NEW YORK - (Italia Estera) - Con un voto per alzata di mano, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera il documento finale del Vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell'Onu, apertosi il 14 settembre e conclusosi oggi. Il documento, di circa 35 pagine, dedica oltre la metà dei suoi contenuti alla lotta contro la povertà, soprattutto in Africa, ma non affronta, se non in termini molto generali, temi cruciali come la lotta contro il terrorismo. Gli articoli sulla non proliferazione nucleare sono addirittura scomparsi, vista la mancanza di consenso.
Contrari al documento Cuba e Venezuela, il cui presidente Hugo Chavez aveva accusato intervenendo dinnanzi all'Assembla Generale l'Onu di avere avuto comportamenti dittatoriali, visto che non c'è stata discussione sul documento a livello dei leader mondiali. Il governo di Caracas ha rifiutato di approvare il documento, come ha lungamente spiegato il rappresentante permanente Ramon Escovar.
Oggi, il segretario generale Kofi Annan ha voluto incontrare Chavez, irritato dalle critiche. Secondo il presidente venezuelano, che ha parlato alla stampa dopo l'incontro con Annan, il segretario generale ha riconosciuto che sarebbe stato meglio avere una discussione sul documento al più alto livello, e che è stato un errore affidarne la messa a punto a un gruppo ristretto di paesi..
A ridosso del Vertice è in corso di svolgimento il Consiglio di Sicurezza.
Condoleezza Rice, il segretario di Stato degli USA, non spara a salve, parlando all'Assemblea generale dalla tribuna del Palazzo di Vetro: spiega senza perifrasi che Washington e' favorevole a un aumento dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e vuole l'ingresso nel club del Giappone e che ''i Paesi in via di sviluppo siano meglio rappresentati''. Condoleeza Rice rende finalmente esplicita la sibillina formula ''più o meno due'' dietro cui s'era finora celata la diplomazia Usa, quando doveva dire quanti nuovi membri permanenti auspica nel Consiglio di Sicurezza.
Ora sono cinque, con diritto di veto: le potenze nucleari, quelle uscite vincitrici dalla Seconda Guerra Mondiale (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina). Accanto a loro, dieci Paesi con mandato biennale, eletti cinque ogni anno. Il discorso della Rice conferma, per il momento, almeno in attesa delle elezioni tedesche di domani, la porta chiusa degli Stati Uniti alla Germania e sembra liquidare, nell'insieme, le aspirazioni del G4. Il gruppo, composto da Germania, Giappone, India e Brasile, propugna un allargamento a 11 dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - loro quattro, piu' due Paesi africani da determinare -. I non permanenti salirebbero da 10 a 14: 25 in tutto.
Ma le elezioni in Germania potrebbero indurre Washington a modificare le proprie valutazioni. Gli Stati Uniti aprono così il fuoco nella battaglia per la riforma dell'Onu.
E l'Italia, fermamente contraria a ridurre la riforma a una modifica dell'assetto del Consiglio di Sicurezza, non abbassa la guardia: i Paesi dell'iniziativa Uniting for Consensus, che vogliono una riforma che raccolga il più ampio consenso possibile e non sia divisoria, si riuniranno lunedì a New York.
L'incontro Uniting for Consensus e' uno dei molti appuntamenti multilaterali e bilaterali (ben 25, solo questi ultimi) che il ministro degli esteri italiano Gianfranco Fini ha a New York tra oggi e martedi', a margine dell'Assemblea generale, dove pronuncera', domani, il suo discorso.
Molti dei bilaterali del ministro Fini sono proprio finalizzati a coagulare consenso sulla posizione italiana per una riforma che sia il piu' largamente possibile condivisa e che non sia divisoria, che punti su consenso e trasparenza. Nel contempo, si tratta di ''evitare smottamenti'' verso le tesi del G4, che, se si affermassero, ''contribuirebbero a consegnare l'Onu all'irrilevanza e alla marginalizzazione''.