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Il voto degli Italiani all'Estero

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07 lug 2005 CGIE – ASSEMBLEA PLENARIA Prima giornata, interventi e dibattito

ROMA - (Italia Estera) - L’on. Patrizia Paoletti Tangheroni (Forza Italia) è stata la prima ad intervenire nella giornata di apertura dell’Assemblea Plenaria. Gli Italiani all’estero sono senz’altro una priorità per la maggioranza di governo, sia pure con dei limiti “siamo tutti sulla stessa barca, sono tempi duri” - dettati dal momento difficile, dalla crisi generale che anche il nostro Paese sta attraversando. La Tangheroni é “italiana all’estero da quattro generazioni” e per questo conosce “i problemi dei connazionali all’estero, persone che lavorano alacremente e portano alto il nome dell’Italia”. Ha assicurato che il Governo ha preso a cuore le problematiche e le esigenze dei connazionali. Tanto che, ha ribadito più volte nel corso del suo breve intervento che “in questa legislatura è stata approvata la legge sul voto all’estero” e ha rivendicato anche “quanto fatto da questa maggioranza per gli italiani emigrati”.

L’on. Valerio Calzolaio (Democratici di Sinistra), è stato molto veloce ma chiaro. Ha richiamato l’attenzione sui tempi stretti per assicurare che il diritto di voto possa essere esercitato da tutti gli aventi diritto all’estero. Lui che ha presentato diverse interrogazioni e che segue da vicino i problemi degli italiani all’estero, ha fatto diverse denuncie. Ha commentato il referendum di giugno che a suo parere “la questione di chi ha diritto di voto è ancora aperta. Probabilmente sono tra le 600 mila e le 700 mila le persone che nel referendum hanno fatto quorum pur non corrispondendo a persone fisiche” Mentre molti altri “avrebbero potuto votare, ma non è mai arrivato il plico”. Per le prossime politiche gli italiani all’estero devono essere messi in condizione di esercitare i loro diritti di elettorato attivo e passivo. Pertantoha invitato le forze parlamentari a lavorare facendo uno “sforzo comune”, e intervenendo con provvedimenti urgenti per garantire questi diritti.

L’on. Giovanni Bianchi (esponente della Margherita e presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera) ha sottolineato l’importanza di “fare pressione” , di “spingere senza abbassare la guardia” affinché il voto all’estero, frutto di una “battaglia trasversale” in Parlamento e “traguardo inseguito da decenni” possa essere esercitato da tutti coloro che ne hanno diritto. Giovanni Bianchi è soffermato anche sul ruolo del CGIE e sulla “necessità” di ripensarne le “modalità di lavoro”. Infine ha ricordato i diversi progetti di legge sulla cittadinanza che sono in Parlamento, richiamando l’attenzione sulla spinta che può dare la nostra esperienza emigratoria nell’ambito delle politiche per i diritti di cittadinanza agli stranieri.
L’ultimo degli interventi dei parlamentari, quello del senatore Emerenzio Barbieri (Udc), che si è detto scettico sulla possibilità che le liste degli italiani all’estero possano alla fine risultare “esatte fino all’ultima unità”. Barbieri non ha mancato di sottolineare che finora i nostri militari all’estero ed i dipendenti del Ministero degli Esteri non possono ancora votare. Comunque per lui ci sono comunque “tutte le condizioni” perché i 18 parlamentari possano essere eletti il prossimo anno.

Si è passati agli interventi dei Consiglieri del CGIE. Filippo Chifari (Ministero Affari regionali) in un breve intervento ha evidenziato l’importanza di fare “conoscere” il CGIE e le sue attività al servizio degli italiani nel mondo, agli italiani in patria, rilevando che la stampa nazionale non parla mai di questo organismo.
Il Vice segretario generale Andrea Amaro, che ha molto apprezzato la relazione di Narducci, ha parlato di riaffermazione della volontà del CGIE di “non farsi mettere da parte e umiliare”. Amaro ha anche invitato tutti a continuare a lavorare con spirito costruttivo, come si è visto in questi giorni nelle Commissioni CGIE, sia pure conservando e rispettando le diverse, legittime, opinioni.
Carlo Consiglio (Canada) ha raccolto l’invito di Amaro. Tornare a respirare quel clima di collaborazione per combattere “i nemici trasversali” al voto. Consiglio ha anche osservato che nella relazione di Narducci non si fa menzione della battaglia vinta dalla comunità in Canada per avere Rai International. Pronta la replica di Narducci, che ha ricordato come il CdP abbia avuto contatti con il Sottosegretario Letta per perorare la causa della collettività in Canada.


Gian Luigi Ferretti, del CdP, si è detto preoccupato del “processo degenerativo” in atto nel CGIE, contagiato dal “virus candidatus”. Poi ha attaccato Narducci per avere inviato la lettera a Ciampi paventando un posticipo al 2011 del voto degli italiani all’estero. Ferretti ha anche polemizzato sulla questione degli emendamenti alla legge sul voto in senato che sono di “peones” trasversali.


Riccardo Pinna (Sudafrica) si è invece rammaricato per la “decisione affrettata” del CGIE che ha deciso di non far leggere a Benedetti la Relazione di Governo, anche se ritiene giusto che si metta fine al “trattamento” riservato all’organismo dall’esecutivo.

 


Gianni Farina (Francia) ha evidenziato la necessità di difendere la conquista della rappresentanza nel Parlamento, che oggi viene “messa in pericolo”.

 

 

 

 

 


Luciano Neri (Margherita) ricordando che la conquista del voto è stata trasversale ha invitato a far capire a chi osteggia il voto all’interno del proprio partito di riferimento che è ora che “elabori lutto” perché il voto è ormai un diritto sancito dalla legge.

 

 


Alberto Bertali (Gran Bretagna) ha chiuso gli interventi della mattina invitando caldamente i consiglieri a mettere da parte le polemiche, a non cedere a sterili divisioni, a lavorare insieme, facendo in modo da proiettare l’immagine delle attività del CGIE anche in Italia, dove “non siamo conosciuti”




 
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