TREVISO , 27 ott. - (Italia Estera) - Il volume “Gli affreschi nelle chiese della marca Trevigiana dal Duecento al Quattrocento”, edito da Fondazione Cassamarca, ha vinto il Premio Brunacci Monselice per la Storia Veneta - “Sigillo Monsilicis” per la Civiltà Veneta.
L’opera curata dal Prof. Giorgio Fossaluzza e già vincitrice del Premio Gambrinus 2005, è stata giudicata la migliore da una giuria di docenti universitari dell’ateneo patavino.
Il Premio Brunacci, giunto quest’anno alla XXII edizione, intende valorizzare la conoscenza della storia locale e regionale con l’obiettivo di recuperare e promuovere l’identità veneta in tutte le sue
manifestazioni. La premiazione avverrà domenica mattina alla Pieve di Santa Giustina a
Monselice.
La scheda dell’opera.
L'opera, curata dal prof. Giorgio Fossaluzza, è uscita alla fine del 2004 e si è già aggiudicata, nei primi mesi dalla pubblicazione, il Premio Gambrinus e il Premio Brunacci. Si tratta di un’opera importantissima, in 4 volumi, di circa 400 pagine ciascuno, corredati da ampio e dettagliato corredo fotografico.
L'opera è frutto di un accurato e capillare censimento della pittura a fresco dal Duecento a tutto il Quattrocento presente in chiese, oratori e chiesette campestri del territorio trevigiano (con esclusione del patrimonio cittadino), inteso nella sua conformazione storica più ampia, comprendendo cioè anche lembi di territorio ora facenti parte delle province di Venezia, Belluno e Padova.
Si sono individuati e censiti un'ottantina di siti; tra questi vi sono quelli più noti ove sono ospitati famosi cicli pittorici - a San Pietro di Feletto, a Serravalle con la Cappella di San Lorenzo e di San Giovanni - e altri meno conosciuti o valorizzati, come quelli presenti nella chiesa diSanta Maria Assunta a Mogliano, a Tarzo e a Rugolo di Sarmede. Tutti contribuiscono organicamente ad illustrare le varie tappe di tre secoli di pittura ad affresco, prima che tale arte assumesse un significato diverso. Si sono, inoltre, riannodati i fili della memoria storica e documentaria di opere che sono ora rintracciabili in istituzioni museali nazionali o estere, oppure che addirittura non esistono più, quale l'importante ciclo trecentesco distrutto durante il primo conflitto mondiale del Castello di
San Salvatore a Ssegana.
E' stata realizzata un’apposita campagna fotografica di grande valore documentario, importante non solo per il numero delle opere censite, ma anche come testimonianza dello stato di fatto di un intero patrimonio artistico ripreso in uno stesso arco di tempo. Una campagna fotografica destinata ad assumere, nel corso degli anni, un punto di riferimento per gli studi di tale patrimonio.
La pubblicazione presenta una ricchezza di quasi mille immagini a colori e in bianco e nero, a cui si aggiungono molte preziose immagini d'archivio che documentano l'evoluzione conservativa e gli interventi di restauro delle opere.
Nel primo volume, dedicato al Duecento e al Trecento, trovano collocazione, tra gli altri, gli affreschi di Pietro da Rimini del castello di San Salvatore, quelli di Filippo da Firenze di Santa Maria Assunta di Mogliano e il ciclo duecentesco del Tempio di Ormelle.
Il secondo volume, dal titolo "Tardogotico e sue persistenze", dedica ampio spazio all'importante episodio di San Lorenzo di Serravalle e al ciclo del Credo di San Pietro di Feletto.
Con il terzo volume siamo ormai nel Rinascimento, con le varie personalità ormai individuabili, Dario da Treviso, Giovanni di Francia, Desiderio da Feltre, e poi altri episodi quali quelli espressi dal maestro di Baver o dal maestro di Zoppè.
Il quarto volume raccoglie l'opera di Antonio Zago e Antonio Rosso da Cadore, seguita dall'ampio catalogo dei siti, analizzati anche nella loro rilevanza ed evoluzione architettonica, da una interessante antologia critica e da un'ampia bibliografia generale.
L’opera costituirà l’unica editazione completa finora realizzata nel settore della storia dell’arte nella provincia di Treviso e si appresta a divenire uno strumento di ricerca e studio sia per specialisti del settore sia per il pubblico più attento.
La Fondazione ha inoltre deliberato la prosecuzione della collana attraverso l’editazione di due volumi cronologicamente successivi al periodo preso in esame in quest’opera, dove trovi collocazione anche il patrimonio artistico trevigiano, che non è stato trattato, se non per i doverosi collegamenti, in questa prima serie. (Italia Estera) -