Comunità" di Buenos Aires che noi di buon grado pubblichiamo per informare i nostri lettori su una presunta lotta dell’interno dell’Argentina contro Buenos Aires per la sostituzione dello scomparso Macrì nel CGIE
CGIE Argentina. L’interno contro Buenos Aires?
BUENOS AIRES - La scomparsa di Antonio Macrì modifica sensibilmente il protagonismo del CGIE dell’America Latina in seno alle strutture partitiche e governative italiane. Macrì fu un dirigente che seppe inserirsi nelle strutture del potere politico italiano e che venne accettato, principalmente per la sua netta dicotomia tra la politica e il sociale. La sua forte personalità si trasforma in elemento penalizzante nel momento di trovare un sostituto al suo operato. Macrì, che aveva una grandissima capacità di lavoro, aveva fornito indizi decisamente chiari riguardo al suo successore all’interno del CGIE: le sue preferenze indicavano Luigi Negro, presidente del Comites de La Plata, che vanta come antecedente di non poca rilevanza, il fatto d’essere stato l’uomo più votato nel mondo.
I candidati non sono pochi. Ci sono vari aspiranti che possiedono i requisiti necessari. Lo stesso Luigi Negro, che accompagnò da vicino l’intera attività di Macrì; Gaetano Cario, prolifero editore con presenza nell’America Latina dovuta ai suoi mass media, uomo dall’estesa carriera professionale, molto conosciuto in tutto lo spettro politico della comunità di tutto il mondo, che rinunciò alla sua designazione nel CGIE come Fusie (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) con l’evidente proposito di lasciare la sua carica all’odierno presidente dell’organismo Domenico De Sossi, così da poter coprire il ruolo di primo non eletto legato al decesso di Macrì; Mario Frizzera, medico dell’Ospedale Italiano e uomo di grande rilevanza nella collettività e di forte presenza nei media italiani locali, a cui apparentemente ammicca uno dei partiti politici che costituiscono l’attuale coalizione di governo. A tale ventaglio di nomi si aggiungeranno indubbiamente altri membri che con legittimità aspirano a tale incarico.
Un presagio dell’incerto futuro prossimo che si delinea in tale aspetto, si è manifestato in seno al CGIE in occasione dell’elezione del membro di questo organismo che dovrà colmare l’assenza di Macrì nella Unità Tecnica creata dal Ministro Tremaglia, che, speriamo, non sia condannata al destino della maggioranza delle commissioni: l’ostracismo.
L’eletto fu Adriano Toniut, uomo dell’interno, più precisamente della città di Mar de Plata, che si è imposto a Mario Frizzera, il quale stranamente ha ottenuto esclusivamente il suo voto. Credo che questa sia una lettura che non debba passare inosservata e che aggiunge Toniut alla lista dei candidati. Indubbiamente, le province intendono mettere fine all’egemonia di Buenos Aires per quello che riguarda gli incarichi decisivi, o perlomeno fa presagire un tale orizzonte.
Sul piano politico un atteggiamento molto volatile caratterizza i membri del CGIE. Alcuni dichiarano di non voler essere coinvolti nella politica partitica italiana, altri considerano di non poter contare con la forza sufficiente per fronteggiare i politici di turno e alcuni pochi mantengono la loro ideologia senza reticenze e senza un atteggiamento di vergogna. I dirigenti più emblematici della più numerosa collettività del mondo bussano alle porte di Alleanza Nazionale e di Forza Italia. Se effettivamente l’appoggio dei partiti di governo è importante, non dobbiamo dimenticare il parere dei diplomatici locali nel momento di queste elezioni.



 
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