ZURIGO - 5 sett -(Italia Estera) - La Segreteria dei Democratici di Sinistra in Svizzera, riunitasi a Zurigo il 4 settembre 2005, ha svolto un’ampia ed approfondita disamina degli impegni e delle scadenze cui è atteso il nostro partito nelle prossime settimane. La discussione si è incentrata su alcuni passaggi di particolare importanza nella prospettiva delle elezioni politiche italiane e del cruciale appuntamento del voto degli italiani all’estero ed ha nel contempo permesso di fare il punto sulle problematiche specifiche della comunità italiana in Svizzera.
1. I DS in Svizzera colgono anche nella nostra comunità un vivo e profondo interesse per le “Primarie 2005” (16 ottobre 2005), che costituiranno l’occasione per dare una forte e piena investitura popolare al leader della coalizione del Centrosinistra in vista delle elezioni politiche nazionali. Questo straordinario ed inedito momento di democrazia, mai sperimentato in Italia e in Europa, va esteso anche all’estero, affinché i numerosi connazionali che si riconoscono nell’Unione possano anch’essi esprimere la loro preferenza in merito alla leadership. Perciò, già nel prossimo incontro dell’Unione in Svizzera, previsto per il 10 settembre pv, porranno le condizioni per organizzare le Primarie, avviando nel corso delle prossime settimane un’ampia e puntuale informazione e prevedendo modalità di voto che favoriscano la più ampia partecipazione. I DS in Svizzera saranno impegnati ad assicurare il più forte e convinto sostegno alla candidatura di Romano Prodi, come figura in grado di rappresentare al meglio le diverse identità dei partiti dell’Unione e di interpretare un programma di governo forte e credibile che porti l’Italia fuori dalla crisi in cui è stata gettata dalle politiche del centrodestra.
2. I DS in Svizzera rivolgono un appello perché i connazionali partecipino in massa alla manifestazione nazionale del prossimo 10 settembre, promossa dal Coordinamento dei COMITES, e che si svolgerà di fronte all’Ambasciata d’Italia in Berna. Gli italiani in Svizzera protestano contro i disservizi dei Consolati e per una maggiore efficienza e qualità della rete consolare. Il nostro partito all’estero intende esprimere in questa occasione la più sentita protesta contro una politica degli italiani all’estero fatta di roboanti e vuote declamazioni retoriche sull’italianità, ma che in questi ultimi anni di governo del centrodestra ha drammaticamente svuotato di risorse e mezzi i servizi consolari, gli interventi scolastici, l’azione dei COMITES e del CGIE gettando un’ombra fosca sull’immagine del nostro Paese.
3. Il prossimo 25 settembre il popolo svizzero è chiamato ad esprimersi sulla libera circolazione delle persone estesa ai Paesi nuovi aderenti all’Unione Europea. Ancora una volta i quesiti referendari mettono a confronto due visioni contrapposte: da una parte l’idea di una Svizzera chiusa, isolazionista, ripiegata sulle paure del diverso, dall’altra quella di una Svizzera aperta e solidale, sempre più integrata nel contesto di un’Europa stabile, pacifica e democratica. I DS in Svizzera esprimono un SI convinto alla libera circolazione come segno di apertura che impedirà un ulteriore isolamento di questo Paese sul piano internazionale. Sul terreno economico, grazie all’estensione degli accordi bilaterali, l’economia svizzera potrà cogliere le opportunità offerte da mercati dinamici in forte crescita dei nuovi paesi dell’UE. Un’economia in espansione significa tra l’altro più posti di lavoro nella stessa Svizzera. Nel dire Si alla libera circolazione sosteniamo in modo altrettanto forte e convinto l’estensione delle misure di accompagnamento, richieste dai Sindacati e dalle forze di sinistra, per proteggere i salari svizzeri e scongiurare fenomeni di dumping sociale che creerebbero dolorosi conflitti tra i lavoratori. Il nostro SI è espressione di una comunità, quella italiana in Svizzera, che ha vissuto e subito nei decenni passati un clima di paura e di diffidenza, la stessa paura e la stessa diffidenza che oggi vengono proiettate su nuove comunità di lavoratrici e lavoratori. La storia dell’immigrazione italiana in Svizzera dimostra oggi che, sia pure attraverso lenti e faticosi processi di integrazione, l’apporto di lavoro e di cultura delle collettività immigrate è non solo condizione di sviluppo economico e produttivo, ma anche un fondamentale arricchimento di questo Paese.