ROMA -(Italia Estera) - Il Senato dice sì a larghissima maggioranza alle misure antiterrorismo, contenute nel decreto legge, del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu Il provvedimento passa ora alla Camera. Il titolare del Viminale ha così commentato: ''E' sicuramente una giornata positiva per la lotta al terrorismo. Il Senato ha migliorato in maniera significativa il nostro decreto e lo ha approvato con una larghissima maggioranza che riflette sicuramente l'unità degli italiani nella lotta contro il terrorismo''.
Il provvedimento presentato dal ministro dell'Interno ha ottenuto anche il sì dei senatori Ds, Margherita, Sdi, Udeur, Idv. Hanno votato contro Verdi, Prc, Pdci. Dal ministro l'invito agli italiani ad ''andare in vacanza secondo i loro programmi e considerare realisticamente la minaccia come hanno mostrato di saper fare fino a questo momento''.
Soddisfazione per ''l'unione bipartisan che c'è stata'' è stata espressa dal presidente del Senato Marcello Pera. ''Credo - ha aggiunto - che sia la prima volta in questa sala''. Pera ha poi annunciato che il Senato è riconvocato per martedì prossimo se la Camera dovesse modificare il provvedimento. Approdato oggi in commissione congiunta Affari costituzionali e Giustizia alla Camera, il provvedimento si appresta infatti a subire delle modifiche. Almeno una trentina gli emendamenti annunciati dal diessino Gianni Kessler.
Nel corso dell'esame, l'Assemblea di Palazzo Madama ha stralciato l'art. 16 dal decreto legge Pisanu che prevede di affidare al ministro della Giustizia l'autorizzazione a procedere per i reati di terrorismo internazionale. In mattinata si era cercato di raggiungere un accordo per ritoccare le norme ma la necessità di riflettere attentamente sull'articolo ha indotto alla presentazione di un ordine del giorno in cui si impegna il governo a inserire le norme in un provvedimento futuro. Il governo ha accolto l'ordine del giorno ed è stato successivamente approvato l'emendamento soppressivo dell'art. 16. La Lega ha votato no alla soppressione dell'articolo, ma ha espresso parere favorevole all'ordine del giorno. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, avvicinato a palazzo Madama, ha riferito che le norme saranno inserite nel disegno di legge sulla superprocura varato nell'ultimo Consiglio dei ministri.
Approvato anche un emendamento della Lega Nord che inasprisce le pene per chi indossa in pubblico o in un luogo pubblico chador, burqa, caschi integrali e altro elemento che copra integralmente il volto di una persona. Si tratta di un inasprimento della legge 152 del 1975 che proibisce di circolare in luoghi pubblici con il viso coperto:la pena che prima era da 6 mesi a 1 anno passa da 1 a 2 anni e l'ammenda è stata aumentata da 1000 a 2000 euro.
Durante l'esame in aula, è arrivato il via libera anche ad un emendamento che prevede che militari impiegati in servizi di vigilanza, di fronte a comportamenti che possano mettere in pericolo l'incolumità delle persone o delle strutture sorvegliate, possano procedere all'identificazione e a trattenere sul posto persone e mezzi di trasporto, come già previsto attualmente. Si prevede, inoltre, che, in casi di necessità e urgenza che non consentano un tempestivo provvedimento dell'autorità giudiziaria, possano anche procedere a perquisizioni sul posto, per accertare l'eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione. In nessun caso i militari avranno le funzioni di agenti di Polizia giudiziaria.
''Lo scopo - ha spiegato il relatore del provvedimento Gabriele Boscetto - è quello di rendere i poteri conferiti ai militari maggiormente aderenti al delicato contesto operativo di intervento, limitando i concreti rischi per l'incolumità e la sicurezza delle infrastrutture vigilate e rendendo sicuramente più efficace il servizio in questione. Tali attribuzioni, peraltro, hanno una portata meno ampia rispetto a quelle a suo tempo conferite ai contingenti interessati all'operazione 'Vespri siciliani', per i quali furono previste anche la qualifica di agente di pubblica sicurezza e la facoltà di accompagnare le persone fermate presso gli uffici di Polizia''.