Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
20 ott 2005ARGENTINA, Assegno sociale richiesta eterna ++di Marco Basti++

L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
 
BUENOS AIRES  - Tribuna Italiana/Italia Estera - Quante volte l’argomento assegno sociale, ha occupato questo spazio? Tante, proprio molte. Com’era logico. Almeno da quando l’allora delegato delle ACLI in Argentina, il compianto Claudio Bertoncelli, lo propose ufficialmente per la prima volta agli inizi degli anni Ottanta. Una proposta che successivamente hanno rilanciato dirigenti di praticamente tutti i settori della nostra collettività: dall’associazionismo sociale a quello regionale, dai rappresentanti dei Patronati a quelli delle associazioni nazionali di emigrazione, dai consiglieri dei Comites a quelli del CGIE eletti dal 1986 ad oggi. Una richiesta fatta da tutta la nostra comunità che, instancabilmente, l’ha riproposta nelle varie sedi istituzionali a livello nazionale, regionale, continentale, politico, sindacale, ecc. Una richiesta fatta propria anche da comunità italiane residenti in altri Paesi dell’America Latina.
Come è noto, anche se la stragrande maggioranza degli italiani emigrati in questo continente ha lavorato intensamente conquistando un certo benessere e anche la prospettiva di una vecchiaia serena, le condizioni economiche dell’Argentina e di altri Paesi della regione, hanno decurtato gravemente i risparmi messi da parte da questi nostri connazionali, durante tutta una vita di lavoro.
In casi estremi, la crisi ha colpito fortemente alcuni connazionali riducendo le loro condizioni economiche e sociali a quelle di disagio, se non di indigenza vera e propria. L’assegno sociale, la pensione sociale, l’assegno di sostentamento o di solidarietà, dovrebbe essere il rimedio per gli italiani residenti all’estero, che li aiuterebbe a sopportare la situazione e li metterebbe in parità di condizioni almeno, con i più poveri d’Italia.
 Infatti, in Italia, chi non ha una pensione, chi non ha entrate, chi non è sostenuto dalla famiglia, quando supera i 65 anni riceve una pensione sociale, una pensione che gli consente di sopravvivere.
In Argentina erano pochi i connazionali che sarebbero stati in condizioni di accedere a tale pensione, perché da una parte la moneta locale aveva ancora un certo valore, dall’altra la situazione economica, anche se si era già registrata la crisi del ‘75 e si apriva quella dell’82, non era ancora drammatica. Inoltre la maggior parte degli emigrati italiani, pur se stava raggiungendo la sessantina, era in gran parte attiva, svolgendo attività economiche o aveva pensioni più o meno dignitose. Quindi i casi per i quali si prevedeva l’assegno sociale erano davvero pochi.
E’ passato quasi un quarto di secolo dalla proposta avanzata allora da Bertoncelli. A guardare la situazione con la lucida (cinica?) freddezza di un contabile, la mancanza di risposta a quella richiesta ha fatto risparmiare miliardi di lire e milioni di euro all’Italia.
Ma è chiaro che la politica non è fatta solo dei calcoli dei ragionieri.
La politica è fatta anche di giustizia, di solidarietà, di equità.
Di giustizia, perché chi a suo tempo è stato costretto dalle circostanze,
dalla situazione italiana del dopoguerra ad emigrare, merita, se a causa di quella scelta obbligata si trova in condizioni di disagio, di povertà estrema, di essere soccorso dalla patria di origine, dalla società che, dalla sua emigrazione, ottenne un vantaggio.
Doverosa la solidarietà, con chi non ha avuto fortuna, con chi è stato colpito dalla povertà. Se la società italiana corre generosa in soccorso di quanti al mondo non sono fortunati, a maggior ragione dovrebbe soccorrere i suoi fratelli connazionali, anch’essi colpiti dalla povertà.
Doverosa l’equità, per rispettare il concetto costituzionale che sancisce che la legge è uguale per tutti. Tutti i connazionali, siano essi residenti in Patria, che residenti all’estero.
L’approfondita e persistente crisi economica che colpisce specialmente l’Argentina e il Venezuela, con riflessi drammatici fra i connazionali residenti in questi Paesi, ha portato negli ultimi anni a misure di emergenza da parte dei governi italiani, come è stato l’aumento delle risorse per l’assistenza diretta e indiretta assegnate ai Consolati.
La recente assemblea continentale del CGIE, riunitasi a San Paolo, è tornata a chiedere l’aumento di tali risorse, in uno degli ordini del giorno approvati. Lo stesso però, si conclude chiedendo “che nella discussione sulla Legge Finanziaria si affronti anche la questione dell’istituzione di un assegno di solidarietà per i cittadini italiani oltresessantacinquenni che versano in
condizioni di indigenza”. Avrebbe dovuto chiarire, a scanso di equivoci, che si tratta di un soccorso richiesto per chi è nato in Italia.
Si tratta di una nuova richiesta, o meglio dell’ennesima ripetizione della richiesta di sempre. Continuando di questo passo, fra non molto tempo, sarà diventata una richiesta inutile, perché nel frattempo saranno partiti per l’aldilà i possibili candidati a questo beneficio.
                            Marco Basti



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati