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19 ago 2005Il Papa a Colonia: La vista alla Singoga e l'incontro storico con il Rabbino."Shalom lechem!" La pace sia con voi!: così Benedetto XVI ha salutato

COLONIA – (Italia Estera) - ''Shalom lechem”, la pace sia con voi. Queste le prime parole pronunciate da papa Benedetto XVI nel suo discorso alla comunità israelitica di Colonia, dal pulpito della sinagoga. ''Era mio profondo desiderio, in occasione della mia prima visita in Germania dopo l'elezione a successore dell'apostolo Pietro - ha aggiunto - di incontrare la comunità ebraica di Colonia e i rappresentanti del giudaismo tedesco''.
Poi ha proseguito: "Faccio mie le parole scritte dal mio venerato Predecessore in occasione del sessantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz e chino il capo davanti a tutti coloro che hanno sperimentato questa manifestazione del mysterium iniquitatis'.  Benedetto XVI, primo Papa tedesco dell'epoca contemporanea ha iniziato così il suo dire nella sinagoga di Colonia in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù. La Sinagoga  distrutta dai nazisti nel 1938. Oggi, a 19 anni dalla storica visita in un luogo di culto ebraico di Giovanni Paolo II, il Papa ha rinnovato l'atto di contrizione compiuto da Karol Woytjla a nome di tutta la Chiesa Cattolica e ha reso omaggio alle vittime dell'Olocausto nazista, da lui definito 'un crimine inaudito e fino ad allora inimmaginabile'.  
Gli ha fatto eco il Rabbino capo di Colonia, Netanel Teitelbaum, nel suo messaggio di benvenuto al Papa: "Oggi Lei tributa un grandissimo onore alla nostra Comunita'. E' segno premonitore per il proseguimento di questa armonia tra noi e voi".  Questa visita - ha aggiunto - "e' segno di speranza per tutto il mondo. Il Tempio di Gerusalemme puo' essere finalmente ricostruito se ci viene il sostegno di tutte le altre religioni". E, ricordando quanto accadde nel 1938, quando i nazisti nella "Notte dei cristalli", tra il 9 e il 10 novembre, distrussero numerose singagoghe tedesche, tra cui quella di Colonia, il Rabbino ha sottolineato che "qui tra noi c'e' ancora qualcuno di coloro che hanno subito le persecuzioni, e per questo la sua visita e' di grande conforto per quelle persone, e per tutti noi". "La pace e' nelle sue orecchie, nelle sue mani. Tutta Israele aspetta la pace e dice amen" sono state le parole conclusive del Rabbino capo, Netanel Teitelbaum.  
Il Pontefice ha proseguito nel suo discorso affermando:
Dobbiamo ricordarci insieme di Dio e del suo sapiente progetto sul mondo da Lui creato: Egli, ammonisce il Libro della Sapienza, è 'amante della vita'''.
Benedetto XVI ha definito il Nazismo ''una folle ideologia razzista di matrice neopagana'' e ''un crimine inaudito e fino a quel momento anche inimmaginabile''. ''Le vittime - ha aggiunto - ammontano nella sola Colonia a 7.000 conosciute per nome; in realtà, sono state sicuramente molte di più. Non si riconosceva più la santità di Dio, e per questo si calpestava anche la sacralità della vita umana''. Il Papa ha ricordato che ''la storia dei rapporti tra comunità ebraica e comunità cristiana è complessa e spesso dolorosa. Ci sono stati periodi di buona convivenza, ma c'è stata anche la cacciata degli ebrei da Colonia nell'anno 1424''.
Benedetto XVI ha poi messo in guardia dal risorgere, nel nostro tempo, di fenomeni di antisemitismo e di razzismo verso gli stranieri. La Chiesa, ha spiegato il Papa, è impegnata a diffondere e trasmettere i principi del rispetto dell'uomo e della solidarietà alle nuove generazioni ''che non sono state testimoni degli avvenimenti terribili accaduti prima e durante la Seconda Guerra Mondiale''.
Il Pontefice ha voluto anche ricordare il ruolo fondamentale avuto dal Concilio Vaticano II, di cui ricorre quest'anno il 40esimo anniversario, nell'aprire una nuova era nei rapporti fra la Chiesa e l'ebraismo ''all'insegna del dialogo e della solidarietà''. La Dichiarazione Nostra Aetate promulgata nel corso del concilio, ha proseguito il Pontefice, ''ricorda le nostre radici comuni e il ricchissimo patrimonio spirituale che gli ebrei e i cristiani condividono''. ''In considerazione della radice ebraica del cristianesimo, il mio venerato predecessore, confermando un giudizio dei Vescovi tedeschi, affermò: 'Chi incontra Gesù Cristo incontra l'ebraismo''', ha ricordato.
