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14 set 2005CUCCHI (COMITES TORONTO) SCRIVE AI CONSIGLIERI DEL CGIE :Siamo preoccupati per la situazione di stallo a pochi mesi dal voto

TORONTO - 14 sett. -(Italia Estera) - "Desidero esprimere la profonda preoccupazione mia, del Comites di Toronto e, soprattutto, di decine di migliaia di italiani residenti nella relativa circoscrizione consolare, in merito alla situazione di stallo in cui la comunità italiana in Canada si trova a pochi mesi dal voto politico". Così Gino Cucchi, presidente del Comites di Toronto e Coordinatore del Comitato dei Presidenti dei Comites canadesi, inizia la lettera che ha inviato a tutti i consiglieri del Cgie in Canada per "appoggiare senza riserve" l’iniziativa presa da loro che, nei giorni scorsi, avevano scritto al Segretario Generale del Cgie, Franco Narducci
Nella missiva, infatti, è stato chiesto a Narducci "di intervenire presso il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini, perché, a sua volta, svolga un'azione diretta urgente, forte e decisa nei confronti del Suo omologo canadese in direzione di uno sbocco positivo della situazione, come è già avvenuto altrove del mondo".
Questo perché, ricorda Cucchi, "secondo quanto emerso nell'incontro tenutosi all'Ambasciata di Ottawa il 7 settembre scorso, con la partecipazione del Cgie e dei presidenti dei Comites canadesi, il governo di Ottawa resta trincerato dietro un assordante silenzio quando siamo giunti a pochi mesi dal voto politico in Italia. La cosa è preoccupante sotto ogni aspetto, - aggiunge - in particolare sotto quello dell'elettorato passivo, ciò che significa che gli italiani in Canada potrebbero vedersi sbarrata la strada verso diritti legittimi e acquisiti".
"Il governo canadese – commenta Cucchi - deve rendersi conto che la politica italiana non ha per nulla interferito in quelle locali nel resto del mondo e, parallelamente, che in Canada altre comunità godono di quel diritto che, in questo momento, non viene ancora riconosciuto alla collettività italiana".
Cucchi conclude: "affido pertanto ai consiglieri del Cgie questo messaggio con cui si chiede semplicemente un atto di giustizia che ripari un atteggiamento discriminatorio".



 
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