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Il voto degli Italiani all'Estero

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26 nov 2002I lavori del Seminario di Berlino su "La Comunità italiana in Germania"– L’int

BERLINO - "Una breve premessa di carattere sociologico" ha definito Tommaso Conte (Comitato di Presidenza del CGIE/Comites di Stoccarda) il suo intervento al Seminario svoltosi a Berlino e organizzato dall’Ambasciata d’Italia ed al quale il Segretario Generale del CGIE Franco Narucci ha fatto pervenire anche un suo messaggio.
Un quadro non certo esaltante della comunità italiana in Germania quello da lui descritto. Dei circa settecentoventimila italiani di Germania, quasi la metà si sta inserendo - ha detto Conte, usando di proposito il termine "inserendo", perché, purtroppo, a suo giudizio la parola "integrazione" ha assunto un carattere non positivo. La rotazione dall’Italia alla Germania e viceversa è continua. Ogni anno circa quarantacinquemila italiani vengono in Germania e poco più, poco meno, altrettanti tornano in Italia. Moltissimi sono gli stessi che, nel giro di otto o dieci anni non ce la fanno a restare in Germania o in Italia. Non può essere altrimenti. Infatti, nel caso fossero sempre diversi, nel giro di dieci anni avremmo quattrocentocinquantamila italiani di recente presenza in Germania. Il che non collima con i quasi trecentomila presenti da più di venti anni. La nostra popolazione in Germania - afferma Conte nella sua relazione - invecchia con forte velocità. Quanti pensavano di rientrare dopo la pensione, restano: vantaggi del sistema d’assistenza, presenza dei figli, abitudini positive contratte. I giovani aumentano; presentano bassa scolarizzazione, scarso interesse a posti di lavoro prestigiosi, non valorizzano la loro doppia esperienza, fuggono in avanti dichiarandosi cittadini europei per non ammettere di essere in parte italiani ed in parte tedeschi. La parte imprenditoriale della presenza italiana è molto ridotta e troppo concentrata nel settore gastronomico, ove pochi emergono con un nome di qualità.
Gli italiani, in quanto società civile, dopo la prima generazione, hanno perso molto il senso d’appartenenza associativa. I problemi tipici della prima generazione erano evidenti e motivavano al mobilitarsi e ad associarsi. Ora la situazione è molto complessa: in genere riesce difficile, all’italiano medio di Germania, articolarla e capire dove, come e con chi confrontarsi. Ciò ha causato un dissanguamento dell’associazionismo tipico di stampo italiano. C’è un disagio diffuso che non è affrontato, ma vissuto con rassegnazione. È il pericolo più grave che stiamo correndo socialmente e culturalmente. La televisione italiana, tramite l’antenna parabolica devia, illude sull’identità e genera un senso di appartenenza fittizio, immaginato. Non si è parte della vita sociale, civile e politica d’Italia, ma si crede di esserlo per connessione d’immagine.
La durezza del vissuto in Germania appare in tutta la sua amarezza quando capitano problemi: disoccupazione, figlio che è scarsissimo a scuola, droga in famiglia, problema della casa, divorzio con tutti i problemi di carattere economico, giuridico ed educativo (se ci sono figli), che conseguono. Il formarsi di famiglie miste, specialmente italo-turche, è traumatico per i genitori. Manca completamente una formazione all’interculturalità ed al successo scolastico. Si gioca troppo in contropiede con l’assistenza nel momento del bisogno specifico. Manca la visione prospettica. La donna-ragazza, in genere, è la più sensibile ed attiva in tutta questa situazione. Dimostra di saperla leggere meglio, è più attiva nell’affrontarla, risultando più realistica dell’uomo.
Il legame con la società associativa tedesca, specialmente in campo sportivo, ha una certa consistenza, soprattutto tra i giovani. Manca il senso dell’impegno civile-politico sia verso il mondo tedesco sia sul versante italiano. Si paga lo scotto di una politica tedesca che non ha mai sviluppato programmi di formazione scolastica multiculturale e d’inserimento attivo, ma si paga anche il disinteresse dello Stato italiano.
Il voto per gli italiani all’estero arriva, purtroppo, con una generazione di ritardo. La precedente generazione ne avrebbe avuto bisogno, si sarebbe molto di più entusiasmata, avrebbe partecipato ed aiutato la nuova generazione a coscientizzarsi. Ora si vive come in una "morta gora". È giusto sistemare l’anagrafe consolare, ma Conte teme che ciò non aumenterà di molto, il numero degli italiani che faranno uso del loro diritto di voto.
Il voto e la rappresentanza parlamentare sono un fatto straordinario, che ha cambiato e cambierà molte cose! È necessario allora, creare una coscienza di partecipazione civile e politica, entro una visione ed un vissuto biculturale. L’Italiano di Germania va aiutato a capire i problemi nei quali si trova, quì in Germania, e motivato perché diventi attivo cittadino in Germania.
Estremamente utile è la doppia cittadinanza. Bisogna pubblicizzarla, aiutare ad ottenerla. La nostra nuova generazione ne ha estremo bisogno. La doppia cittadinanza per i nostri giovani e meno giovani sigilla giuridicamente ciò che si è socialmente e culturalmente: in parte italiani, ma anche tedeschi, per tanti aspetti. Chi impara a votare per il suo comune, per la sua regione, per la Repubblica Federale di Germania, matura un senso di responsabilità civica molto utile anche per utilizzare con senso critico il voto in quanto italiano all’estero.