Indicando alcuni temi specifici sui quali cristiani ed ebrei possono lavorare insieme, il Pontefice ha sottolineato: ''Il nostro sguardo non dovrebbe volgersi solo indietro, verso il passato, ma dovrebbe spingersi anche in avanti, verso i compiti di oggi e di domani. Il nostro ricco patrimonio comune e il nostro rapporto fraterno ispirato a crescente fiducia ci obbligano a dare insieme una testimonianza ancora più concorde, collaborando sul piano pratico per la difesa e la promozione dei diritti dell'uomo e della sacralità della vita umana, per i valori della famiglia, per la giustizia sociale e per la pace nel mondo''.
Non mancano però delle questioni irrisolte, sia sul piano storico che su quello teologico, nel dialogo fra la Chiesa e gli ebrei. Per questo bisogna ancora lavorare, ha detto il Pontefice, affinché su alcuni punti si arrivi a una visione condivisa. D'altro canto il dialogo, per essere autentico, ha detto il Papa, non può cancellare le differenze e le reciproche identità. ''Dobbiamo conoscerci a vicenda molto di più e molto meglio'', ha detto il Papa. Quindi ha aggiunto: ''Perciò incoraggio un dialogo sincero e fiducioso tra ebrei e cristiani''.
Ma tra gli insegnamenti del Concilio, come ha sottolineato il Papa, c'è anche quello del rispetto e del dialogo fra tutte le fedi e le culture in nome della difesa della dignità dell'uomo sulla base della quale, ''la Chiesa cattolica 'esecra come contraria alla volontà di Cristo qualsiasi discriminazione tra gli uomini o persecuzione perpetrata per motivi di razza o di colore, di condizione sociale o di religione'''. Quindi la Chiesa ''stima anche i musulmani'', ha detto Benedetto XVI.
Nel corso della visita, gli ebrei tedeschi hanno chiesto al Papa 'la completa apertura degli archivi vaticani per il periodo che riguarda la Seconda Guerra Mondiale'. "60 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe un altro segno di coscienza storica che potrebbe soddisfare anche tutte le voci critiche", spiega Abhram Lehrer, membro della comunita' ebraica di Colonia, che a nome degli ebrei tedeschi ha chiesto a Papa Ratzinger di rendere disponibile agli storici i documenti conservati in Vaticano (e ancora secretati) relativi al pontificato di Pio XII, il pontefice accusato dal mondo ebraico di aver taciuto la Shoah.
Al suo arrivo alla sinagoga, Benedetto XVI ha pregato per le vittime della Shoah. Al suo arrivo il Pontefice è stato ricevuto dai tre presidenti della comunità ebraica di Colonia e da un rabbino. Poi, recatosi al primo piano dell'edificio dove si trova la Sala della Memoria che ricorda i milioni di vittime dell'Olocausto e in modo particolare i martiri della città di Colonia, si è fermato per un momento di raccoglimento e di preghiera.
Il tempio ebraico della città tedesca ha una storia legata a quella della Germania moderna: fu infatti fondato nel 1899 e venne poi distrutto dai nazisti nel 1938 nel corso della famigerata ''notte dei cristalli''. Nella notte fra l'8 e il 9 novembre di quell'anno la Germania fu attraversata da un'ondata di violenza antiebraica che portò alla distruzione di negozi, abitazioni e sinagoghe, alla morte e all'imprigionamento di migliaia di ebrei. Nel 1959 il tempio ebraico di Colonia venne poi nuovamente ricostruito e inaugurato. La visita di Benedetto XVI nella sinagoga di Colonia segue quella che Giovanni Paolo II ha compiuto nel 1986 alla sinagoga di Roma.  
 
Nella prima parte della mattinata Benedetto XVI ha avuto invece un incontro con il presidente della Repubblica tedesca Horst Kohler nella residenza di Villa Hammerschmidt a Bonn, l'ex capitale della Repubblica federale. Nel corso del faccia a faccia il Papa e il capo di stato tedesco hanno discusso su ''come si possa mantenere unita la società tedesca'' e ''come possano contribuire, a questo scopo, la Chiesa e il presidente federale''.
 




 
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