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08 lug 2005CGIE - L'informazione per gli italiani nel mondo - La relazione di Randazzo - L'ordine del Giorno di Siddi, Randazzo (Australia), Montanari (Germania), Rapanà (Canada).

ROMA - Nel corso dell'Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, di oggi, 8 luglio, Il Presidente della I Commissione (Informazione e Comunicazione), Nino Randazzo, ha svolto la sua relazione . Pubblichiamo il testo integrale, seguito da un documento sull’Informazione e la Comunicazione politica proposta dai Consiglieri Franco Siddi (rappresentante FNSI nel CGIE e primo firmatario), Nino Randazzo (Australia), Mauro Montanari (Germania), Giovanni Rapanà (Canada) approvato all’unanimità

Relazione del Presidente della I Commissione (Informazione
e Comunicazione), Nino Randazzo, alla Plenaria dell’8 luglio 2005

I lavori della I Commissione Tematica (Informazione e Comunicazione), che si sono svolti in due sessioni nell’arco della giornata di mercoledì 6 luglio 2005, hanno registrato una serie nutrita di interventi, segnalazioni, conclusioni e raccomandazioni, incentrata sui quattro punti più qualificanti dell’ordine del giorno che ne ha accompagnato la convocazione:
1) Aspetti formali e/o sostanziali, assenza/lacune dell’informazione istituzionale nella circoscrizione Estero per i referenda del 12-13 giugno u. s.;
2) verifica dei dati di tiratura/diffusione della stampa italiana all’estero, in relazione all’annuale parere obbligatorio dei Comites (Vale a dire il tema indicato nell’ordine del giorno di questa assemblea plenaria nella formulazione: “La stampa italiana all’estero e il nuovo quadro legislativo degli organismi di rappresentanza”;
3) L’avvio di un’iniziativa per il riconoscimento e l’inclusione delle emittenze radiofoniche e televisive italiane all’estero ai fini delle disponibili provvidenze pubbliche al settore dell’informazione all’estero.
4) Informazione di ritorno.

Altre due questioni all’ordine del giorno – “Elaborazione di un progetto di consultazione sistematica tra DGIEPM (Ufficio VII, Elettorale) e I Commissione CGIE per una campagna di educazione civica relativa al voto politico del 2006” e “Richiesta di una riunione straordinaria, in settembre/ottobre c. a. della I Commissione per impostare le linee di consultazione e collaborazione con le entità istituzionali competenti al fine di pervenire all’organica formulazione di un programma d’informazione sul voto per corrispondenza” – avevano già, in apertura dei lavori, ricevuto adeguata risposta con la comunicazione del Segretario Generale circa la convocazione della I Commissione “ai primi di settembre a Roma per una riunione straordinaria di due giorni, allo scopo di discutere e proporre un concetto per la campagna d’informazione in vista delle elezioni politiche, conformemente con l’ordine del giorno approvato nell’ultima riunione dell’assemblea plenaria” (cioè l’assemblea del 2 marzo 2005).
I componenti la Commissione hanno da parte loro avanzato la proposta di tenere detta riunione straordinaria nelle giornate dell’8 e 9 ottobre p. v. a San Paolo, immediatamente dopo i lavori della Commissione Continentale dell’America Latina, avendo individuato in questa particolare area una necessità di maggiore e più urgente attenzione alle esigenze d’informazione e comunicazione.

