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GLI ITALIANI A NEW ORLEANS SONO VIVI. PARTITO IL C-130 CON I SOCCORSI

ROMA – (Italia Estera) - Sugli italiani che sono ancora nella zona colpita dal disastro resta alto il ''livello di vigilanza'', come si legge in una nota della Farnesina. Che fa inoltre sapere che le notizie positive relative ai connazionali a New Orleans giunte nelle ultime ore non permettono di abbassare l'allerta per gli altri italiani nella regione,
Le ore di ansia per decine di residenti italiani in Mississippi che vivevano nelle aree travolte dall'uragano Latrina, sembrano ormai prossime a finire. Ieri la Farnesina aveva reso noto che mancavano informazioni su almeno 15 italiani - dei 170 da anni residenti a New Orleans - che, nonostante i reiterati appelli delle autorità consolari in loco, avevano deciso di non abbandonare le loro abitazioni. Ma in serata da Washington si è appreso che i 15 italiani sono stati tutti contattati e quindi, pur permanendo difficilissime condizioni ambientali, sono tutti vivi. Mancano invece ancora notizie, hanno reso noto autorità locali, su altri gruppi di italiani che risultano residenti a Biloxi, cittadina del Mississippi lungo la costa del Golfo del Messico, un'area particolarmente devastata dalla furia dell'uragano.
La Farnesina, attraverso l'Unità di crisi, è in continuo contatto con il console italiano a Houston Massimo Rustico che solo nella serata di ieri è riuscito a parlare con tutti e 15 gli italiani di New Orleans.
Le condizioni sul terreno rimangono ancora difficilissime e le comunicazioni per lo più interrotte. I turisti italiani sono stati tutti evacuati, secondo le informazioni attualmente in possesso al ministero degli Esteri.
L'ultima coppia di turisti italiani che si trovava a New Orleans (erano 21 in totale) è stata evacuata dal centralissimo hotel Hyatt grazie all'impegno del consolato italiano. E' stata necessaria una ingente scorta armata americana per raggiungere gli ultimi piani del grande albergo dove si erano rifugiati i due turisti da giorni.
Due coniugi originari di Mantova, Arnaldo e Bruna Partesotti, residenti da 23 anni in un' area residenziale della città devastata da Katrina. si sono messi in contatto con la 'Gazzetta di Mantova', e hanno dichiarato: "Noi stiamo bene, ma chissà se la nostra casa a New Orleans c'é ancora" . La loro villa si affaccia su un viale di querce secolari, il Saint Charles, all' angolo fra Carondolet e Bordeaux Street.
Sabato scorso,i Partesotti, accogliendo l' invito delle autorità a lasciare New Orleans, in vista dell' arrivo dell' uragano, si sono trasferiti a casa di amici a Houston "per trascorrere il fine settimana e rientrare poi a New Orleans dopo la tempesta - raccontano - ma a distanza di sei giorni ancora non riusciamo a farlo". Nella città del Texas studiano i loro due figli, Sebastian, di 25 anni e John Michael, di 20.
In città, ha detto al giornale Bruna Partesotti, "non c'é elettricità, sono saltati i telefoni e i cellulari non prendono. Le informazioni ci arrivano solo via tv. E l' unica cosa che sappiamo è che la casa che abbiamo abitato negli ultimi 23 anni, e sulla quale abbiamo investito tutto quello che avevamo, è là, senza custodia, in balia dei saccheggi. Non sappiamo se sia ancora in piedi". I Partesotti nelle loro dichiarazioni che hanno rilasciato non hanno alcuna difficoltà ad accusare l' organizzazione dei soccorsi: "Ma quali soccorsi e quali aiuti? Hanno lasciato succedere il finimondo".
Arnaldo e Bruna vorrebbero tornare a New Orleans per controllare la casa, ma "ci hanno detto che non si può: se vogliamo farlo ci serve una scorta armata. Ci abbiamo provato e ci riproveremo nei prossimi giorni, ma è una vergogna".
Con tristezza,esprimono il timore che tornare a vivere a New Orleans sia destinato a rimanere un sogno: "oggi l' America non sa se ci sarà ancora una New Orleans. Ora abbiamo invece una certezza: il governo se ne frega perché è una città piena di afro-americani poveri. Se Katrina si fosse abbattuta sulla California crediamo che le cose sarebbero state molto diverse".
