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18 ago 2005Ronald Spogli il nuovo ambasciatore Usa accolto nei giorni scorsi a Roma

ROMA - (Italia Estera) - Villa Taverna ha accolto nei giorni scorsi il nuovo "inquilino". È Ronald P. Spogli, ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, che succede a Mel Sembler.
Il cinquantasettenne industriale californiano arriva nella capitale con la famiglia la moglie Georgia Beth Caudle e uno dei due figli, Caroline di 9 anni, che con il fratello William proseguira’ ora i suoi studi a Roma. E’ intenzionato ad «ampliare e rafforzare» le relazioni con l'Italia, convinto - come ha dichiarato nella sua audizione al Senato americano - che "le innumerevoli iniziative che i due Paesi stanno realizzando insieme dimostrano come gli italiani e gli americani, quando lavorano fianco a fianco nel mondo, conseguono ottimi risultati".
Nel suo curriculum Spogli annovera una laurea in storia, a Stanford, e un master, con il presidente George W. Bush, alla Harvard Business School. Entrato nel mondo degli affari ha fondato una società di investimenti bancari (la Freeman Spogli & Co).
La scelta del Senato americano di puntare su Ronald Spogli potrebbe favorire la distensione definitiva dei rapporti tra Roma e Washington, che non sono stati sempre facili negli ultimi mesi. Il neoambasciatore, infatti, parla bene l'italiano, e anche alla commissione Esteri del Senato Usa non ha dimenticato di sottolineare le sue origini: «Nel 1912 - ha spiegato - mio nonno paterno venne dall'Italia, da Gubbio, in questo Paese, senza risorse e senza un mestiere. Per più di vent'anni ha lavorato come minatore in una miniera di carbone della Pennsylvania. Il fatto che soltanto due generazioni dopo l'arrivo di mio nonno io mi trovi nella condizione di chiedere la vostra conferma a questo prestigioso incarico è un chiaro riconoscimento non tanto alla mia persona, ma alla perdurante promessa americana». In più il banchiere californiano fin da giovane ha frequentato il Belpaese: «L'Italia - ha dichiarato Spogli al Senato - ha avuto una profonda influenza nella mia crescita personale, iniziata quasi quarant'anni fa quando, giovane ventenne, ho messo per la prima volta piede sul suolo italiano. Da allora ho vissuto in quel Paese per tre anni da studente, poi da ricercatore universitario e docente. In anni più recenti, come uomo d'affari, ho investito in società con interessi commerciali in Italia. Negli ultimi trentasette anni mi sono recato diverse volte in Italia; essendo un grande ammiratore della cultura italiana e un sostenitore appassionato dell'istruzione universitaria, sostengo presso la Stanford University, mia alma mater, una cattedra per lo studio della lingua e della cultura italiana, nonché un centro studi per stranieri presso la sede di Firenze».
L'uomo giusto, insomma, per ristabilire un clima di reciproca fiducia, dopo le incomprensioni per il rapimento da parte della Cia dell'imam Abu Omar, e per fugare definitivamente le ombre del caso Calipari.
All’ arrivo In Italia le sue prime dichiarazioni sono state: ‘’Sono orgoglioso di essere americano. Pertanto, quando il Presidente Bush, mio caro amico da oltre 30 anni mi ha chiesto di assumere questo incarico, ne sono stato molto, molto onorato. Il Presidente ha voluto sottolineare che l’Italia e’ Paese amico tra i piu’ cari e uno dei piu’ saldi alleati dell’America’’. Il nuovo ambasciatore designato degli Usa ha aggiunto che ‘’il Presidente desidera fermamente che, nella mia nuova veste, io prodighi tutto il mio impegno affinche’ i nostri rapporti bilaterali diventino ancora piu’ stretti e piu’ proficui per le nostre due nazioni e per il mondo intero. Da parte mia, ho promesso al Presidente Bush che faro’ tutto il posssibile per realizzare questo obiettivo nel modo migliore’’.
Spogli ha quindi sottolineato il suo ‘’grandissimo piacere e motivo di orgoglio’’ di tornare in Italia in veste di rappresentante degli Usa; ha detto che presentera’ le credenziali al Presidente Ciampi nei prossimi giorni: ‘’Se il Presidente mi fara’ l’onore di accettarle – ha aggiunto –, saro’ il 36° ambasciatore Usa in Italia’’.
Ha ricordato di essere venuto per la prima volta in Italia quando aveva 20 anni, circa 37 anni fa. In occasione di un corso di studi presso la sede di Firenze dell’Universita’ di Stanford: ‘’e’ stata per me una esperienza fondamentale – ha spiegato – per farmi conoscere questo meraviglioso Paese". “Dopo gli Stati Uniti, l’Italia e’ il Paese che amo di piu’’’. Seguirono altri lunghi soggiorni in Italia, da assistente universitario, da ricercatore in materia di sociologia, e successivamente da imprenditore. E, naturalmente, con la mia famiglia siamo venuti molto, molto spesso da turisti per soddisfare la nostra grandissima passione per la storia e la cultura italiana’’.



 
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