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05 set 2005COSTALLI: “CHI HA PAURA DI UN CENTRO FORTE?”

CAMPOSILVANO DI VALLARSA(TRENTO) 5 set (Italia Estera) - “Chi ha paura di un centro forte?” ha detto il presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), Carlo Costalli, alla presentazione del Seminario di Formazione politica per i giovani del Mcl che si apre a Camposilvano di Vallarsa (Trento) venerdì prossimo e nell’ambito del quale la dirigenza nazionale del Mcl discuterà insieme con giovani provenienti da tutte le Regioni i maggiori temi politici del momento alla luce della dottrina sociale della Chiesa.
“Dobbiamo porci con serenità e tranquillità una questione seria, ha detto Costalli, presentando a Roma l’iniziativa; e cioè se questo modello bipolare consente o meno l’esercizio di quelle politiche riformiste e concertative (qualche volta bipartisan) che noi auspichiamo”.
“Se guardiamo alla legislatura che si chiude, davvero possiamo affermare che il modello bipolare abbia funzionato? Sì, in termini di stabilità. Ma sempre valorizzando le forze più radicali dei due schieramenti, a danno di quelle più moderate. Spesso ha funzionato una specie di ‘ricatto’”.
“E’ necessaria una svolta importante, ricercando formule che possano offrire programmi alla politica del confronto e della concertazione per governare con il contributo e il consenso di una democrazia diffusa e partecipativa”.
“E’ un passaggio difficile, specie nell’attuale crisi del sistema politico, ma un passaggio obbligato: liberisti e sinistra radicale sono entrambi, per opposti motivi, contrari alla cultura della partecipazione sociale. Riportiamo pertanto il dibattito sui contenuti, sui programmi, e non sul ‘contenitore’. Programmi che non devono essere onnicomprensivi, ma con un’idea forte, capace di indicare orientamenti di massima, con una grande valenza valoriale”.
“Per raggiungere questo obiettivo - ha concluso il presidente Mcl -, è anche indispensabile mettere mano, da subito, alla legge elettorale, per avviarci decisamente verso un sistema proporzionale alla tedesca. La Germania può vantare un bipolarismo di ferro e un’alternanza di acciaio. Adottare questo sistema potrebbe favorire, anche in Italia, la nascita di due blocchi, entrambi politicamente omogenei, e le aggregazioni in questo caso diverrebbero la conseguenza naturale del processo innescato con le riforme, sui programmi, e non una camicia di forza da mettere addosso ai vari Partiti costringendoli alla fusione”.




 
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