MILANO - (Italia Estera) - Il presidente del Consiglio e leader della maggioranza di centrodestra, Silvio Berlusconi, ha attaccato l’opposizione di centrosinistra, accusandola di non essere in grado di garantire democrazia e libertà, perché legata ai sistemi e ai simboli “illiberali” della lotta comunista. “La democrazia e la libertà nel nostro Paese non sono ancora garantite perché c’è una opposizione illiberale che ancora sventola nelle sue bandiere i simboli del terrorismo e dei partiti della tirannia”, ha detto il premier fra le ovazioni di un migliaio di sostenitori di Forza Italia, riuniti a Milano per un convegno organizzato dai Riformatori azzurri.
“Ci sono due modi per essere comunisti”, ha continuato Berlusconi, distinguendo quello “palese e meno pericoloso” di partiti come Rifondazione comunista da quello “non dichiarato”, che però mantiene “i sistemi di lotta politica del comunismo” - con evidente riferimento al rivale politico e leader dell’opposizione Romano Prodi.
Il premier ha usato i toni forti da campagna elettorale, in vista del voto del 2006, elencando i meriti del governo, in contrapposizione alle presunte slealtà del centrosinistra.
“Noi non abbiamo mai rubato, non abbiamo trasformato Palazzo Chigi in una merchant bank”, ha detto. “Non abbiamo mai utilizzato la giustizia contro di loro, non abbiamo mai fatto intercettazioni telefoniche, non abbiamo mandato la Guardia di Finanza a nessuno, non abbiamo mai usato la tv per attaccarli, non li abbiamo mai insultati”.
In risposta alle accuse di aver prodotto leggi “ad personam”, mirate al suo interesse personale o a quello della sua parte politica, Berlusconi ha affermato che “non c’è stato provvedimento che pensavamo riducesse la libertàà del cittadino che noi abbiamo votato o approvato”.
Berlusconi ha anche sfiorato temi di politica economica affermando che “Se chi ha fatto il cambio avesse avuto le relazioni e le alleanze che abbiamo noi oggi, non avremmo avuto un cambio a 1.936,27 ma più favorevole”. Secondo Berlusconi con un cambio più favorevole “non avremmo avuto le famiglie che non arrivano alla quarta settimana del mese”.Ma anche in questo campo è arrivata la stilettata all’opposizione: “Ci sono pensionati che, usati dalla sinistra, denigrano il governo. Parlando, ovviamente, delle pensioni, su tram o metropolitane. “Nel nostro bel dialetto milanese dicono - ha riferito Berlusconi parlando proprio in dialetto - ‘uhe’ ti, cossa l’é che gh’ha dì el Berlusca? Che l’aumentava i pension? S’é vist nagott’ (ehi tu, cosa ha detto il Berlusconi? Che aumentava le pensioni? Non si è visto nienté, ndr)”. Berlusconi ha invece spiegato che il contratto con gli italiani “é stato tutto onorato. C’é solo quello della riduzione delle tasse che avremmo potuto fare meglio. Però ci sono undici milioni di cittadini che non fanno neppure la dichiarazione dei redditi”.
Il premier ha quindi difeso la riforma della Costituzione in senso federalista approvata dal Parlamento e, a suo parere, “impropriamente chiamata devolution. Invece è una riforma ammodernatrice della carta costituzionale, che non viene toccata nella sua prima parte, che regola i valori, ma nella seconda”, ha detto Berlusconi, sottolineando che “bisogna prendere atto di cosa contiene e del fatto che entrerà in vigore nel 2011”.
“Diranno che l’attuale presidente del consiglio ha voluto darsi più poteri”, ha chiosato il premier. “Ma io credo che nel 2011 ci sarà un altro presidente del consiglio, anche se sono sicuro che vinceremo le elezioni”.
La riforma costituzionale in senso federalista, è stata approvata dal Senato mercoledì scorso, e modifica circa 50 articoli della legge primaria.
Per diventare definitiva, la riforma dovrà però essere ratificata da un referendum confermativo che si terrà nei prossimi mesi. (r.c./Italia Estera) -