TREVISO -20 giu - (Italia Estera) - Cittadinanza “regionale” e quindi diritto di voto agli italiani residenti all’estero anche alle elezioni dei governatori? Sì, purchè i nostri
connazionali dimostrino di volerlo. Intervenendo al Convegno sul tema
“Statuti regionali e italiani nel mondo” promosso a Treviso dall’UNAIE
(Unione Nazionale Associazioni Emigrati ed Immigrati),il Ministro per i
Rapporti Stato-Regioni Enrico
La Loggia
ha “bacchettato” le Associazioni
degli Emigranti. Al recente referendum la prima consultazione aperta ai
residenti all’estero,solo il 20% di loro si è’ recato alle urne. Su due
milioni e mezzo di aventi diritto,quanti ne conta l’ultimo elenco stilato:
solamente 500mila hanno esercitato tale diritto.La colpa? Delle
associazioni. “Allarme rosso” –ha esordito il ministro- se alle prossime
elezioni andasse a votare lo stesso numero di persone ,la questione degli
italiani all’estero subirebbe una battuta,anzi una batosta d’arresto,che
dovremmo rimediare per decenni”. Qualcuno ha proseguito
La Loggia
di fronte
a una platea composta tra gli altri dall’onorevole Gustavo Selva,
Presidente della Commissione Esteri della Camera e dal Sottosegretario agli
Affari Regionali Luciano Gasparini, potrebbe cominciare a chiedersi perché
500mila votanti dovrebbero eleggere 12 deputati e 6 senatori ,quando un
normale collegio senatoriale ne conta 250mila. “Serve una mobilitazione
straordinaria in vista delle politiche “ha ammonito il Ministro e a
guidarla dovranno essere le Associazioni degli Emigrati. Se questo “primo
esperimento” non ha funzionato tutti devono farsene carico, anche se la
responsabilità principale va ai gruppi che si rivolgono agli italiani
all’estero”.Quanto alle Consulte regionali da Roma sono già partite le
lettere che ne sollecitano,dove sono assenti l’istituzione.