GENOVA, 13 NOV -(Italia Estera) - Comprare, assaggiare, imparare, partecipare. Tutto questo a Slow Fish, il Salone del pesce sostenibile, che questo fine settimana ha animato la Fiera di Genova.
La seconda edizione della rassegna voluta da Slow Fish si è aperta i con una novità: il basilico genovese, unico in Italia, ha ottenuto ufficialmente la Dop, denominazione di Origine Protetta, dall' Unione Europea. Una certificazione attesa da mesi messa ora nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale.
Slow Fish è stato pensato come alternativa e supporto marino al già affermato Salone del Gusto di Torino, e dovrebbe diventare, nelle intenzioni dei suoi ideatori, "un appuntamento planetario per quanto riguarda le tematiche dell'acqua", come ha spiegato il presidente dell'associazione Carlo Petrini.
Al Salone del pesce sono state presenti oltre 50 Comunità del cibo provenienti da tutti i Continenti, che hanno proposto i loro prodotti, la loro esperienza, le loro tecniche, la loro cultura marina. Un'occasione per i pescatori italiani ed in particolari liguri, ma anche per i consumatori che in questo modo hanno conosciuto, imparato e partecipato agli approfondimenti sulle varie tematiche legate all'acqua.
L'obiettivo è quello di diffondere una gastronomia del pesce corretta e funzionale alla tutela delle risorse ittiche; ma si è voluto anche parlare ai pescatori, che di tali risorse sono i gestori e custodi. La presenza delle comunità della pesca da tante parti del mondo è andata proprio in questa direzione. Un pesce buono, pulito e giusto, insomma. Buono in relazione alle diverse culture del mondo, pulito perché prodotto di un nuovo equilibrio dell'ecosistema, giusto perché frutto di un lavoro adeguatamente riconosciuto.
Accanto alle Comunità di pescatori del mar Ligure, dunque, si sono presentate al pubblico quelle dell'isola cilena di Robinson Crusoe o i pescatori mauritani nomadi Imraguen o quelli turchi del villaggio di Daylan che conserva nella cera d'api le uova di cefalo, salate ed essiccate. Tutti hanno offerto i lorp prodotti e le loro conoscenze in uno scambio continuo con le realtà del resto del mondo.
La tre giorni genovese si è articolata in una serie di 'Percorsi della conoscenza', dove vivere un'esperienza formativa che coinvolge vista, udito e gusto, con un calendario di oltre venti incontri sulla pesca sostenibile.
Molto apprezzati gli spazi per l'acquacoltura di qualità, le acque salmastre e le lagune, e le lezioni di degustazione, i 17 laboratori scientifici dell'acqua. Fino al 'Bazar', dove i visitatori hanno incontrato le Comunità del cibo provenienti dai 5 continenti e il Bistrot, un luogo conviviale dove è stato accompagnato il pubblico tra i mille sapori del mondo dell'acqua. E’ stato un viaggio dei cinque sensi, una bella occasione golosa, ma anche un momento di riflessione su una filosofia di produzione e di consumo consapevoli.(Italia Estera) -