FIRENZE - (Italia Estera) - Sono arrivati stanotte. E la prima visita è stata a Palazzo Bastogi a Firenze, per incontrare il presidente della Regione che nel maggio di diciassette anni fa, da sindaco di Prato, firmò quel patto di fraternità che ancora oggi è l’unico esempio in Europa di un legame forte tra una città da cui partirono, come deportati, tanti cittadini e la città del campo di lavoro dove furono invece imprigionati.
Claudio Martini (in una foto d'archivio col Presidente Ciampi) stamani ha accolto nella sala della Giunta di Palazzo Bastogi una delegazione di ventisei austriaci, la metà giovani adolescenti, appena giunta da Ebensee e che fino a domenica saranno ospiti di altrettante famiglie pratesi nel quartiere di Santa Lucia. Ad accompagnarli c’era il parroco don Mauro Ravati.
“A sessant’anni dalla liberazione e dalla fine della seconda guerra mondiale i contenuti del gemellaggio tra Prato ed Ebensee sono paradossalmente molto più attuali oggi di quanto lo fossero nel 1988 – ha sottolineato il presidente Martini – come lo sono nel mondo le questioni della pace, della valorizzazione delle differenze e del rispetto di tutte le culture. Quando vado in giro per l’Europa, mi capita spesso di citarlo ad esempio. Credo che sia un’esperienza ancora in grado di contagiare e sviluppare nuovi frutti, anche se finora rimasta unica.”
“Questo gemellaggio - ha proseguito padre Alois Rockenchaus, che ha accompagnato il gruppo austriaco - ci ha aiutati a rielaborare un passato doloroso. Da questo passato dobbiamo imparare a trovare delle soluzioni per migliorare la società di oggi, a cominciare dall’emarginazione dei più deboli. La pace ha il volto della persona che ci sta di fronte, ognuno deve portarla con sé.”
Martini ha ricordato i viaggi ad Ebensee e spiegato ai ragazzi la storia di Palazzo Bastogi, dove sono stati ricevuti. L’incontro è terminato con uno scambio di doni. Il presidente Martini ha regalato agli austriaci un cd, realizzato dalla Regione, con un omaggio all’opera musicale di Mascagni, secondo volume di una raccolta dedicata ai musicisti toscani. (ep/wf)
Il gemellaggio Prato-Ebensee
Un episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale è all'origine del gemellaggio tra Prato e la città austriaca. A Ebensee si trovava uno dei più grandi sottocampi di Mauthausen. Alla notizia dell'avvicinarsi delle truppe alleate i nazisti volevano chiudere i deportati in alcune gallerie e farle esplodere, in modo da far scomparire nel nulla tante vittime e testimoni dell’olocausto. Il dottor Rudolf Pekar, medico dell'aeronautica, venne a conoscenza del piano ed informò i membri della resistenza interna. Grazie a lui, migliaia di vite furono salvate. Molti anno dopo
A guerra finita da molti anni, un giornalista italiano riuscì a rintracciare Rudolf Pekar. Dei molti reduci che, grazie al suo coraggio, erano riusciti a salvarsi, facevano parte alcuni pratesi che chiesero al comune di Prato che venisse conferita al dottor Pekar la cittadinanza onoraria per alto motivo umanitario.