27 set 2005 | RASSEGNA STAMPA / Editoriale dal "Foglio" : Il paradosso delle primarie pazze |
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ROMA - (Italia Estera) - Negli Stati Uniti, dove sono prassi indiscussa, le elezioni primarie che contano, quelle vere, si svolgono nel campo dell’opposizione e il loro obiettivo è scegliere il migliore sfidante del presidente in carica, quello che può vincere. Ricordate le primarie repubblicane dell’ultima elezione? No, ovviamente, erano tutti per Bush. Ricordate invece quelle democratiche, con Kerry contro Edwards e Dean eccetera, all’ultimo sangue? Sì, furono lo spettacolo preelettorale.
Da noi, sempre che Berlusconi decida pazzamente di correre a questo tipo di elezioni (con il nostro modesto voto, va da sé), si realizzerebbe l’opposto. La sinistra farebbe le primarie finte, quelle che servono a legittimare un capo già scelto e indiscusso perfino dai candidati che gli fanno la cortesia di correre contro di lui. La destra, sfiduciando il presidente in carica alla vigilia delle elezioni, farebbe invece le primarie vere, quelle che servono a definire la guida dell’opposizione e la candidatura a premier in sostituzione dell’uscente, con i veri candidati alternativi in lizza per sottrargli consensi e cercare di stroncarne le ambizioni.
A sinistra Fassino, D’Alema, Rutelli a sostegno di Prodi, e anche gli altri candidati già lo hanno scelto come prossimo premier e si misurano pro forma. A destra Fini e Casini all’assalto di Berlusconi per strappargli la leadership mentre è da una legislatura a Palazzo Chigi. Spettacolo assolutamente demenziale. L’opposizione parte dunque con il vantaggio di avere un leader indiscusso, che cerca nelle primarie solo una farlocca unzione democratica, la maggioranza invece il leader lo mette in discussione, comportandosi già come se fosse all’opposizione, prima che eventualmente ce la mandino gli elettori.
Chi ha letto il Foglio degli ultimi mesi, e anche quello di ieri, sa che nel nostro giudizio la missione del Cav. è più che onorevolmente compiuta, e starebbe a lui di inventare qualcosa di nuovo. Ma non così, porca puttana. E’ vero che, gli alleati di Berlusconi avendo condotto con i metodi della faida personale la lotta politica per la leadership, ora la sola idea delle primarie vere a destra ha un effetto rigenerante, sembra paradossalmente una cosa seria, una prospettiva solida, robusta, una performance di cui finalmente vantarsi. Ma come sarebbero andate le elezioni in America se i repubblicani avessero imposto a Bush un duro confronto ravvicinato, fondato su un atto di sfiducia verso la persona e la politica del presidente, mentre Kerry veniva incoronato come re e profeta del partito democratico?
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