| 11 nov 2005 | Carabinieri, dedicato ai motori il calendario 2006 |
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 ROMA, 11 nov. - (Italia Estera) - Quasi Cent'anni fa, nell'estate del 1906, un carabiniere guidava la prima automobile dell'Arma con motore a scoppio, una Fiat 16/24 hp. A un secolo di distanza, l'Arma celebra e ripercorre la storia dei motori 'istituzionali', auto e motociclette, con l'edizione 2006 del suo celebre Calendario.
L'iniziativa editoriale, divenuta negli anni una delle piu' ambite nel mondo del collezionismo di 'militaria', e' stata presentata alla Scuola Ufficiali Carabinieri alla presenza del comandante generale dell'Arma, generale Luciano Gottardo. Il Calendario risponde fin dalla copertina (un'Alfa Romeo 156 che si affianca ad una storica 'Giulia') ad una ''concezione dinamica, in cui il passato e il futuro si confrontano procedendo uniti verso piu' ambiti traguardi'', ha rilevato lo stesso comandante generale.
Alla presentazione dell'opera e del libro 'Storia documentale dell'Arma dei Carabinieri - Dalla Carica di Pastrengo alla vigilia della Terza Guerra d'Indipendenza' hanno preso parte anche la giornalista Cesara Buonamici, il giornalista ed esperto di motori Andrea De Adamich, l'autore del volume Generale Arnaldo Ferrara e lo storico Lucio Villari.
Dai primi automezzi dell'epoca della Grande Guerra ai veicoli attualmente utilizzati nelle missioni all'estero, fino ai prototipi avveniristici delle vetture elettriche in fase di sperimentazione per i servizi 'di quartiere', il Calendario 2006 ripercorre un secolo di storia dell'Arma attraverso i suoi motori. Non manca un capitolo dedicato alle mitiche 'Giulia' e 'Alfetta', in dotazione per tanti anni ai Nuclei Radiomobili.
La presentazione del calendario del prossimo anno e' stata l'occasione di un bilancio dell'attivita' svolta nel 2005, che ha portato a ''risultati soddisfacenti dovuti alla tecnologia di cui l'Arma si e' dotata, che la rende uno strumento moderno e al passo con i tempi, ma soprattutto -ha rilevato il generale Gottardo- alla professionalita' dei nostri uomini. Senza quella dose di spirito di servizio, di sacrificio e di dedizione che contraddistingue l'uomo-carabiniere e che lo fa sentire in linea con le tradizioni dell'Arma, penso che questi risultati non si sarebbero potuti raggiungere''.
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