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04 lug 2005Cinema, addio al regista Alberto Lattuada .Si è spento all'età di 91 anni

E' morto all'età di 91 anni il regista Alberto Lattuada. Malato da tempo, Lattuada si è spento nella sua casa vicino Roma. Nato nel 1914 a Milano, Lattuada vive fin da ragazzo la passione per il cinema. L'amore per i film lo spinge, insieme a Mario Ferrari e Gianni Comencini, alla fine degli anni '30 a legare il proprio nome alla fondazione della Cineteca nazionale.

Ma è negli anni '40 che entra nel mondo dei set cinematografici come assistente alla regia di Mario Soldati per 'Piccolo Mondo antico' (1941) e, sempre in quello stesso anno, di Ferdinando Maria Poggioli per 'Sissignora'. Due anni dopo firma il suo esordio alla regia con 'Giacomo l'idealista'. Tratto dal romanzo omonimo di Emilio De Marchi, il film è un battesimo per molti. Dall'attrice Marina Berti, protagonista insieme a Massimo Serato, all'operatore Carlo Nebiolo fino al produttore Carlo Ponti.

Nel 1946, con 'Il bandito', il regista si confronta con la realta' del dopoguerra raccontando il ritorno a casa di un reduce che, avendo perso beni e affetti, si trova invischiato nel giro della malavita e diventa il capo di una banda di delinquenti. L'adesione di Lattuada al neorealismo, attraverso questo film, avviene in modo originale poiche' allo sguardo di tipo documentaristico che caratterizza la prima parte del film segue un intreccio da film poliziesco. Lo schema del realismo, intrecciato al poliziesco e al melodramma, si ritrova anche nel successivo 'Senza pieta'' (1948) in cui si racconta lo smarrimento della protagonista, costretta dalle circostanze a prostituirsi.

'Il Mulino del Po' (1949), tratto da un romanzo di Bacchelli, pur essendo ambientato alla fine dell'ottocento, e' pervaso da uno spirito neorealista che si evidenzia nella denuncia delle lotte sociali e dalle ingiustizie patite dai contadini delle campagne padane. Gli anni 50 si aprono con Luci del varieta' (1950) diretto insieme a Federico Fellini che coincide con l'allontanamento dalle tematiche tipiche del neorealismo per far luce sulle illusioni e disillusioni dei singoli personaggi e sull'analisi delle loro personalita'. Tra i titoli piu' importanti di questi anni vanno ricordati Il cappotto (1952) e La spiaggia (1953) nei quali al profondo amore con cui vengono visti i personaggi corrisponde uno sguardo amaro e disincantato sull'ipocrisia di una societa' perbenista e bigotta che isola i protagonisti in un vortice di solitudine e disperazione. I toni si addolciscono in Guendalina (1957) un tenero ritratto di quindicenne con cui Lattuada indaga il mondo adolescenziale tra malinconia e romanticismo.

Negli anni 60 oltre ai consueti adattamenti letterari portati sullo schermo con impeccabile cura visiva ( 'La steppa' 1962) Lattuada affronta con disinvoltura generi diversi: il giallo ( 'L'imprevisto' 1961 e Il mafioso 1962) la commedia ( Don Giovanni in Sicilia 1967) il film di guerra ( Fraulein Doktor 1969). Con i film dei primi anni 70: 'Venga a prendere il caffe' da noi' (1970) 'Sono stato io' (1973) 'Le faro' da padre' (1974) Lattuada unisce la leggerezza dei toni propri della commedia a una visione piu' amara della realta' sociale sottolineandone polemicamente i mali (arrivismo, successo, avidita'). Negli anni 80 ha realizzato alcuni sceneggiati per la televisione tra i quali ricordiamo Cristoforo Colombo andato in onda sulla Rai nel 1985.




 
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