ROMA - Sulla crisi dell'Unione europea, l'11 ed il 12 luglio il ministro degli esteri Gianfranco Fini si consulterà con il collega tedesco, Joschka Fischer, e con quello polacco, Adam Rotfeld. Due incontri importanti nel quadro di un'Europa che versa in un momento di difficoltà: rispondono alla strategia adottata con chiarezza dal ministro Fini di tessere una serie di contatti bilaterali che servano a riavviare la riflessione sul futuro della costruzione europea.
I due appuntamenti si ricollegano ai contatti gia avuti dal titolare della Farnesina, nelle settimane passate, con gli stessi Fischer e Rotfeld, con il ministro degli esteri Britannico, Jack Straw, il collega spagnolo Moratinos e quello francese, Philippe Douste-Blazy. Secondo la Farnesina, è questa l'unica via percorribile al fine di catalizzare un minimo di consenso sulle iniziative da intraprendere, nei prossimi mesi, per uscire dalla crisi. Per avviare una riflessione non è opportuno ricorrere alla formula dei paesi fondatori perchè in due hanno avuto un voto negativo al referendum, e neanche a quella dei sei paesi più grandi, poiché si andrebbe a legittimare quella gestione attraverso direttòri - che invece l'Italia rifiuta - alimentando sospetti da parte degli altri paesi.
Pertanto, nè accuse, nè rinunce: la via italiana per salvare la costruzione europea passa per i colloqui bilaterali, alla ricerca di "consensi incrociati" per mettere a punto "iniziative specifiche" dopo l'alt imposto dal 'no' di Francia e Olanda al trattato costituzionale. Una strategia voluta dal ministro degli Esteri Gianfranco Fini.