ROMA - 27 ago - (Italia Estera) - La Farnesina ha negato il visto a quattro iracheni che avevano chiesto il permesso di ingresso in Italia per partecipare alla conferenza internazionale dedicata all'Iraq organizzata dal Campo Antimperialista per i primi di ottobre a Chianciano.
''Con riferimento a quanto riportato oggi da organi di stampa - si legge in una nota del ministero degli Esteri - la Farnesina conferma di aver esaminato le richieste di visto presentate da quattro esponenti iracheni invitati alla conferenza di Chianciano 'Lasciamo in pace l'Iraq'. Dopo aver valutato, nel quadro delle regole previste dagli Accordi di Schengen, tutti gli aspetti di ordine pubblico e di sicurezza di cui il governo italiano è tenuto a farsi garante nei confronti dei propri cittadini e degli altri partner di Schengen, è stato deciso in piena autonomia di non concedere, in applicazione della normativa vigente, i visti in questione''.
Si sono subito accese le polemiche. Maria Grazia Ardizzone, portavoce della sezione italiana del Campo Antimperialista ha dichiarato: ''La decisione della Farnesina è evidentemente frutto della gravissima ingerenza palesatasi con la lettera dei 44 congressmen americani e indirizzata all'ambasciatore italiano a Washington'' . ''All'inizio dell'estate – prosegue l’Ardizzone - abbiamo avuto contatti con l'ambasciata italiana in Iraq; il loro atteggiamento sembrò positivo. Poi la lettera da parte dei congressmen americani di fine giugno, ma resa pubblica solo più tardi, e infine ecco il voltafaccia. La lista di ospiti iracheni era fatta di esponenti della società civile e non di temibili terroristi. Tutti responsabili di un'opposizione politica agli occupanti della coalizione internazionale''. ''Prenderemo un'inziativa pubblica - ha concluso la portavoce - per chiedere le ragioni di questa scelta''.
Le fonti della Farnesina all’uopo interpellate affermano che non vi è stata pressione da parte americana sui visti. La lettera inviata da parlamentari americani all'ambasciata italiana esprimeva infatti preoccupazione per l'organizzazione dell'intero convegno e non si riferiva in alcun modo alla questione dei visti.
Si apprende inoltre che a uno dei quattro iracheni in passato era già stato negato il visto sia dall'Italia che da altri paesi Schengen.