NEW YORK - La minaccia rinvio del voto degli italiani all'estero é reale, ma
il pericolo per l'italiano all'estero non viene dai due senatori lombardi
parte della maggioranza e ampiamente citati dalla stampa:Antonio Del Pennino (PRI)
e Graziano Maffioli (UDC), bensí da un membro di Forza Italia della
Commissione Affari Costituzionali del Senato: Aldo Scarabosio.
Il senatore Scarabosio, notaio a Torino, é coadiuvato da due senatori DS:
Massimo Villone, professore universitario di Napoli, e Stefano Passigli,
professore universitario di Firenze. Tutti questi, piú il lombardo Pierluigi
Petrini (Margherita), vorrebbero posticipare il voto politico all'estero al 2011.
La Commissione Affari
Costituzionali ha 26 membri, FI ne conta 6 e AN 4;
mentre i membri di AN sono tutti compatti (seppur non sufficienti) nel
completare l'ultimo atto per conferire il voto all'italiano all'estero, FI si é
trovata con un dissidente mentre il centro-sinistra ha almeno 4 membri contrari.
Considerando che l'UDC é intenta a proteggere le sue poltrone (quindi ha
interesse a posticipare il voto all'estero), c'é il serio rischio che l'emendamento
proposto dal senatore Scarabosio passi in commissione anche se incostituzionale.
Apparentemente, le obiezioni del senatore Scarabosio non sono di natura
ideologica, come lo potrebbero essere da parte dei DS e del centro-sinistra in
generale, bensí sono fonte di pura disinformazione.
Sembra, infatti, che il Senatore dubiti della preparazione politica
dell'italiano all'estero e abbia paura di perdere 18 seggi che verrebbero tolti da
quelli del proporzionale, oltre all' incertezza sul vero bisogno del voto
all'estero come ago della bilancia per il centro destra.
Per la cronaca, questi membri della Commissione Affari Costituzionali del
Senato si sono mostrati perplessi circa all’applicazione delle normative
costituzionali (articoli 48, 56 e 57) approvate in entrambi i rami del Parlamento
quasi all’unanimità. Queste tre leggi costituzionali sono state modificate da
due leggi costituzionali nel 2000 e 2001. Nel dicembre del 2001 é stata
inoltre approvata la legge ordinaria (a maggioranza semplice) 459, che disciplina
l’esercizio del diritto di voto all’estero ma senza la distribuzione dei seggi
elettorali assegnati alla circoscrizione estera.
I seggi da allocare all’estero sono stati giá ricavati dai seggi in
Italia per il proporzionale, senza intaccare quelli che verranno vinti con il
maggioritario e giá approvati dalla Camera.
Resta il fatto che le normative costituzionali degli articoli 48, 56 e 57
sono norme programmatiche e non precettive, ció significa che non hanno efficacia
diretta sull’ordinamento giuridico, bensì enunciano un principio che dovrà
poi essere attuato da una legge ordinaria. In mancanza di legge, la norma
costituzionale non ha attuazione immediata e quindi, senza la previsione legislativa
dell’assegnazione dei seggi, non si potranno eleggere i candidati all’estero.
A questo punto gli italiani all'estero dovrebbero far leva sull'influenza
e sul prestigio dei Piemontesi nel Mondo affinché questi presentino al loro
Senatore non solo i vantaggi del voto italiano all'estero per il Sistema
Italia, ma anche i vantaggi per il suo specifico partito. Inoltre, un notaio esperto
quale il senatore Scarabosio, capirebbe l'elemento di incostituzionalità
inerente all’inapplicazione di una norma -- che non si può bilanciare con una
norma di rango inferiore -- e che deriva dal posticipare il diritto del voto
all’estero, diritto garantito da una Costituzione che colloca al centro la persona
umana, i cui diritti sono, prima ancora che della società e dello Stato,
dell’uomo stesso.