- Anche quest’anno la primavera ha portato con sé il "dolce dono" del periodo pasquale, che per l’Italia segna l’inizio dei tanti eventi della "Settimana Santa", scanditi dalle diverse liturgie e da una miriade di tradizioni popolari, non soltanto di natura religiosa, che la caratterizzano.
La Pasqua, ricorrenza cristiana meno celebrata e attesa, in genere, del Natale, era vista da S. Paolo e S. Agostino come il fondamento stesso della fede, in quanto credere nella resurrezione di Gesù Cristo significa credere nella speranza della nostra stessa resurrezione e nella salvezza della nostra anima.
Recentemente anche i liturgisti stanno tentando di rilanciare una rinnovata comprensione di questa festività, che nel nostro calendario rimane meno legata ad una visione consumistica rispetto al Natale.
"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi…" recita un famoso detto che trae origine dalle tradizioni popolari, essenzialmente contadine, del nostro paese: a Natale era terminato, infatti, un ciclo di lavoro agricolo e quindi si poteva stare a casa con la famiglia, mentre la stagione della Pasqua obbligava i contadini ad uscire per controllare i germogli. La resurrezione di Cristo sarebbe diventata, quindi, associabile alla resurrezione della natura, conservando un valore anche pagano…
E’ anche vero, però, che nelle comunità dei nostri piccoli centri la Pasqua non è quasi mai una festa in tono minore e le processioni del Venerdì Santo richiamano puntualmente per le strade migliaia di fedeli, così come la tradizionale veglia del Sabato Santo. Dalla Pasqua alla Pentecoste succedono, poi, i cinquanta giorni in cui si osservano i sacramenti della tradizione cristiana: i battesimi, le comunioni, le cresime…
La Pentecoste è in realtà considerata il "Natale" della chiesa, il giorno in cui lo Spirito Santo si rivelò agli apostoli, infondendo loro il coraggio di far conoscere la parola di Cristo. Da qui ha propriamente inizio la diffusione del cristianesimo nel mondo.