TOKYO - 10 mag - (Italia Estera) - Nel primo trimestre 2005 le importazioni del Giappone dall' Italia aumentano del 4,1% rispetto allo stesso periodo 2004, spingendosi al valore di 1.895 milioni di dollari USA (USD), mentre le analoghe esportazioni scendono del 11,8% fermandosi a 1.634 milioni. Cresce la quota dell' Italia in ambito UE, anche se si riduce a livello generale. Se si considerano i valori totali al netto della bolletta petrolifera, tuttavia, la quota dell' Italia rimane sostanzialmente invariata. Le forniture complessive guadagnano il 12,9% portandosi al valore di 120.851 milioni di USD, pur registrando una lieve frenata rispetto al mese precedente. Le esportazioni del Giappone segnano un +6,5% raggiungendo 143.762 milioni con un trend di crescita ancora non brillante, gran parte a causa dell' aggiustamento a livello mondiale delle scorte del settore dell' elettronica e telecomunicazioni, oltre che al raffreddamento della domanda d'autoveicoli. Per quanto concerne il valore delle importazioni per paesi fornitori, si ridimensiona l' aumento della Cina col 22%, ma si fa piu' pronunciato quello dell'OPEC, a causa del caro petrolio. Pressoché stabile l'UE (+0,8%), cui è allineata la Germania con lo 0,3%, la Francia in perdita del 2,5%, inseguita dalla progressione dell' Italia sempre terza, che erode preziose quote di mercato. Le esportazioni giapponesi restano sostenute dagli aumenti di quelle dirette verso Cina (8%), Taiwan (14%) e USA (6,6%), mentre continua a diminuire l' assorbimento del mercato UE (-2,4%) soprattutto a causa di Francia (-8,5%) e Italia (-11,8%). Da una panoramica sulle variazioni delle categorie merceologiche importate dall' Italia, il quadro che ne risulta mostra delle conferme di alcune tendenze latenti dell' ultimo biennio, assieme ad una disomogeneità rappresentata da una dispersione abbastanza netta, forse dovuta all' ancora breve arco temporale di riferimento. Le conferme di tendenza riguardano gli ottimi aumenti del comparto chimico, con i prodotti farmaceutici 40,7% (quota del 5,8% ormai pari a quella del vestiario a maglia che perde l' 1% e delle calzature –0,3%), i prodotti chimici organici 15,7% (quota 5,8%), le plastiche 11,7% e i cosmetici 28,2%. Per la meccanica, ottima conferma delle macchine elettriche +40,4%, e quelle non elettriche +12,1%. La moda continua a far leva sui lavori in pelle +7,4% e la gioielleria 17,7%, e l' alimentare sulle preparazioni di vegetali 6,6% e sugli oli 5,1%. La dispersione negativa viene dagli autoveicoli e parti –20,7%, strumenti ottici e chirurgici –24,8%, mobili –13,2%. Continua il cattivo andamento delle bevande e alcolici –5,2%, e dei prodotti della panetteria -5,5%.