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30 giu 2005ZAIA: il Veneto segna un trend positivo a livello di commercio estero

VENEZIA - 30 giu. – (Italia Estera) -  “Gli indicatori ci dicono che il Veneto segna un trend positivo a livello di commercio estero. Ma se la delocalizzazione dei mercati e delle imprese può pesare positivamente sul commercio estero, questo fenomeno pesa negativamente sulla crescita di posti di lavoro nella nostra Regione”. Lo ha detto il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia, intervenendo in Consiglio nel dibattito sullo stato dell’economia veneta. Zaia ha in particolare approfondito le questioni che riguardano le materia di sua specifica competenza: turismo e agricoltura. Il Veneto ha registrato quasi 55 milioni di presente turstiche, delle quali circa il 60 per cento di ospiti provenienti dall’estero; il turismo con oltre otto milioni di euro di PIL rappresenta la prima industria della regione. Le previsioni ci parlano di un aumento del 1,7 per cento quest’anno. E tuttavia c’è un calo dei turisti di lingua tedesca, per motivi che non dipendono da politiche sbagliate e disattenzioni, ma perché trovano costi più alti rispetto all’epoca del cambio marco – lira. E questo dipende da molti fattori, rispetto ai quali noi dovremmo poter dare più libertà di movimento ai nostri operatori –ha detto Zaia – ed eliminare una serie di vincoli che fanno da deterrente. Quanto all’agricoltura, dobbiamo orientarla verso una maggiore competitiva, innovazione, ricerca, sicurezza alimentare. Stiamo abbandonando vecchio Piano di Sviluppo Rurale, che ha comunque ristrutturato l’agricoltura regionale (ad esempio ne hanno usufruito 20 mila giovani) – ha aggiunto il vicepresidente – e stiamo predisponendo il nuovo PRS. Ma servono anche altre attenzioni: abbiamo per esempio chiesto ad Alemanno una modifica dei parametri di distribuzione dei finanziamenti tra le Regioni e dobbiamo intervenire in Europa per evitare che la PAC ci penalizzi, come nel settore bieticolo saccarifero. Anche sulle quote latte si gioca una partita molto significativa – ha affermato – che riguarda il mantenimento del sistema lattiero caseario veneto. Con l’appiattimento del prezzo del latte alla produzione e se non blocchiamo la vendita di quote fuori regione noi rischiamo – ha spiegato Zaia – di veder messa in crisi la nostra struttura produttiva e di perdere un’identità che è anche culturale se penso all’Asiago, al Morlacco e così via. In ogni caso non va dimenticato il consumatore, senza il quale ogni ragionamento rischia di essere vano e che oggi compra soprattutto in base a pubblicità e prezzo. Zaia è pure ritornato sulla questione del lavoro ai veneti: prima di chiedere quote d’ingresso per gli stranieri – ha ribadito – pensiamo ai nostri lavoratori e l’attenzione va posta anzitutto al mercato del lavoro interno. Il vicepresidente ha infine accennato al “pericolo Cina”, che non dipende solo dalle produzioni a basso costo ma da come tali produzioni vengono ottenute, senza rispetto di regole (ambientali, sindacali, sanitarie, di prevenzione degli infortuni) che noi invece seguiamo.

 




 
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