SIENA - (Italia Estera) - Forte contestazione questo pomeriggio a Siena per il cardinale Camillo Ruini. Intervenuto a Palazzo Chigi Saracini, dove si svolge un convegno della Fondazione Liberal sul tema "Karol Wojtyla, il ruolo storico ed il pensiero di Giovanni Paolo II". Una quarantina di studenti delle scuole medie e dell'università sono riusciti ad entrare nella sala ed hanno interrotto il discorso del porporato a suon di fischi e gridando alcuni slogan ''Vergogna, vergogna''. I ragazzi, a loro parere, intendevano così contestare ''le ripetute intrusioni ed ingerenze della Chiesa negli affari dello Stato''. Il presidente della Conferenza episcopale italiana ha cercato di continuare a leggere il suo discorso, ma il tentativo è stato vano: applausi, fischi, grida di ''Bravo, bravo'', hanno convinto il cardinale a desistere. Gli studenti hanno tuttavia continuato la contestazione, issando uno striscione con su scritto ''Libero amore in libero Stato'' e scandendo numerosi slogan tra i quali ''Siamo tutti omosessuali', ''Vogliamo fare Pacs in avanti nei diritti''.
Alla fine alcuni commessi di Palazzo Chigi Saracini, sono riusciti a convincere i giovani ad abbandonare la sala. La protesta è durata circa una decina di minuti ed è stata promossa da varie formazioni giovanili che fanno riferimento all'area della sinistra, tra le quali Udu-Unione degli universitari, Farfalle rosse, Giovani comunisti, Uds e anche Arcigay e Arcilesbica. Una volta terminata la contestazione, il cardinale Ruini ha potuto riprendere il suo discorso che è stato salutato da calorosi applausi dei partecipanti al convegno della Fondazione Liberal.
Gli studenti, parlando poi con i cronisti, hanno spiegato di essere almeno un centinaio, ma solo la metà ha potuto varcare il portone del Palazzo. La protesta è stata organizzata per contestare le ripetute prese di posizione di Ruini contro le leggi dello Stato e l''interventismo' della Chiesa prima nella legge sulla fecondazione e ora nel dibattito sulle coppie di fatto. Dal canto suo il cardinale si è limitato a definire l'episodio ''una inattesa e piacevole interruzione''.
In mattinata Benedetto XVI è tornato a difendere la famiglia fondata sul matrimonio contro le unioni di fatto e il crescente laicismo che vuole ridurre la vita religiosa a un fatto puramente privato. Lo ha fatto in occasione della presentazione delle credenziali del nuovo ambasciatore del Messico presso la Santa Sede, Luis Felipe Bravo Mena, al Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
Le parole pronunciate dal Santo Padre sono suonate come una nuova 'scomunica' verso le coppie di fatto eterosessuali e gay. Allo stesso tempo Papa Ratzinger ha difeso il ruolo essenziale della Chiesa nella difesa dei principi della dignità della persona. ''Di fronte al crescente laicismo che pretende ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata senza che possa manifestarsi mai nella vita sociale e pubblica - ha detto il Pontefice - la Chiesa sa molto bene che il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi basilari di ogni convivenza, come il dono sacro della vita, la dignità della persona insieme all'uguaglianza e inviolabilita' dei suoi diritti, il valore irrinunciabile del matrimonio e della famiglia che non può essere equiparato ne' confuso con altre forme di unioni umane''.
Quindi, riferendosi in particolare alla situazione del Messico, il Papa ha aggiunto: ''L'istituto della famiglia necessita di un appoggio speciale, perché in Messico, come in altri Paesi, va perdendo progressivamente la sua vitalità e il suo ruolo fondamentale, non solo a causa delle trasformazioni culturali, ma anche per il fenomeno delle migrazioni con le conseguenti e gravi difficoltà di diversa natura, in particolare per le donne, i bambini e i giovani''. Il Papa ha quindi ribadito che uno Stato laico deve garantire pienamente il rispetto dell'esercizio della libertà religiosa.