Nel corso dell’analisi e dibattito sulla natura, consistenza ed efficacia dell’informazione istituzionale per i referenda del 12-13 giugno 2005 sulla procreazione medicalmente assistita, i componenti la Commissione, con una sola eccezione, hanno espresso una valutazione sostanzialmente negativa. Un compendio delle principali osservazioni fatte dai rappresentanti di tutt’e quattro i comparti della circoscrizione Estero comprende:

l’incompiutezza e il ritardo estremo e vanificante dell’informazione sulle modalità di voto e le scadenze degli adempimenti relativi alla spedizione delle schede votate;

la segnalazione di casi di trasmissione di spot pubblicitari e/o programmi televisivi di RAI International con l’indicazione graficamente enfatizzata delle giornate elettorali del 12-13 giugno valide per l’Italia, e un posizionamento meno visibile della scadenza ultima del 9 giugno valida per l’estero: circostanza alla quale è stata attribuita parte della responsabilità delle schede pervenute fuori tempo alle sedi consolari;

la mancata esposizione in termini semplici e accessibili alla media degli elettori degli effetti del “sì” e del “no” a ciascuno dei quattro quesiti referendari, in rapporto alla legge esistente che si intendeva modificare: il che non avrebbe minimamente costituito un giudizio di merito sui quesiti medesimi;

la mancata consultazione, nella maggioranza dei casi, con i Comites e il CGIE, su formato, impianto e contenuti della campagna d’informazione, impostata invece sulla presunzione di una conoscenza esclusiva e indiscutibile in sede di dirigenza ministeriale di ciascuna delle realtà italiane nel mondo;

l’assenza totale di pubblica informazione in talune circoscrizioni consolari e l’arbitraria gestione in talune altre di fondi per cifre imprecisate per pubblicità a pagamento su organi di stampa, in qualche caso privilegiando pubblicazioni in lingua locale e snobbando gli esistenti mezzi di comunicazione in lingua italiana, ai quali magari è stato richiesto spazio pubblicitario gratuito (spesso ottenuto).

L’intervento ai lavori della Commissione del dott. Fabio Julia, dell’Ufficio VII (Affari Elettorali) della DGIEPM, non ha potuto chiarire (senza alcuna colpa personale del solerte funzionario) come, dove e quando sia stata utilizzata la spesa, ufficialmente dichiarata, di un milione e mezzo di euro per l’informazione istituzionale per il referendum dello scorso giugno. Tutta la voluminosa documentazione messa a disposizione sul quadro generale della campagna informativa pre e post-indizione del referendum non fornisce in alcun modo dati differenziati su pubblicità a costo zero, normali articoli d’informazione generale e pubblicità vera e propria a pagamento. Allo scopo, o meglio nell’attesa senza eccessive speranze, di ottenere un chiarimento ufficiale di questo arcano aspetto di una campagna informativa di cui nessuno ha potuto cogliere l’utilità o i benefici – e in taluni casi neppure riscontrare l’avvenuta realizzazione – viene presentato nel “Question Time” di questa Plenaria il quesito su “Entità e ripartizione della spesa per la campagna informativa istituzionale all’estero relativa alle consultazioni referendarie del 12 giugno 2005”.

Quanto fin qui accennato in questa relazione – e molto più dettagliatamente delineato nel verbale delle sedute della I Commissione, quando verrà diffuso – è sufficiente a giustificare l’allarme da sempre lanciato sulla “emergenza informazione”, che diventa una emergenza ancora più grave e intollerabile in prospettiva delle elezioni politiche del 2006. Anche questa emergenza fa parte, e parte assai rilevante, degli impegni governativi disattesi verso i cittadini italiani all’estero.

L’altro tema di particolare rilievo e delicatezza trattato dalla I Commissione verte sull’annuale parere obbligatorio, anche se non vincolante, dei Comites, nella loro rinnovata configurazione legislativa, sugli organi di stampa italiani all’estero che chiedono contributi al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I componenti la Commissione hanno tenuto presente la distinzione tra stampa periodica, alla quale si applica la normativa della legge 416 del 1981, e stampa quotidiana, che invece costituisce categoria a parte nell’ambito di una diversa legge, la 250 del 1990.

