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07 set 2005Mostra antologica del pittore Giuseppe Flangini a Saint-Etienne organizzata da L’Université Jean Monnet in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Lione

  SAINT-ETIENNE - (Italia Estera) - Giuseppe Flangini (1898-1961) torna a esporre in Francia dal 20 settembre al 10 ottobre. L’Université Jean Monnet di Saint-Etienne in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Lione organizzano una significativa mostra presso il prestigioso Salone delle Mostre dell’Università. L’antologica, che propone al pubblico francese una selezione di 80 opere grafiche e a olio, sviluppa il confronto tra atmosfere mediterranee e nordiche.
Il pittore italiano ha infatti considerato il paesaggio, italiano ed europeo, come il luogo di indagine del rapporto tra l’individuo e la realtà che lo circonda. La sua è quindi una riflessione sull’uomo e sul paesaggio modificato dall’uomo. Il lavoro trova pertanto, nella sua rappresentazione artistica, un riconoscimento estetico. Il diverso uso delle luci, del colore e delle tonalità crea differenti atmosfere: chiare, luminose e serene quando rimandano all’ambiente mediterraneo; scure, cupe e inquietanti quando rimandano a un ambiente segnato dalla sofferenza e dalla fatica umana. Infatti in opere come Solvay o Uscita dalla miniera, si rappresenta l’uomo affaticato dal lavoro e, spesso, sofferente per la condizione di emigrante. Diversamente, in tele come Spiaggia a Carqueiranne, i gialli, i verdi e gli azzurri rappresentano una dimensione di serena quotidianità.
L’iniziativa gode del Patronato della Regione Lombardia, del  Patrocinio  del Ministero per i Beni e le Attività Culturali delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto delle Province  di Ferrara, di Varese, di Milano, di Verona, dei  Comuni di Ferrara, Saronno, di Verona.
           Se l'intensità del messaggio artistico, come ormai appare acquisito, é in stretta relazione con la sensibilità e la capacità d'osservazione del fruitore, anche il contesto espositivo e l'ambiente culturale in cui l’opera d'arte viene proposta rivestono un’indiscutibile importanza nel determinare l'intensità del messaggio e la plurima ricchezza della sua contemplazione.
La mostra di Giuseppe Flangini, che sarà allestita dal 20 settembre a Saint-Etienne (Francia) in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Lione, permetterà una significativa lettura delle opere di Flangini. L’evento consentirà infatti una lettura e un apprezzamento particolare da parte del pubblico francese che certamente saprà cogliere, nelle opere del Flangini, l'intensità di un messaggio e di una maestria artistica che con la produzione pittorica francese, specialmente quella post-impressionista, ha mostrato un’affinità tematica e compositiva concordemente riconosciuta ed apprezzata.
E' opportuno ricordare che la città di Saint-Etienne e la Regione circostante sono state una delle mete principali della nostra emigrazione in Francia e che ancora oggigiorno è insediata, nell'area di Saint-Etienne, una comunità di connazionali assai cospicua. Se un tempo era l'industria pesante e l'attività mineraria ciò che determinava il prestigio e la ricchezza di questa Regione, oggi invece essa si trova, per le necessità dei tempi, in una fase di grande riconversione delle attività produttive e sono piuttosto l’Università, il Museo d'Arte e dell'Industria e, soprattutto, il famoso Museo di Arte Moderna che accrescono il sempre vivo prestigio di Saint-Etienne. Certamente i nostri connazionali, i loro discendenti e in genere tutti i conoscitori dell'arte italiana, contemporanea e classica, sapranno cogliere echi lontani di tiepida luminosità veneta nella ricchezza cromatica del Flangini.
Ma l'ampiezza degli interessi del pittore veronese (che fu pure scrittore e scenografo) e la varietà dell’ispirazione  potranno altresì rivelarsi in tutta la loro intensità anche nelle opere ispirate a quella luce e a quegli ambienti nordici e ambientazione nordiche, che Flangini aveva conosciuto nei suoi lunghi soggiorni in Francia, in Belgio e in Olanda.
Dalla diretta conoscenza e dall'intensa frequentazione degli ambienti fiamminghi Flangini desunse una accresciuta sensibilità per quel mondo di densa e sofferta operosità, il cui aspetto più manifesto era l'attività mineraria e la ingrata rudezza dell'ambiente circostante. Molte sono le opere che Flangini dedicò al tema della miniera e dei minatori. Anche la cruda descrizione degli ambienti e la realistica rappresentazione di un’umanità immersa in una luce cupamente attraversata dal fumo delle ciminiere industriali si trasfigurano, nell'opera del nostro pittore, in una sapiente presentazione di colori forti che si compongono nella luminosità di un messaggio il quale, per la sua ricchezza cromatica ci appare come densa meditazione sulla condizione umana.
Flangini fu un grande pittore di paesaggi, ma sempre, nelle sue opere, la presenza dell'uomo convive e si armonizza con la natura e l'ambiente circostanti. Il suo naturale senso del colore pervade anche le tele di tema esplicitamente sociale e la compattezza plastica delle figure umane non appare mai altisonante ed esclusiva, rivelando una compartecipazione umana capace di esprimersi sempre con armonioso vigore.
       Molte sono state le mostre, oltre agli studi e alle monografie, dedicate a Giuseppe Flangini: da Verona (sua città natale dove nacque nel 1898 e dove morì nel 1961) a Milano, da Torino al Lussemburgo, da Mantova a Pavia. Si vuole comunque ricordare, per la particolare rilevanza dell'evento, che nel 2003 il Ministero degli Esteri Italiano ha scelto una mostra di Flangini per rappresentare l'arte e la cultura italiana, nell'ambito della manifestazione internazionale Europalia di Bruxelles e in occasione del Semestre Italiano di Presidenza della UE.
Arte e cultura italiane che anche nella mostra di Saint-Etienne potranno rivelare, con la ricchezza cromatica e la delicata forza delle opere di Flangini, tutto il loro valore e la loro umana sensibilità
                                Ivano Marchi
 
