17 mag 2005 | Caro-prezzi in Italia . L'Adoc traccia la mappa dei rincari |
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ROMA - (Italia Estera) - L’Adoc ha compiuto una indagine economica in Italia mettendo a confronto i prezzi di gennaio 2001 con quelli di maggio 2005. Ha tracciato così una ‘mappa’ dei rincari . Ne viene fuori un quadro allarmante. Dai capi d’abbigliamento ai prodotti alimentari, dalla colazione al bar alla messa in piega dal parrucchiere, negli ultimi quattro anni i prezzi, complice anche l’euro entrato in vigore nel gennaio 2002, hanno registrato incrementi record, arrivando addirittura a toccare quota +206,4%.
Gli aumenti si riscontrano in tutta l’Italia dal nord al sud anche se, alcune categorie incidono in modo diverso sulle tasche dei cittadini. Qualche esempio? Gli affitti, a Roma sono crescuiti del 93,6% mentre a Bari si sono fermati al 78,7%. Invece il costo dei biglietti dei mezzi pubblici a Palermo ha registrato un aumento del 92,3% contro il 29,9% di Milano e Roma.
Tra i generi alimentari i prezzi sono lievitati soprattutto per i beni di prima necessità come il latte (+20,4%), il pane (+38,8%), il sale (+30,4%) e le uova (56%). Ma anche con i ‘vizi’ non si scherza: le sigarette sono aumentate di oltre un terzo, precisamente il 38,9%, mentre tentare la fortuna al lotto costa il 96,1% in più. Il tempo libero, poi, è diventato un vero e proprio lusso per un sempre maggior numero di italiani, il biglietto del cinema è aumentato dell’11,8%, l’abbonamento al teatro del 14,8% e per una cena al ristorante si arriva a spendere fino al 69,4% in più.
Chi, per necessità o per piacere, mangia fuori si trova a dover pagare anche il doppio rispetto a quattro anni fa. Che sia un panino (+72%) e una bottiglietta d’acqua (+96,1%) o una cena al ristorante (+69,4%) non c’è molta differenza nei rincari. Il piacere del cornetto con il cappuccino al bar diventa un lusso (+68,7%) mentre il gelato artigianale è un peccato di gola a cui ogni tanto si dovrà rinunciare (+58,4%). Ma anche mangiare a casa costa più caro. Anche a causa degli aumenti da vero e proprio record messi a segno dalle verdure in genere e da alcuni prodotti in particolare. La quotidiana insalata ha registrato rincari dell’ordine del 115,2%, mentre i carciofi hanno toccato la vetta di +206,4%. Sul fronte della frutta, le fragole segnano un +94% mentre aumenti più ragionevoli si registrano sul fronte carne e, in particolare, sulla bistecca (+18,3%). Aumenti decisamente oltre l’inflazione anche per spaghetti (+30%) e tonno in scatola (28,3%).
Abbigliamento. Notevoli i ‘ritocchi’ registrati in questo settore. Per vestirsi un italiano spende quasi il doppio rispetto al 2001. Qualche esempio? Una polo costa il 39% in più, un jeans il 70,4%, per le scarpe poi si arriva al 93,6%. I prezzi, spiega il presidente dell’Adoc Carlo Pileri, sono cresciuti soprattutto al centro-sud ‘’in quanto i prezzi al nord, prima dell’euro, erano già in linea con la media europea’’. In città come Roma, rileva, gli aumenti degli affitti "incidono per il 50% e oltre sugli stipendi, mentre negli anni ‘90 l’incidenza era circa di un quarto’’.
Meno appariscenti, ma altrettanto sostanziali e penalizzanti, gli incrementi di alcuni prodotti per la casa e la cura della persona. A cominciare dal dentifricio per il quale l’Adoc segnala un +16,9%. Si prosegue con un preoccupante +9,9% dei pannolini per i bambini (confezione piccola), con il 9,2% del sapone liquido per mani e con il +8,2% della carta igienica da 10 rotoli e dello shampoo. L’igiene personale da una parte ma anche quello della casa dall’altra: un litro di candeggina costa oggi 3,3 euro, costava 1.350 lire quattro anni fa. Mentre aumenti contenuti registrano il detersivo per la lavatrice +6,9% e il detersivo per i piatti +8,7%.
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