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17 mag 2005L’unione europea vive nei fatti

KREUZLINGEN – Il Presidente del cantone svizzero Turgovia, Claudius Graf-Schelling, assieme all’assessore Reiner Bodmer ed il console italiano di San Gallo, Gian Paolo Ceprini, sono intervenuti ad un’assemblea pubblica sul tema “Il Turgovia e l’Europa” organizzata dal Centro italiano di Kreuzlingen  L’Europa ed il Turgovia e Kreuzlingen e l’Europa hanno costituito gli argomenti di riflessione di un’assemblea pubblica organizzata dal Centro italiano di Kreuzlingen, la prima svolta in un contesto diverso dai canoni politici abituali, per cui i relatori hanno avuto modo di esprimersi con estrema libertà.
Il Turgovia elemento vitale nel cuore d’Europa
La Svizzera nella sua forma statuale costituisce da 150 anni un riferimento per la maggior parte dei paesi occidentali e dunque un modello di convivenza di lingue, religioni, di interessi economici e finanziari. Questo modello normativo rappresenta una garanzia per le minoranze. Il Turgovia è un elemento dinamico all’interno della confederazione elvetica e la prossimità con il Baden-Wüttenber gli permettere di aprire quotidianamente una finestra sull’Europa, in quanto sono orami tanti gli ambiti comuni in cui si intreccia la vita di milioni di persone, a partire dall’uso di elementi vitali quali possono essere l‘acqua, l’aria o l’utilizzo dei servizi, degli scambi culturali per finire ai rapporti economici, formativi e di sicurezza. Dunque, a fronte di una staticità storica che è pervasa da tratti di sicurezza e chiarezza, questo paese è molto lento a confrontarsi con i processi dinamici di questo nostro nuovo millennio, quali possono essere ad esempio l’esito statuale dell’Unione europea,  alla cui definizione è richiesto un approccio politico e culturale nuovo. Questo è il reale dilemma che attraversa questo paese: l’ostilità degli euroscettici, a loro dire, verso un’avventura dagli esiti insicuri, e il favore dei fautori alle opportunità dei nuovi cambiamenti che attraversano tutto il continente. E’ davvero difficile, così il Presidente del cantone Claudius Graf,  trovare delle soluzioni per chi prima di scegliere chiede garanzie sugli obiettivi; da qui la scelta pragmatica degli accordi bilaterali per non perdere il legame con il resto del continente. Ed in questo contesto va ascritta la scelta di sostenere gli accordi di Schengen e Dublino in votazione il prossimo 4 e 5 giugno, come anche l’adesione alla libera circolazione dei cittadini europei. La pratica quotidiana vissuta nei paesi di frontiera quale può  Kreuzlingen con Costanza è l’esempio più alto della necessità di interagire in un ambito più ampio per non trovarsi fuori dal mondo, rinchiusi dentro le mure anacronistiche delle frontiere. In situazioni difficili occorre lasciarsi trasportare dal cuore e dalle passioni invece che dai calcoli di convenienza, e così Claudius Graf-Schelling è riuscito a strappare un lunghissimo applauso ad un pubblico attento e contemporaneamente onorato della sua presenza. Un sentimento diffuso che traspariva dagli occhi emozionati del presidente Giuseppe Scarascia.
Un’unione nei fatti
Di altro tenore l’esposizione di Reiner Bodmer, assessore all’ambiente e all’edilizia di Kreuzlingen. La sua città assieme a Costanza rappresentano il centro della regione del Bodano ed insieme costituiscono la cerniera di una grande agglomerazione nel cuore dell’Europa. Anche se tra le due città ci sono ancora i resti di una divisione geografica e la demarcazione doganale, presente ancora in alcuni tratti con dei muri di filo spinato, nello spirito sopravvivono le tradizioni di un senso comune, di un’appartenenza antica, medioevale, riscontrabile in numerosi progetti di collaborazione e di jointventures. Le due città gestiscono insieme acqua, gas, servizi pubblici, progetti culturali  e con l’entrata in vigore dei primi accordi bilaterali si è verificato che la gente è più libera di spostarsi da un luogo all’altro. A prescindere dall’esito dei referendum il resto del muro che divide le città verrà abbattuto e difficilmente cambierà il rapporto tra le due città. Anche il console Gian Paolo Ceprini è intervenuto a sostegno del senso di responsabilità di chi oggi è chiamato a costruire la nuova Unione europea, auspicando la realizzazione di un’Europa dei popoli dicendosi contrariato ad un’idea di Europa a due velocità e, perciò, a trarre esempio dalla Svizzera che ha la consapevolezza dell’essenzialità.  L’assemblea è stata organizzata in collaborazione con il Comites di San Gallo e moderata da Michele Schiavone, per permettere ai doppi cittadini di poter partecipare attivamente alle scelte referendarie svizzere con cognizione di causa.



 
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