C’è stata la recente segnalazione di parere negativo dato da alcuni Comites su pubblicazioni da decenni sul mercato, al servizio delle collettività italiane all’estero. I pareri sono stati accompagnati da tutto un ventaglio di sospetti, denunce e accuse di tirature gonfiate, false dichiarazioni, contabilità truccata, e via di questo passo. Da specificare che il totale dei contributi da ripartire fra le centosetanta della stampa periodica italiana all’estero è intorno a 2 milioni di euro all’anno, ovvero 11,700 euro l’anno ed è rimasta inalterata dal 2000. La reiterata richiesta di un raddoppio dello stanziamento dell’infimo totale dei contributi fa anche parte, per decisione della Commissione stessa, di uno degli ordini del giorno di questa Plenaria.

Per l’ottenimento dei contributi sono prescritti quattro passaggi, o “filtri”, che dovrebbero in qualche modo assicurare un’equa valutazione, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, di ciascuna pubblicazione: il parere del Comites, il parere del capo dell’ufficio consolare, il parere dell’apposito ufficio del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e infine il giudizio di una commissione di esperti, che ha a disposizione il prodotto cartaceo dell’intera annata precedente di ogni singola pubblicazione. La I Commissione è, tuttavia, dell’avviso che siano necessari parametri ancora meglio definiti di valutazione e più incisivi criteri di controllo della tiratura e diffusione per garantire la trasparenza amministrativa delle aziende editoriali. Partanto è stato raccomandato che la richiesta di parere dei Comites venga accompagnata dalla certificazione di un locale istituto accreditato di controllo della diffusione della stampa e relative pezze d’appoggio amministrativo per le pubblicazioni che presentano richiesta di contributo superione a 10 mila euro all’anno.

La Commissione concorda sulla necessità di tener sempre presente che il Comites non può e non deve avere alcuna funzione censoria sui contenuti e orientamenti né diventare una specie di controllore contabile delle pubblicazioni sulle quali è chiamato ad esprimere un parere. L’Articolo 2, comma 4 della Legge istitutiva dei Comites è, al riguardo, abbastanza esplicita: “Nel rispetto delle norme previste dagli ordinamenti locali e dalle norme di diritto internazionale e comunitario, al fine di favorire l’integrazione dei cittadini italiani nelle società locali e di mantenere i legami con la realtà politica e culturale italiana, nonché per promuovere la diffusione della storia, della tradizione e della lingua italiane, il Comitato…esprime parere obbligatorio entro 30 giorni dalla richiesta sui contributo accordati dalle amministrazioni dello Stato ai locali mezzi di informazione”. Altrettanto lo è il Regolamento d’Attuazione, Art. 3, punto 5: “Il capo dell’ufficio consolare comunica al Presidente del Comitato (Comites, ndr) le richieste di contributo di cui all’Art. 4, comma h, della legge, prima che queste siano inoltrate al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Comitato appositamente convocato formula entro 30 giorni dalla comunicazione il proprio parere in proposito, per il quale dà immediata comunicazione scritta al capo dell’ufficio consolare”.

Intanto, allo scopo di avviare un’iniziativa decisa e concreta volta ad un riconoscimento delle emittenze radiofoniche e televisive italiane all’estero ai fini delle disponibili provvidenze pubbliche ad un settore dell’informazione all’estero che ha una sua ben distinta specificità e risulta in costante crescita, la I Commissione ha deciso di approntare un’apposita scheda, e sollecitarne al Comitato di Presidenza del CGIE l’invio a tutti i Comites, per un censimento di stazioni/network e/o programmi radiofonici e TV in lingua italiana nelle rispettive circoscrizioni consolari.

Infine, sul tema dell’informazione di ritorno, che chiama in causa potenzialità trascurate, compiti disattesi e impegni ancora non mantenuti da RAI International, la Commissione si è ripromessa un più approfondito trattamento alla prima occasione disponibile (richiamandosi anche ad un pro-memoria circolarizzato in Commissione per l’assemblea plenaria inaugurale del corrente mandato del CGIE in luglio del 2004. Quanto al recente ingresso di RAI International in Canada, è stato accennato nelle battute finali dei lavori della Commissione alla percezione di un disagio in quella fascia di utenti cui è negata la ricezione del segnale via satellite, trattandosi finora solo di diffusione via cavo.

