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Il voto degli Italiani all'Estero

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25 giu 2005MARCO POLO : VOTO ALL'ESTERO, intervista a Rocco di Troilo (CGIE)

VANCOUVER -(Italia Estera) - Dalle pagine de Il Marco Polo, Alfredo Iannaccone, caporedattore del settimanale in lingua italiana edito a Vancouver, commenta gli ultimi esiti referendari con la sua intervista al Consigliere del Cgie, Rocco Di Trolio.  "Alla fine il quorum non è stato raggiunto. Nell'ultimo referendum, quello del 12 e 13 giugno sulla procreazione assistita e sulla possibile abrogazione della legge 40, a vincere è stato, come nelle previsioni, l'astensionismo. Ma Rocco Di Trolio, Consigliere CGIE, Canada, invita ad analizzare con calma e lucidità il risultato elettorale. A suo modo di vedere non si è trattato del trionfo del non voto. Certo i numeri parlano chiaro, ma le difficoltà di comprendere quesiti così difficili e delicati, secondo Di Trolio, hanno giocato un ruolo chiave nel successo di coloro che desideravano lasciare inalterata la legge. E poi non si può non tener conto dei dati all'estero".
"D. A pochi giorni dal risultato elettorale che ha sancito la vittoria dell'astensione e il mancato raggiungimento del quorum, quali sono le sue sensazioni?
R. Le mie sensazioni, ora a mente fredda, non possono essere che di generale delusione per il risultato elettorale di quest'ultimo referendum. Non è una sorpresa, almeno per quanto mi riguarda, il mancato raggiungimento del quorum. Coloro che come me sostenevano il SI avevano messo in previsione che sarebbe stata davvero difficile una vittoria. E le ragioni sono principalmente due: in primo luogo un mese come giugno è forse inadatto per un referendum e non aiuta certo ad andare alle urne. In secondo luogo, ritengo che ad influire maggiormente sul successo dell'astensione sia stata la complessità dei quesiti e la delicatezza dell'argomento. Credo che, sia in Italia che all'Estero, sarebbe stata necessaria una maggiore campagna di informazione, e poi eravamo di fronte ad una vera e propria battaglia di coscienza, dove forse contava poco il proprio indirizzo politico. L'esempio lampante è rappresentato da esponenti di destra, vedi Fini, che hanno giudicato diseducativa l'astensione.
D. Che ruolo ha giocato secondo lei la chiesa nella scelta degli italiani di lasciare inalterata la legge 40 sulla procreazione assistita?
R. Sarebbe poco corretto e poco obiettivo affermare a mio avviso che la chiesa non abbia giocato un ruolo importante per quanto riguarda il successo dell'astensione. Soprattutto l'intervento in prima persona del cardinale Ruini credo sia stata una carta molto importante giocata dalla chiesa, per non parlare poi delle parole del nuovo papa.
D. Come commenta i risultati del voto in Canada? Nello specifico quelli di Toronto, Montreal e Vancouver?
R. Contrariamente alle mie sensazioni generali sul risultato del referendum non posso che essere invece soddisfatto per la percentuale di voto di una città come Vancouver. Il 22 per cento è un dato davvero confortante, se pensiamo che si tratta del più alto del Canada e che si avvicina di molto a quello dell'Italia. Credo di poter affermare che gli italiani di Vancouver abbiano offerto una prova di grande maturità, hanno dimostrato che il voto dei nostri connazionali all'estero rappresenta qualcosa di importantissimo e irrinunciabile. E tutto ciò è avvenuto nonostante la legge chieda di votare in una maniera che non è certo semplice per gli emigrati. Mi riferisco all'arrivo del plico con le buste nella propria abitazione e naturalmente alla difficoltà di comprendere un argomento così delicato. In ogni caso, Vancouver è la dimostrazione di come gli italiani all'estero siano vicini ai fatti di casa nostra, e che siamo sulla strada giusta.
D. Per quale ragione secondo voi alla fine a vincere è stata l'astensione?
R. Vorrei spendere qualche parola per coloro che, in particolare consiglieri del CGIE, hanno accolto con toni trionfalistici il successo dell'astensione. Credo, da parte mia, che il mancato raggiungimento del quorum non rappresenti la scelta precisa degli italiani di dire no all'abrogazione della legge 40 e quindi la vittoria di coloro che avevano sostenuto il non voto. Ritengo invece che l'astensione abbia avuto la meglio proprio perché eravamo alle prese con un argomento davvero controverso, e poi i quesiti sono stati posti con un linguaggio tecnico non certo semplice. Vorrei infine commentare positivamente e analizzare a fondo il dato elettorale: non credo di commettere errori affermando che almeno il 70 per cento di coloro che hanno votato hanno scelto il sì. Un piccolo successo per chi ha sostenuto sin dal primo momento che l'abrogazione della legge 40 sarebbe stata la strada giusta da percorrere".




 
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