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09 giu 2005CGIE: I lavori del Comitato di Presidenza. Il saluto di commiato del Ministro Cardillo

ROMA - (Italia Estera) - Si sono aperti stamattina i lavori del Comitato di Presidenza del CGIE nella Sala Nigra della Farnesina, che sono ancora in corso e termineranno nel pomeriggio di domani.  Il comitato tra l’altro ha espresso il suo plauso al lavoro svolto dal Segretario Esecutivo il ministro plenipotenziario Torquato Cardilli che lascia la segreteria del CGIE per assumere la carica di Ambasciatore d’Italia in Angola. Cardilli  ha concluso la sua dettagliata relazione tecnico-economica così:
 
     Signor Segretario Generale, Vice Segretari Generali, Consigliere e Consiglieri, Signor Sottosegretario, Signor Direttore Generale, oggi si conclude formalmente il ciclo della mia responsabilità della Segreteria del CGIE.
Non senza commozione lascio per la seconda volta nella mia vita questo incarico di Segretario del CGIE che, per me prodigo di soddisfazioni e di qualche delusione, mi ha consentito di contribuire alla costruzione di un migliore avvenire per gli Italiani all’estero. Desidero però essere onesto e schietto fino in fondo e non nascondere un certo disagio per non aver visto realizzate quelle riforme che avevo fortemente auspicato, ma sulle quali non si è creato quel consenso politico necessario, per mancanza di lungimiranza, per l’ancoraggio all’inerzia conservatrice, per l’assenza di innovazione: mi riferisco in particolare allo snellimento dell’ottocentesco sistema dei rimborsi, che impone una trentina di defatiganti passaggi per ogni pratica; alla rimodulazione della attribuzione dei seggi del CGIE in occasione della rielezione del Consiglio; alla armonizzazione tra la legge del CGIE e la legge del voto all’estero; alla creazione di un’authority per il voto all’estero che prendesse a base le anagrafi consolari.
Al mio successore Ministro Carloni, qui presente, che raccoglie questo legato teso a disincagliare il CGIE dalle secche delle solite rivendicazioni, e a voi vadano perciò gli auguri più affettuosi di buon lavoro.
Tra voi e me esiste una particolare complementarietà: voi siete emigranti o figli di emigranti, mentre io sono papà di emigranti che ha sentito in famiglia i disagi del distacco dalla madre patria dei propri figli.
Da tutti voi, dai Consiglieri del CGIE nel mondo e dai connazionali visitati durante le riunioni delle Commissioni Continentali ho imparato molto, arricchendo giorno per giorno le conoscenze dei vostri problemi e operando per la loro soluzione.
Un ricordo particolare rendo con un inchino alla memoria dei Consiglieri che hanno lasciato, tutti prematuramente, questo mondo senza poter vedere la realizzazione delle loro fatiche.
Il servizio mi chiama ancora una volta a rappresentare l’Italia all’estero e mi accingo a questa quarta missione di ambasciatore con rinnovato impegno, onorato della fiducia che in me ha riposto lo Stato, di cui mi considero un fedele servitore.
Il CGIE ha compiuto in questi anni enormi progressi in termini di visibilità nazionale ed internazionale (vorrei qui ricordare l’interesse e l’apprezzamento dimostrato da Paesi di grande emigrazione come la Cina, la Corea, il Marocco e la Turchia per la nostra legge e per il nostro modello), in termini di difesa dei diritti dei connazionali, in termini di conquiste politiche irreversibili come l’esercizio del diritto di voto all’estero.
Non vi nascondo che mi sarebbe piaciuto vedere dal di dentro il compiersi dell’evento elettorale tanto agognato, che porterà alcuni di voi a fare l’ingresso da protagonisti nel Parlamento Nazionale come rappresentanti di quella che comunemente viene definita l’altra Italia.
Per l’attaccamento che ho sempre nutrito verso il successo delle vostre battaglie, vorrei sin d’ora lasciarvi con una promessa: quella della mia totale disponibilità per la segreteria del gruppo parlamentare degli italiani all’estero.
 
 



 
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