Le positive notizie fino ad ora giunte circa la situazione dei connazionali a New Orleans non hanno peraltro rallentato le verifiche: l'entità e le proporzioni del disastro rendono infatti opportuno mantenere elevato il livello di vigilanza e continuare con il massimo impulso le attività volte a rintracciare tutti i connazionali che risultano stabilmente residenti nell'area colpita dall'uragano, oltre che a New Orleans, anche nelle altre aree della Louisiana, del Mississippi e dell'Alabama, e per i quali si nutrono residue preoccupazioni.
Al riguardo, appare essersi rivelata particolarmente proficua l' opera di prevenzione che, d' intesa con il Ministro degli Esteri e con l' Ambasciata a Washington, è stata svolta sabato scorso 27 agosto dal nostro Consolato Generale a Houston, il quale, contestualmente alla diramazione dell' ordine di evacuazione da parte del Sindaco di New Orleans, aveva contattato tutte le famiglie degli italiani che risultavano iscritti in Anagrafe in quell' area (170 persone), invitandole a lasciare subito la città.
Lo stesso giorno, l'Unità di Crisi aveva contattato le associazioni dei tour operator, avvertendo della necessità di sospendere ogni viaggio verso New Orleans e verso le altre aree costiere che stavano per essere interessate dall'uragano. Alcuni turisti che si trovavano già nell'area avevano a loro volta contattato l'Unità di Crisi, ed erano stati invitati anch'essi a lasciare immediatamente New Orleans.
Dall'Italia, intanto, il premier Silvio Berlusconi ha annunciato l'invio di aiuti nelle zone colpite dalla tragedia. ''Mandero' aiuti agli Usa'', ha detto al suo arrivo a Cernobbio dove sta partecipando ai lavori del Workshop Ambrosetti. Gli aiuti italiani alla popolazione di New Orleans sono pronti infatti a partire, dopo che la richiesta ufficiale da parte degli Usa e' pervenuta in mattinata al dipartimento della nostra Protezione civile, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, mediante l'Ambasciata italiana a Washington. Un aereo C-130 dell'Aeronautica militare è partito da Ancona, per raggiungere le zone colpite dall'uragano Katrina. .
Come richiesto dal governo americano, sul C130 sono state imbarcate brandine, coperte, effetti letterecci, pompe idrovore, zattere autogonfiabili, presidi sanitari per la purificazione dell'acqua, kit per il pronto soccorso utili per l'assistenza di 15.000 persone circa e kit alimentari destinati in particolare ai bambini, scrive la protezione civile.
L'operazione di soccorso internazionale del governo italiano, a cui hanno contribuito la regione Marche e la Croce Rossa Italiana viene coordinata da Agostino Miozzo, a capo del team di esperti dell'emergenza della Protezione Civile che accompagna negli Stati Uniti il carico umanitario.
Anche Nato e Ue in campo per gli aiuti alle zone colpite dall'uragano Katrina. Gli Stati Uniti oggi hanno chiesto alla Alleanza Atlantica l'invio di riserve alimentari per il disastro causato dal passaggio della tempesta. Lo rende noto la stessa Nato in un comunicato dal suo quartier generale di Bruxelles, aggiungendo che un funzionario e' stato inviato a Washington per seguire e coordinare da vicino, con le autorita' dell'Agenzia federale per le emergenze (Fema), l'invio e la distribuzione degli aiuti umanitari. Stamani attraverso la stessa Agenzia federale per le emergenze (Fema), una richiesta ufficiale di aiuto è arrivata anche alla rappresentanza della Commissione europea a Washington nonche' alla Presidenza dell'Unione europea. ''Siamo pronti a contribuire con gli Stati Uniti per alleviare la crisi umanitaria di New Orleans'', ha affermato il commissario Ue per l'Ambiente Stavros Dimas, aggiungendo che saranno ''coordinati gli aiuti prvenienti dai diversi stati membri dell'Unione''.
Aiuti sono stati offerti anche dall'Iran: a patto di ricevere ''una richiesta ufficiale'' da Washington. Ad annunciarlo stamane e' stato il portavoce del ministero degli esteri, Hamid-Reza Asefi, sottolineando che non si tratta di un gesto motivato politicamente. Non stiamo facendo la ''diplomazia dell'uragano'', ha affermato.




 
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