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04 nov 2005Il 9 novembre presentazione delle 100 fattorie romane nella piana di Lucca

Il sito sarà oggetto di studio da parte di alcune università Usa come la New York university e l’Ohio university e l’università del North Carolina.
LUCCA, 4 nov. - Ultimati gli interventi per la realizzazione del Parco archeologico naturalistico della Piana di Lucca nell’area di Palazzaccio e Fossanera (nei comuni di Capannori e Porcari) dove sono stati ritrovati i resti di 100 fattorie di epoca romana, il sito sarà presentato alla stampa il prossimo 9 novembre.
Gli interventi effettuati riguardano sia l’aspetto degli scavi archeologici e gli approfondimenti scientifici del sito, sia gli interventi di realizzazione dei percorsi per i visitatori, nonché le azioni per l’aspetto didattico-divulgativo.
Il presidente della Provincia di Lucca Andrea Tagliasacchi, l’archeologo prof. Michelangelo Zecchini e lo studioso-progettista Alessandro Mrakic nonché l’assessore regionale alle politiche culturali prof.ssa Mariella Zoppi, la sovrintendente archeologica della Regione Toscana Dott.ssa Cianferoni, il sovrintendente delle province di Lucca e Massa ai BAAAC dott Ficacci, i rappresentanti dei Comuni coinvolti nel progetto (Porcari e Capannori), del Forum Unesco di Lucca e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena sono stati i promotori e i partners di questo spettacolare lavoro archeologico.
Gli interventi nell’area riguardano, appunto, l’avanzamento dell’opera di scavo con ulteriori approfondimenti scientifici da parte degli esperti e, al contempo, la realizzazione delle strade di accesso, delle passerelle e dei percorsi per i visitatori e per l’allestimento della cartellonistica, ma anche il restauro dei reperti e la conseguente schedatura degli oggetti che faranno parte del museo archeologico di Porcari. E proprio in questi giorni, inoltre, sono in fase di stampa due volumi che riguardano le 100 fattorie e la storia della popolazione residente nella zona sia prima che dopo l’epoca romana.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Provincia: “La presentazione del progetto del Parco avvenuta nel novembre scorso – sottolinea Tagliasacchi – è stato il primo passo significativo per la valorizzazione di questo sito. Ora dalle parole si passa ai fatti con il concreto dei lavori e delle numerose azioni contenute nel progetto sui beni culturali che consente, da un lato, di recuperare preziose testimonianze storiche e, dall’altro, di dare uno sviluppo nuovo a quest’area della provincia. E’ da rimarcare la significativa collaborazione tra gli enti così come il ruolo fondamentale svolto da Soprintendenza archeologica, Università e Forum Unesco che, tra l’altro, ha la seconda sede italiana proprio in Palazzo Ducale a Lucca, con una sezione archeologica impegnata nella valorizzazione del sito di Fossanera”.
Siamo ad un deciso passo in avanti per la valorizzazione dei reperti presenti sul territorio lucchese, tenendo conto che l’insieme dei siti archeologici dell’ex lago di Bientina costituisce un prezioso scrigno di monete, vasellame, fibule, bronzi, collane d’ambra e di pasta vitrea, oreficerie: insomma un archivio inesauribile di dati per la ricostruzione delle origini dell’intera Piana e della Toscana nord-occidentale.
“Il progetto osserva il professor Zecchini – è il più importante per quanto riguarda l’aspetto storico, archeologico e di valorizzazione naturalistica mai varato sinora su questo territorio. Un progetto, a mio avviso, capace di portare ricadute positive sulla nostra zona. Con perfetto sincronismo porteremo avanti la ricerca scientifica, gli interventi didattici, nonché la sistemazione e la valorizzazione dell’area attraverso le azione previste. Non dimentichiamo, inoltre, l’interesse dimostrato da parte di numerose università straniere, americane in particolare. A breve, infatti, il sito sarà oggetto di studio da parte di alcune università Usa come la New York university e l’Ohio university e l’università del North Carolina.
 
Dall’archeologia alle bellezze naturali. Di pari passo va ricordato il valore ambientale del padule come un’oasi unica, racchiusa tra i Monti Pisani e le Cerbaie, tanto da costituire un anello ecologico fondamentale per l’intero sistema della Toscana settentrionale. Oltre alla valenza ambientale del sito, l’area - da oggi parco archeologico-naturalistico - è stata oggetto di un passato piuttosto ’movimentato’ durante il quale la comunità lucchese ne ha comunque sempre intuito la ricchezza culturale e la necessità di adottare iniziative di salvaguardia.
 



 
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