Nota biografica di Giuseppe Flangini (Verona, 1898-1961) 
Giuseppe Flangini, primo di cinque figli, nacque a Verona il 12 ottobre 1898.
Conseguito il diploma alla Scuola Normale A. Manzoni di Verona il 27 giugno 1916, iniziò presto la professione di insegnante elementare che continuò anche dopo il suo trasferimento a Milano, avvenuto nel 1944. Fino a quel momento Flangini fu per così dire, polivalente: pedagogo o insegnante, commediografo, pittore, disegnatore, dotato di uno strano potere in ogni campo si cimentasse. Poi la pittura prevalse, ma rimasero svegli in lui, non separati né addormentati, gli interessi multipli, la cultura indeterminata (G. Altichieri). Disegnò manifesti e copertine di libri, ma soprattutto si dedicò alla pittura e al teatro collaborando con la rivista teatrale Controcorrente.
La sua prima esposizione fu quella, significativa per il clima culturale del periodo, organizzata dalla Società di Belle Arti a Verona nel 1921. Da quell’anno partecipò, tranne qualche breve interruzione, a tutte le biennali nazionali fino al 1959. Varie e importanti le manifestazioni artistiche nazionali alle quali prese parte. Tra le più prestigiose la Quadriennale d’Arte di Roma e le mostre tenute dal 1948 al 1961 al Palazzo della Permanente di Milano.
A Milano insegnò fino al 1950: in seguito lasciò la scuola e si dedicò completamente alla pittura, avviando scambi epistolari e animate discussioni a Milano, al Centro Artistico San Babila di Corso Venezia (con Lilloni, De Rocchi, Labò, Bartolini, Contardo Barbieri, ecc.) e a Forte dei Marmi con Carlo Carrà. I suoi viaggi all’estero erano iniziati nel 1922, ma divennero presto annuali pellegrinaggi estivi alla ricerca dei luoghi che avevano ispirato gli impressionisti. Solo nel 1946 incominciò il suo Wanderung, fino ad allora appunto limitato all’estate, nei Musei di Parigi, Bruxelles, Bruges, Amsterdam, Monaco alla ricerca dei maestri ideali. A partire dal 1950 approfondì la matrice espressionistica della sua pittura.
Durante una delle permanenze estive a Ostenda aveva stretto amicizia con Ensor con il quale, in numerose occasioni, si trovò a discutere d’arte. Quadri come Kermesse, cioè la rappresentazione delle feste popolari mascherate, sono l’ideale omaggio al maestro, ma soprattutto l’approfondimento di un tema, la maschera, molto caro a Flangini, uomo di teatro.
Gli ultimi anni di Flangini, dal 1959 al 1961, furono caratterizzati dalla nascita di un nuovo e felice cromatismo riconducibile alle esperienze dei fauves e di Vlaminck in particolare. Faro di Ostenda e soprattutto Mulino a Bruges, ultima opera dell’artista rimasta incompiuta sul cavalletto del suo studio alla sua morte, restano come testimonianza del perdurare di una ricerca ancora aperta e vitale (A. Di Lieto).
Nell’agosto 1961 Flangini, a seguito di una breve malattia, morì improvvisamente a Verona.
Negli anni successivi sono state allestite circa quaranta esposizioni, in Italia e all’estero, per ricordare la figura e l’opera del maestro. Le più recenti sono quelle tenute presso La Fondazione Stelline (Milano), la Galleria di Palazzo Todeschini a Desenzano del Garda, la Chiesa di Sant’Agostino a Pietrasanta, le Cercle Municipal in Lussemburgo, Palazzo Te a Mantova e in Belgio a Europalia 2003.
 

Durata   20 settembre – 10 ottobre 2005

Sede

Université Jean Monnet, Salone delle Mostre, SAINT-ETIENNE  (France)

 
Inaugurazione          martedì 20 settembre 2005
                                ore 17.00
§        presentazione a cura di Ivano Marchi
§        concerto pianistico con musiche originali del Maestro Stefano Gueresi
§        visita in mostra
 
Orari di apertura       dal martedì al venerdì   10.00-17.00
                                INGRESSO LIBERO
 



 
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