Ad ogni buon conto l’informazione rimane un’istanza centrale di tutta la politica per gli italiani nel mondo e sempre centrale deve, pertanto, restare nell’ambito dell’attenzione, dei dibattiti, dell’interesse, delle pulsioni e degli sforzi propositivi del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Senza un’adeguata informazione, di cui dovremo farci carico noi e dovrà farsi carico il Governo concordando con noi una precisa e mirata strategia, i cittadini italiani nel mondo non potranno mai ottenere un livello ottimale della sperata, auspicata e meritata partecipazione diretta alla vita democratica del Paese.


Il Consiglio generale degli Italiani all’Estero, riunito presso il Ministero degli Esteri nelle giornate di ieri e di oggi, ha approvato all’unanimità un documento sull’Informazione e la Comunicazione politica proposta dai Consiglieri Franco Siddi (rappresentante FNSI nel CGIE e primo firmatario), Nino Randazzo (Australia), Mauro Montanari (Germania), Giovanni Rapanà (Canada).
Il Consiglio generale degli italiani all’estero, considera primario il ruolo dell’informazione libera e pluralista per la promozione della cittadinanza e della partecipazione democratica dei cittadini residenti in Patria e all’estero.
Rileva che verso le comunità italiane all’estero permane un deficit informativo, a causa di una assoluta carenza dei progetti d’informazione istituzionale primaria, di carenza di sostegni finanziari e formativi alla stampa italiana pubblicata nei diversi Paesi del Mondo, di contraddittoria e gravemente insufficiente presenza del servizio pubblico radiotelevisivo.
Ritiene indispensabile la promozione di azioni urgenti di sostegno del Governo per invertire queste tendenze e garantire la massima, tempestiva informazione in andata e ritorno, al fine di una partecipazione larga e consapevole di tutti i cittadini italiani, ovunque nel Mondo alla vita democratica del Paese.
In particolare, in vista del voto generale per il rinnovo del Parlamento nel 2006,
chiede all’Autorità di Governo e agli organi di indirizzo e garanzia del Parlamento di assumere urgenti provvedimenti per assicurare la massima diffusione dell’informazione istituzionale di base, a partire dal prossimo autunno, sul significato, le regole di partecipazione, le condizioni di accesso alla competizione elettorale.
Sollecita le Autorità competenti a definire, sentito il CGIE:
- indirizzi per la par condicio e il pluralismo anche nel collegio elettorale della circoscrizione Estero;
- una campagna istituzionale d’informazione sui media italiani all’estero da far partire entro l’anno;
- una campagna d’informazione istituzionale sui media italiani per promuovere conoscenza sulle condizioni di uguaglianza e parità di diritti assicurata, costituzionalmente e dalla legge, agli italiani in Patria e all’estero e sulla nuova opportunità di voto attivo e passivo per tutti i cittadini;
- l’estensione delle provvidenze pubbliche per le radiotelevisioni locali alle analoghe emittenti italiane irradiate all’estero;
- la riqualificazione degli oneri del servizio pubblico radiotelevisivo per il rafforzamento qualitativo e produttivo della programmazione per l’estero, anche attraverso azioni di sinergia tra reti Rai e società promosse e controllate come Rai International;
- il regolamento per le tribune elettorali per la circoscrizione estero.
Invita il Governo a promuovere, d’intesa con il CGIE e con la collaborazione delle organizzazioni professionali e deontologiche dei giornalisti italiani, progetti di formazione e aggiornamento per i giornalisti italiani all’estero.
Impegna il Comitato di Presidenza ad assumere ogni iniziativa, anche con l’indizione di riunioni straordinarie della I Commissione, perché le sollecitazioni e le richieste del presente documento abbiano un seguito e perché gli esiti siano sottoposti all’attenzione della pubblica opinione.




 
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