C’è ancora una mentalità troppo assistenzialista sia nei vari Comitati di Assistenza, che nel modo di affrontare i fatti da parte dei vari Comites o da parte degli Istituti di Cultura. Mancano completamente iniziative di formazione interculturale, scambi con l’Italia ed altri Paesi dell’Unione Europea, organizzati per giovani. Mancano incentivi che favoriscano una forma di associazionismo di nuova marca. Il vecchio associazionismo languisce. Senza la partecipazione di base abbiamo Comites e rappresentanti al CGIE sempre con le solite facce. Si sta diffondendo una tendenza oligarchica. Le solite facce si danno veramente da fare, ma è pericoloso per la crescita del senso democratico che siano sempre le stesse. La mancanza di passaggio, anche generazionale, è la dimostrazione della povertà partecipativa nella quale ci troviamo. Occorre fare uscire la diaspora - ha concluso Conte - dall’invisibilità che la caratterizza.
L’Ordine del Giorno dei presidenti dei Comites e dei rappresentati del CGIE
I Presidenti dei dodici Comites della Germania (Amburgo, Colonia, Dortmund, Francoforte, Friburgo, Hannover, Mannheim. Monaco, Norimberga, Saarbrückem, Stoccarda, Wolfsburg) e i Consiglieri del CGIE-Germania Elisabetta De Costanzo, Maria Venera Fontanazza-Russo, Tommaso Conte e Bruno Zoratto presenti a Berlino il 24 novembre in occasione del seminario su "La Comunità italiana in Germania", organizzato dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con i Consolati, il CGIE e i Comites della Germania , si sono riuniti per formulare e votare un Ordine del Giorno in cui esprimono il proprio apprezzamento per l’organizzazione dell’incontro tra i rappresentanti dei Comites, del CGIE e degli eletti italiani nei Consigli comunali e provinciali tedeschi.
Questi i punti di maggiore rilievo politico dell’ordine del giorno : Soddisfazione per l’intervento del Ministro per gli Italiani nel mondo presso il Ministro degli Esteri per l’immediato pagamento dei contributi ai Comites e la richiesta, rivolta allo stesso Ministro Tremaglia, di un suo nuovo intervento presso la Farnesina affinché i finanziamenti ai Comites siano unificati in un solo capitolo di bilancio gestito dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero.Inoltre
“Auspicano il potenziamento delle sinergie fra le diverse rappresentanze istituzionali degli italiani in Germania e gli eletti negli organi tedeschi di rappresentanza democratica (incontri periodici, continuativi a livello circoscrizionale, istituzione della Conferenza permanente fra eletti negli enti locali tedeschi, Comites e CGIE, con la costituzione di un gruppo di lavoro che ne curi l’organizzazione) al fine di elaborare ed attuare strategie comuni a favore della collettività italiana in Germania.
Chiedono che siano recepite le proposte formulate nel documento presentato dalla Conferenza degli eletti nei Consigli comunali e provinciali tedeschi, in particolare che venga consolidata la cooperazione fra eletti negli Enti locali tedeschi, Comites e CGIE:
- per favorire l’inserimento scolastico, professionale e la valorizzazione socio-culturale degli italiani nella società tedesca;
- per promuovere la tutela dei diritti sociali e civili dei connazionali;
- per garantire il diritto all’informazione in lingua italiana attraverso tutti i media, contrastando le iniziative intraprese per limitare tale diritti.
Prendono atto con soddisfazione dell’intervento del Ministro per gli Italiani nel mondo, che ha chiesto al Ministro degli Affari Esteri l’immediato pagamento dei contributi ai Comites della Germania, la cui erogazione da quando è stata affidata alle varie Direzione continentali risulta dilazionata in misura scandalosa.
Chiedono - che il Ministro per gli Italiani nel mondo intervenga perché si unifichino in un solo capitolo di bilancio gestito dalla DGIEPM i finanziamenti ai Comites, come richiesto dalla Commissione Continentale del CGIE, riunita a Stoccolma il giugno scorso;
- che si individuino le modalità di erogazione praticabili affinché sia l’Ambasciata ad anticipare i finanziamenti ai Comites nei vari Paesi, promuovendo al contempo un processo di revisione delle basi normative contabili tale da assicurare la tempestiva assegnazione delle risorse finanziarie necessarie per l’operatività dei Comites;
- che la selezione, l’impiego, la formazione continua del personale assegnato agli Uffici consolari e alle Rappresentanze diplomatiche avvengano secondo criteri di efficienza e di razionalità tali da soddisfare appieno le esigenze delle collettività italiane residenti all’estero in corrispondenza con le priorità di volta in volta individuate di concerto fra autorità, Comites e CGIE;
- che venga intensificata la frequenza delle riunioni annuali fra Ambasciata, Consolati, Comites e CGIE, previste dalla legge istitutiva di quest’ultimo, dando ad esse carattere tematico di portata nazionale, sulla base delle indicazioni provenienti da riunioni periodiche dell’Intercomites, da focalizzare sull’approfondimento di argomenti di interessi circoscrizionale;
- che lo Stato italiano attui l’auspicata opera di indirizzo, di monitoraggio e di valutazione degli interventi scolastici che si avvalgono di finanziamenti e/o di contributi statali, garantendo un’adeguata selezione e formazione (iniziale e continua) del personale docente e avviando trattative con le autorità scolastiche tedesche al fine di ottenere l’inserimento dell’insegnamento dell’italiano nei curricola scolastici (d’ogni ordine e grado) del paese ospitante;
- che i resoconti diplomatici annuali sulle relazioni bilaterali includano una parte concernente il grado d’inserimenti scolastico, sociale e culturale della collettività italiana nel paese ospitante.



 
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