Un voto responsabile e consapevole sui quesiti referendari
BERNA - 26 mag (Italia Estera) - Il referendum per l'abrogazione di alcune disposizioni della legge n. 40 del 19 febbraio 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, chiamerà gli italiani residenti in Patria e quelli fuori dei confini nazionali ad esprimersi su questioni molto complesse e di estrema delicatezza che interrogano le coscienze di tutti, non solo dei cristiani, e che deve essere dunque affrontato con grande senso di responsabilità. Le ACLI della Svizzera rifiutano una interpretazione ideologica del voto sui quesiti referendari, che toccano la vita come valore imprescindibile; la logica dello schieramento politico contrapposto e le etichettature che prevalgono in questi giorni (scienza contro etica, laici contro cattolici, ecc.) non aiutano a maturare una riflessione consapevole e responsabile.
La scelta di non votare è sicuramente un'opzione di cui il cittadino italiano dispone, legittimata del resto dall'esistenza stessa del quorum previsto in materia referendaria. Una pratica che non appartiene alla cultura politica della Svizzera, il Paese in cui viviamo, che fonda largamente il proprio sistema di democrazia diretta sull'istituto del referendum.
Le ACLI della Svizzera si rivolgono ai propri iscritti e alla comunità italiana invitando tutti a votare compatti: dopo anni di lotte per l'esercizio del voto all'estero e per la partecipazione alla vita democratica del nostro Paese, l'espressione delle proprie idee nell'urna elettorale è la cifra del recupero di quel processo decisionale che anima la democrazia; un valore che nella società in cui viviamo non ci è concesso nemmeno a livello locale.
Come militanti delle ACLI siamo profondamente rispettosi del valore della vita, che va difesa come si difende la pace e la libertà. Un valore che nel merito dei quesiti referendari deve essere interpretato in piena coscienza, con responsabilità e liberamente dai cittadini elettori.
A tal fine è fondamentale l'informazione e francamente dobbiamo esprimere disorientamento rispetto alle scarse opportunità d'informazione e di conoscenza sui quesiti referendari promosse per favorire la partecipazione degli italiani all'estero. I pochi sforzi fatti sono inadeguati rispetto alla portata e alla complessa formulazione dei quesiti sottoposti al giudizio dei cittadini. Ancora una volta il servizio d'informazione pubblico ha ignorato le esigenze specifiche degli italiani all'estero.
Presidenza Nazionale ACLI Svizzera