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14 ott 2005Da Manchester scrive Sicilia in Europa

(Italia Estera) - Da Manchester scrive Sicilia in Europa
Cari amici
Noi viviamo da tempo in questa terra, vi operiamo con onestá e dignità e siamo riusciti a conquistare la stima e la riconoscenza dei britannici e dei loro governanti. Questo avviene anche per gli altri italiani sparsi nel mondo, per tutti gli italiani che lavorano e producono onestamente e intelligentemente. Tuttavia, tutti noi, pur avendo piantato solide radici in terre straniere, non smettiamo mai di sentire pulsare nelle nostre vene sangue italiano. Un pezzo del nostro cuore e sempre in Italia, nel nostro paese di origine, con i nostri parenti, con i nostri amici con i nostri connazionali.
Ora noi vorremmo che dall'altra parte, cioè dall'Italia, ci fosse un compenso d'affetto e d'interesse per noi. Certamente non ci manca l'affetto dei nostri parenti, quello che non sentiamo vicino e il
cuore dei governanti dello Stato italiano.  Noi, da sempre abbiamo avvertito e, tuttora avvertiamo,la grande lontananza, la penosa indifferenza del governo italiano verso i suoi connazionali sparsi nel mondo, che certamente vengono ancora paragonati e visti come i primi sconsolati, pionieri, emigrati per sopravvivere, come i vinti di verghiana memoria. I nostri governanti ignorano o vogliono
ignorare che da molti anni noi siamo, per tanti versi, una salda ancora dell'economia e della democrazia italiana; vogliamo immaginare cosa potrebbe succedere se venisse a mancare alle casse delle banche italiane il formidabile flusso di denaro, che giornalmente inviamo come nostri risparmi? È possibile non considerare, altresi, il commercio continuo che noi operiamo con la
nostra patria, in quanto, grazie a noi, tantissimi prodotti della nostra penisola vengono esportati in tutto il mondo.?
Cosa chiediamo noi al Governo italiano? Non chiediamo lavoro, non chiediamo denaro, non chiediamo protezione ne assistenza sociale; i nostri problemi noi ce li sappiamo risolvere  da soli,
per queste cose il nostro rapporto gira attorno alla seconda patria che ci ha  adottati, oltre che accolti. Noi vogliamo sentirci pensati soltanto, noi vogliamo essere stimati nella considerazione che
meritiamo, in nome delle nostre fatiche e dei nostri sacrifici.
Soffermiamoci sulla legge che il Parlamento italiano, finalmente, ha approvato; legge che permette ai cittadini italiani, sparsi nel mondo, di votare per partecipare alle elezioni dei nuovi deputati e
senatori. Votazioni che permetteranno, cosa importantissima per noi, di eleggere un tot numero di parlamentari tra tutti noi immigrati. Ci sono voluti più di trenta lunghi anni prima che questa legge andasse in porto, prima che i governanti avessero fiducia in  noi e nella nostra identità.  A questo punto bisogna che il diritto di voto che ci viene riconosciuto venga correttamente esercitato da noi, senza ripetere il grave errore delle passate votazioni europee, che furono un’esperienza certamente disastrosa. II motivo? Non tutti erano a conoscenza che si votava per un "voto italiano". La
disinformazione ha giocato in nostro sfavore e quanta è accaduto non deve ripetersi ancora.  La legge citata e' certamente buona per noi, ma sarà proficua solamente se non saremo cercati nel periodo elettorale, magari con belle frasi e qualche lusinghiera promessa, e poi essere nuovamente lasciati soli per lunghi letarghi.
 
Torno a ricordare che noi non siamo gli stessi del dopoguerra, quando un voto veniva pattuito con un viaggio di andata e ritorno in terza classe,e,vaghe promesse. Oggi il nostro lavoro è benessere,
più che benessere e' fonte di lavoro per i nuovi arrivati e per il commercio internazionale. E' nostro dovere rispettare il diritto concessoci ed e' dovere dei Governanti rispettare i nostri diritti. Dobbiamo essere continuamente informati della politica nazionale, dobbiamo esserne coinvolti in rapporti sempre più vicini, tramite le emittenti televisive e giornalistiche italiane, tramite i parlamentari,
tramite speciali settimanali da destinare appositamente a noi emigrati. La lontananza e la disinformazione hanno fatto si che molti di noi non siamo al corrente delle trasformazioni avvenute
nella nostra politica, come il cambiamento di alcuni vecchi e storici partiti in nuovi simboli e denominazioni, sia in alcuni partiti di centro che di sinistra.
Se qualcuno mi chiede di votare per 1'Ulivo, potrei rispondere di si, perché 1'ulivo e indispensabile alla nostra cucina e lasciatelo dire a me che sono un esperto ristoratore. Potrei rispondere si anche a FORZA ITALIA, per onorare gli azzurri dei campi di calcio italiani ,invece si tratta, scherzi a parte, dei due nuovi blocchi politici, il "POLO DELLE LIBERTA", guidato da Silvio Berlusconi. ,che rappresenta il centro e la destra democratica e il blocco dei  partiti di sinistra, chiamato "ULIVO".  Molti non
sanno che, dopo la caduta del muro di Berlino, anche l'Italia si e adeguata alle altre nazioni europee, grazie al sacrificio di alcuni magistrati, che hanno dato una ripulita at clientelismo; allo stato
associativo e al degrado socio-economico. Certo gli italiani non sono andati sino in fondo, molto del vecchio e rimasto, ma queste novita hanno dato inizio alla politica del cosiddetto "NUOVO RINASCIMENTO" proiettato verso 1'area democratica europea e con grande prestigio verso l'area mediterranea.
Fra alcuni mesi, dunque, si rinnoverà il Parlamento e noi dobbiamo potere parteciparvi consapevolmente e contribuire di fatto al progresso economico e sociale del popolo italiano in patria e fuori della patria. Pertanto, chiediamo, oltre all'informazione capillare, una nuova politica dei Consoli, perché svolgano una nuova funzione civile: l'aggiornamento e  l'avvicinamento degli emigrati, per un sodalizio di crescita e di appartenenza alla patria lontana.
Naturalmente ciò comporterebbe una spesa enorme al nostro Governo, ma, come è gia stato detto, quasi la meta della nostra economia e basata sui capitali e le esportazioni estere. Pensate, se tutti i ristoratori all'estero decidessero di non comprare più prodotti italiani, quante aziende vinicole e alimentari e quante industrie chiuderebbero i battenti?
Bisogna che l' ITALIA SAPPIA CHE NOI SIAMO UNA FORZA, UNA GRANDE MANO TESA AL FUTURO DEL TERZO MILLENNIO.
 
Cav.Baldo Parisi  (Vice Presidente di Sicilia in Europa)
 
 



 
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