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28 ott 2005Immigrazione: Tremaglia propone investimenti europei in Africa

ROMA -28 OTT -  (Italia Estera) - Il Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia rilancia la necessità da lui più volte evidenziata di convocare una Conferenza internazionale alla quale partecipino tutti i Paesi del Mediterraneo e quelli della Unione Europea per affrontare l’ormai improcrastinabile problema dell’immigrazione clandestina.
E’ un problema che va affrontato alla radice, dice Tremaglia: “fin quando esisterà squilibrio occupazionale e demografico tra la sponda sud e la sponda nord del Mediterraneo, tra l’Africa e l’Europa, i flussi d’immigrazione non cesseranno” e chiede di dare attuazione alla risoluzione da lui presentata e approvata da 127 Paesi, il 14 ottobre del 1995 a Bucares, che prevede un piano trentennale di investimenti in Africa finanziato dalla Comunità europea, con l’obiettivo di dare lavoro a 20 milioni di Africani nella loro terra. Una politica di sviluppo e non più meramente assistenzialista.
Tremaglia ricorda che quella risoluzione, presentata anche durante il Semestre Italiano in UE, è contenuta nella relazione introduttiva della “Bossi-Fini” approvata dal Parlamento Italiano.
“Non si capisce perché – continua il Ministro per gli Italiani nel Mondo - non sia stata data esecuzione all’importante progetto, nonostante sia stato più volte richiamato proprio dal sottoscritto a nome dell’Italia” e “faccio appello, innanzi tutto, al Governo italiano, perché faccia propria questa richiesta con la convocazione della Conferenza a Malta, come da me proposto, o altrove, per elaborare le necessarie politiche di sviluppo di lungo periodo”.
Una stima demografica che va dall’87 al 2015 prevede che la popolazione dell’Unione Europea aumenti di 13 milioni di unità e che quella dei Paesi rivieraschi del Sud raggiunga invece i 170 milioni di abitanti. “È chiaro che se non risolviamo questa situazione, l’”invasione” dell’Europa diventerà inarrestabile”, con le tristemente note ripercussioni sulla criminalità organizzata e non”.
“Non bisogna dimenticare che l’accoglienza è un fatto di umanità e di civiltà, ma è necessario risolvere il problema di fondo rendendo vivibile la loro Terra affinché questi disperati non siano costretti ad abbandonarla”, conclude Tremaglia.




 
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