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07 set 2005Francesco Pascalis replica a Nino Randazzo

ROMA - 7 set. - (Italia Estera) - “Credo che una replica a quanto affermato dall’amico Nino Randazzo sia d’obbligo, anche se voglio chiarire che la polemica che è stata avviata in merito al discorso del Presidente Pera al meeting CL di Rimini per me termina qui e pertanto non seguiranno ulteriori comunicazioni da parte mia – ha dichiarato Francesco Pascalis membro CGIE in rappresentanza dell’UDC – . Innanzitutto spiace molto dover constatare come Nino Randazzo, per sostenere le sue opinioni e controbattere le mie, sia dovuto ricorrere ad apprezzamenti nei miei confronti al limite dell’insulto personale, laddove a me non pare proprio di essermi comportato alla stessa stregua nei suoi confronti. Trovo i suoi apprezzamenti veramente patetici ed indegni di qualunque replica. Ma torniamo al tema. Io ho solo detto, e lo ribadisco, che il Direttore de Il Globo di Melbourne nonché Presidente della Commissione Informazione e Comunicazione del CGIE nonché rappresentante della Margherita in Australia, ha affermato in tono derisorio e sarcastico (“ragionamento a pera”, “il Pera-pensiero”) che il Presidente del Senato nel formulare le sue argomentazioni si è ispirato alla Rivista “La Difesa della Razza” pubblicata dal 1938 al 1942 e al “Manifesto della Razza” del 1938. Ciò per me equivale evidentemente all’accusa di bieco razzismo. In tutta onestà credo che questi addebiti siano esagerati e per questo ho parlato di “cantonata”. Non è affatto vero – prosegue Pascalis – che altri commentatori e politici italiani abbiano “bacchettato”, il Presidente Pera in modo anche più veemente di Randazzo. Sicuramente il Presidente Pera ha ricevuto consensi, consensi con alcuni distinguo ed anche critiche ma non mi pare che quest’ultime si siano spinte fino al punto in cui si è spinto “il margheritino” Randazzo. La veemenza e l’acrimonia usata dal commentatore italo-australiano – ribadisce Pascalis – è degna più del Direttore di un giornale di Partito che del Direttore di un giornale che, almeno fino a poco tempo fa, cercava di fornire un’informazione equilibrata ed indipendente. E’ chiaro a questo punto che le contraddizioni, insite nel fatto che il Direttore dell’unico giornale locale in lingua italiana (con il nome de Il Globo a Melbourne e quello de La Fiamma a Sydney) sia anche il rappresentante e l’attivista principale in Australia di un Partito politico italiano, stanno emergendo in tutta la loro evidenza. Il Presidente Pera – ripete Pascalis - nel suo discorso fa riferimento soprattutto all’Occidente, all’Europa, alle liberaldemocrazie occidentali, al benessere economico che quest’ultime hanno saputo sviluppare ma anche alla crisi d’identità che stanno attualmente vivendo. Liberaldemocrazie nelle quali, forse Randazzo non se n’è ancora accorto, è compresa anche l’Australia nonché la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo dove la nostra emigrazione, soprattutto quella del dopo-guerra, ha trovato lavoro, pace, certa sicurezza economica e certezza in un futuro migliore. Perché, chiedo a Randazzo, gli italiani all’estero dovrebbero vergognarsi di un alto rappresentante pubblico italiano che vuole difendere gli assetti di queste società e che con grande onestà intellettuale procede ad una analisi critica non solo dei loro meriti ma anche delle loro debolezze e dice: “Ho uno scopo, che dichiaro fin dall’inizio: mostrare che non solo è possibile ma necessario un colloquio (…) fra laici e credenti per riaffermare e salvare la nostra identità occidentale, democratica e liberale” ? Ed ancora perché gli italiani all’estero dovrebbero sentirsi offesi da chi afferma: “Senza un senso collettivo, senza l’adesione ad una fede, senza un credo comune – dunque, senza un fondamento morale – una società si indebolisce, scolora, perisce. Questo è il vero problema oggi dell’Occidente. Intenderlo e risolverlo è compito tanto dei laici quanto dei credenti” ? Solo rinsaldando i suoi valori, l’Occidente sarà in grado di affrontare le sfide che ha davanti. Ed in “questo” Occidente vive la schiacciante maggioranza degli italiani, emigrati e non emigrati. Le risposte finora date al problema dell’integrazione degli emigrati nelle società di accoglienza – prosegue Pascalis –, vale a dire il multiculturalismo e la tolleranza, si sono rivelate purtroppo deludenti, con la sola eccezione forse del Canada e dell’Australia ove sicuramente proprio per le peculiarissime caratteristiche storiche, geografiche e socioeconomiche locali la politica multiculturale ha potuto avere una soddisfacente applicazione. Ma in Europa il multiculturalismo ha generato, come dice il Presidente Pera, apartheid, risentimenti e terroristi di seconda generazione. Altri, sempre a sinistra, dicono che è una debolezza occidentale il non essere riusciti a costruire una via all’integrazione per il popolo dei migranti ma questa stessa debolezza progettuale è l’effetto del problema di fondo e non “il problema di fondo”. La causa di queste incapacità – conclude Pascalis -, di queste incertezze e degli errori finora compiuti risiede proprio negli argomenti sollevati dal Presidente del Senato”.
vedi:

Italia Estera 28 agosto:Ma quel Pera non fa onore agli italiani all'estero
Italia Estera 2 set. PASCALIS: “ Caro Nino, hai preso una sonora cantonata !

Italia Estera 2 set. RANDAZZO: Quella di Pascalis sì “sonora cantonata”




 
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