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27 ago 2005Don Stanislao Dziwisz arcivescovo di Cracovia

CRACOVIA -(Italia Estera) -  L'ex-segretario particolare di Papa Giovanni Paolo II si è insediato oggi come nuovo arcivescovo della diocesi di Cracovia, in Polonia, che fu guidata da Wojtyla dal 1963 al 1978. L'arcivescovo Stanislaw Dziwisz ha assunto la carica con una solenne cerimonia, dopo la nomina ricevuta all'inizio di giugno da Papa Benedetto XVI. Una cerimonia lunga e commovente nel segno della continuità della chiesa cattolica polacca con l'insegnamento e la storia di Karol Wojtyla. Alla presa di possesso della diocesi di Cracovia presenti 30 cardinali guidati da Ruini, 100 tra vescovi e arcivescovi, personalità politiche come il presidente polacco Aleksander Kwasniewski, il presidente della Camera Italiana Pier Ferdinando Casini ed il ministro Rocco Bottiglione.
Dziwisz, 66 anni, ha iniziato a lavorare con Karol Wojtyla negli anni 60, quando era il futuro Papa ad essere l’ arcivescovo di Cracovia.
"Ventisette anni fa partii con l'allora arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla alla volta di Roma (dove fu poi eletto Papa). Sono convinto che continuerà a guidarmi tenendomi la mano dall'alto", ha detto il prelato al momento dell'insediamento. Attraverso i 27 anni di papato di Giovanni Paolo II, Dziwisz, conosciuto dagli amici come "don Stanislao", era il confidente più vicino al Pontefice ed è diventato un volto familiare al mondo accompagnando il Papa in molti suoi viaggi.. Nel 1981, quando il turco Ali Agca attentò alla vita di Giovanni Paolo, Dziwisz era al suo fianco e lo tenne fra le braccia mentre l'auto correva da piazza San Pietro all'ospedale. Dziwisz ha avuto molto potere durante gli ultimi anni di Wojtyla, conquistandosi la reputazione di "ombra del Papa".

L'arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz ha lasciato Roma per Cracovia con il suo inestimabile tesoro: il diario nel quale, giorno per giorno, ha fissato appuntamenti, incontri, impressioni ed emozioni del papato.
Un documento che tutti vorrebbero consultare ma che, almeno per il momento, sembra destinato a rimanere sotto chiave.
Oltre al diario personale don Stanislaw ha portato con sé anche le carte private di Giovanni Paolo II: appunti, minute, carteggi personali che Wojtyla aveva chiesto di bruciare ma che il suo ex segretario ha preferito conservare. Una mole consistente di carte che Dziwisz ha fatto trasportare nel suo appartamento privato nell'arcivescovado di Cracovia. Una parte dei libri di Wojtyla e altri documenti sono stati invece affidati alla Fondazione Giovanni Paolo II sulla via Cassia, a Roma, che già custodiva 3 mila oggetti appartenuti o donati al pontefice e oltre 20 mila volumi che lo riguardano.

Le celebrazioni sono iniziate poco dopo le 10: mons. Stanislao ha fatto il suo ingresso in una gremita cattedrale del Castello reale di Wawel a Cracovia per la prima parte della cerimonia di insediamento. E’ iniziata con la lettura della bolla pontificia di nomina del nuovo arcivescovo metropolita, che sostituisce il card. Franciszek Macharski, 78 anni, il quale ha assicurato mons. Dziwisz che opererà insieme a lui affinché il papa polacco diventi santo il più presto possibile: "Ti assicuro che finché avrò le forze opererò assieme a te affinché il servo di Dio Giovanni Paolo II diventi presto, anche se non so cosa vuol dire presto, il nuovo santo nostro patrono", ha detto Macharski rivolgendo il suo omaggio a don Stanislao che, a sua volta, lo ha ringraziato per il 27 anni di servizio nella diocesi di Cracovia.
Dopo aver indossato il palio e la mitra e preso il pastorale, mons. Dziwisz si è recato in processione verso la piazza del mercato, dove ha celebrato, davanti alla basilica mariana, una solenne messa all'aperto.
"L' uomo è la via della Chiesa": questa citazione presa dalla prima enciclica di Giovanni Paolo II è stata scelta da mons. Dziwisz come emblema del proprio programma.
Nella sua lunga omelia – più volte interrotta dagli applausi - nella quale si è rivolto ai politici chiedendo loro di servire l' uomo, la sua dignità e i suoi inalienabili diritti, ha pronunciato la frase "Sursum corda" (in alto i cuori) che fu pronunciata anche dal papa polacco nel 1997, davanti ai monti Tatra, nel sud della Polonia.
Ha parlato poi della famiglia, sottolineando che essa costituisce l' ambiente naturale della vita dell' uomo e che come tale "non può essere sostituita da qualsiasi altra relazione". L'arcivescovo di Cracovia, ricordando l'impegno di Giovanni Paolo II a favore dei lavoratori, ha sottolineato il dolore che lo riempie per il fatto che oggi in Polonia numerose persone non trovano lavoro e che tanti sono costretti ad espatriare per mantenere le loro famiglie.
Così mons. Dziwisz ha ricordato Solidarnosc, invitando a non smarrire lo spirito che animava il sindacato: "Una pagina gloriosa nella storia della Polonia e del movimento operaio è stata scritta da Solidarnosc - ha affermato nell'omelia - un grande slancio per la libertà, che ha mostrato a tutto il mondo come si può lottare per la giustizia senza lo spargimento del sangue. E' un grande patrimonio dello spirito polacco. Non si può smarrirlo! Nella vicinanza del giubileo del venticinquesimo di Solidarnosc torniamo a questi grandi valori che hanno contribuito alla nascita della Polonia e dell'Europa".




 
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